CAP 16:

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POV JUNG KOOK

Finisco di addentare il raviolo che c'è nel piatto, fra poco dovremo tornare in sala prove.

Oggi la nostra schedule è abbastanza piena, ma fortunatamente riuscirò a liberarmi prima di cena, almeno vado a casa, mangio, e mi infilo nel letto, so già che ora delle 10 di sera sarò esausto.

Anche gli altri stanno finendo, avremo giusto il tempo di digerire e poi dovremo riattaccare: prima canto, poi ballo.

Mentre sto bevendo un sorso di acqua fredda sento qualcosa vibrare nella tasca.

"C'è un cellulare che suona" interviene Jin.

"Scusate, è il mio" dico alzandomi.

"Fai in fretta JK che tra dieci minuti dobbiamo andare di la".

"Tranquillo Nam. Esco un attimo e torno".

Appena vedo la porta chiudersi alle mie spalle inizio a correre verso i bagni in fondo al corridoio.

Ma che cazzo fa?! Lo sa che a quest'ora sto lavorando.

Mi fiondo nel bagno degli uomini, fortunatamente è isolato e soprattutto vuoto, se parlo a bassa voce non dovrebbe sentirmi nessuno.

Mi chiudo a chiave e mi appoggio alla parete, rivolgo lo schermo verso di me e rispondo.

"Ehi! Che succede?".

Ogni volta che la vedo sento le farfalle nello stomaco, sarò anche di parte, ma ora che non ha più esami a cui pensare è molto più bella, rilassata.

"Ciao Jung Kook. Scusa se ti chiamo a quest'ora ma non potevo più aspettare".

"Cosa c'è?".

"Nulla di particolare, però volevo condividere con te questo posto. E' bellissimo".

Si trova chiaramente all'aperto, perché vedo degli alberi dietro di lei e sta indossando una giacca.

"Potevi mandarmi una foto".

"Non sarebbe stato lo stesso".

"Dai! Fa vedere. Sbrigati però che ho pochissimo tempo".

"Ok. Pronto?".

"Sì. Dai".

Noto la sua immagine bloccarsi un secondo e subito dopo quello che vedo cambia improvvisamente, ha girato la telecamera del cellulare.

Bello, ma non mi sembra di scorgere nulla di particolare, una città qualunque, poteva evitare di chiamarmi per due palazzi in croce.

"Carino. E' allora?".

"Non noti nulla? Guarda meglio".

Cazzo Clara non ho tutto questo tempo.

Cerco di guardare meglio, poi all'improvviso i miei occhi riconoscono una struttura in lontananza, la conosco molto bene, quella torre è famosissima.

Aspetta un secondo. Certo che la conosco! E' la torre di Seoul.

Improvvisamente le gambe mi cedono e strisciando la schiena sul muro mi siedo sul pavimento.

"Sul serio?".

La vedo tornare al centro dello schermo, sta sorridendo e piangendo contemporaneamente.

"Sì Jung Kook. Sono a Seoul".

Un attimo, tutti i ricordi di questi mesi passati nella speranza di poterla incontrare, nella rabbia di non poterla raggiungere, svaniscono, lasciando il posto a pura felicità.

Venere & Marte [J.JK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora