Epilogo

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Amber pov

Un pallido sole illumina tutto ciò che mi circonda, dai fili d'erba alle chiome spumeggianti della multitudine di alberi.

Le api svolazzano intorno al mio corpo disteso mente sono intenta nella lettura di un libro di narrativa.

Le nuvole copiose e scure inducono a pensare ad un possibile temporale nella serata e sono felice di questa notizia, amo la pioggia.

Infilo il segnalibro tra le pagine biancastre e chiudo il tomo riponendolo al mio fianco sulla tovaglia a quadretti.

Mi si posa casualmente l'occhio sulla mano sinistra e sorrido alla vista dei due anelli che spiccano sulla mia mano candida.

Sono entrambi sull'anulare, il primo è più fino e con un diamante conficcato sulla punta che spicca e riflette la luce intorno a me.

Il secondo è più spesso e non ha nulla di speciale, escludendo la data del mio matrimonio incisa all'interno.

Sorrido, ripensando a quali momenti magici ho vissuto.

01-10

È la data incisa all'interno della fede nuziale. Sono passati ormai un centinaio di anni dal mio matrimonio, ma nulla è cambiato.

Le pieghe del mio abito bianco mi ritornano subito alla mente, la paura nella mia voce per tutto il giorno e i dilemmi sull'acconciatura oppure sul trucco.

Quando sono comparsa sulla navata mio marito non ha pianto anche se ho riconosciuto nei suoi occhi l'eccitazione, la paura e l'euforia che sovrastava ogni altra emozione.

"Sarai per sempre l'amore della mia eternità" Queste erano le parole che mi aveva promesso prima di pronunciare il fatidico si.

A distanza di 105 anni dopo quel giorno lui è ancora la miglior cosa che potesse capitarmi nella mia eternità.

Sono cambiate molte cose da quando Sarah ha spezzato la maledizione che aleggiava su Aaron e me.

Abbiamo entrambi abbandonato il nostro corso di studio e ci siamo dedicati ai rispettivi troni.

Lucifero e Dracula non sono stati per nulla contenti dei risvolti della faccenda ma dopo avergli ricordato, anche con le maniere forti, la loro parola d'onore, ci hanno lasciati entrambi in pace.

Abbiamo impiegato qualche anno per stabilizzare il potere ma ci siamo riusciti.

Mio zio si è rintanato in una vecchia tenuta di famiglia ai confini del regno dei vampiri, mentre Lucifero si è deciso per viaggiare il mondo e stabilirsi lontano da suo figlio e dal suo regno.

"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore" erano le ultime parole che aveva urlato contro Aaron prima di andarsene a cavallo.

Un tuono squarcia il cielo scuro mentre un leggero brivido mi pervade la spina dorsale.

Sorrido, intuendone la provenienza.

Delle voci rumorose disturbano le mie deduzioni.

"Non è vero, toccava a me lanciare la palla" urla il bimbo mentre cammina accanto alla gemella nella mia direzione.

"Non è vero Caspian, spettava a me. Tu avevi già lanciato cinque volte" si lamenta la sorella irritata.

Mi siedo comodamente e mi rivolgo ai due bambini ormai a pochi metri da me.

"Cosa è successo?" Domando aspettando una spiegazione.

"Caspian non vuole lasciarmi tirare la palla" si lamenta la bimba.

"Amethyst mi costringe a farla lanciare anche se è negata" urla contemporaneamente il fratello.

"Caspian lascia lanciare anche tua sorella, se mai prova, mai diventerà brava no?"

"Ok" risponde rammaricato il bambino mentre la sorella gioisce.

"Papà" urlano i due piccoli mentre corrono tra le braccia dell'uomo che si stava avvicinando nella nostra direzione.

"Ciao" risponde sorridente il demone mentre tiene tra le braccia i figli.

Sorrido a mia volta e mi alzo in piedi raggiungendoli.

Bacio velocemente l'uomo ed i due bambini, con facce schifate, osservano la scena.

"Bleah" esclamano contemporaneamente i gemellini.

Entrambi ridiamo della scena che ci troviamo davanti.

Quando toccano nuovamente terra i due pargoli corrono all'interno, sentendo le piccole gocce bagnargli i capelli scuri.

"Mi sei mancato" rivelo, fregandomene della pioggia ed accarezzandogli dolcemente la guancia con il pollice.

"Anche tu" risponde avvicinandosi a me sicuro.

Mi bacia più intensamente di prima e stringe i miei fianchi delineati.

Allaccio le braccia dietro il suo collo e rido per la scena che stiamo vivendo.

"Hai anche tu un dejavù?" Mi domanda con un sorriso spontaneo in volto.

Annuisco in risposta mentre sento i capelli inumidirsi ed i vestiti attaccarsi alla mia pelle.

"Sai che forse mi sto abituando ad essere re?" Mi rivela spontaneamente.

"Dopo centocinquant'anni?" Rispondo retorica ridendo della sua affermazione così genuina.

"Mamma, Arwen sta piangendo" urla mia figlia dal portico.

Sbuffo ed insieme a mio marito ci dirigiamo tra le mura accoglienti del castello.

Aaron mi poggia sulle spalle un'asciugamano mentre io prelevo dalla culla la piccola bambina tormentata.

Si calma immediatamente riconoscendomi e le sorrido mentre lei giocherella con le ciocche bagnate dei miei capelli.

"Qualcuno voleva attenzioni eh" sussurro rivolta alla piccola che ride di gusto.

Piccola peste, tutta suo padre.

I gemelli sfrecciano fuori dall'enorme salotto per finire al piano superiore.

Rido, notando nuovamente la loro innata instancabilità.

Un petto caldo mi si posa sulla schiena mentre cullo dolcemente mia figlia.

Sorrido, quando alcune fradicie ciocche nere mi solleticano la guancia candida.

Sposto lo sguardo dalla piccola tra le mie braccia al piccolo sorriso che si è formato sulle labbra dell'uomo vicino a me.

Poso la bambina nella sua culla e sta già dormendo profondamente.

Mi volto, avendo il possente corpo di mio marito subito a bloccarmi le vie di fuga.

"Tantissimi anni fa mi hai detto che non vedevi un futuro, felice o triste che fosse tu non lo potevi nemmeno immaginare" sussurra a pochi centimetri dal mio viso con voce profonda "questa vita è come la volevi?"

Sorrido spontaneamente.

"Meglio" rispondo e subito dopo un suo sorriso sento nuovamente il contatto con le sue calde labbra rosee.

Non mi importa tutto ciò che ho passato nei miei trecento anni di vita, sono sposata con l'uomo che amo e ho dei bellissimi figli.

Questa vita tutto sommato si è rivelata la migliore vita mai possibile.

Piena di dolore, rimpianto e solitudine ma con un risvolto positivo, bello e gioioso.

Ho la mia famiglia e non avrei potuto chiedere di meglio.

Ho imparato una cosa dalla maledizione che mi ha rovinato duecento anni di esistenza.

Innamorati di chi, da morta, ti fa sentire viva.

Legendary lovers and the mystery of the hidden roomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora