39. Una scelta drastica

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Voltai la testa al di sotto solo per vedere l'altro titano, di classe sette metri circa era rimasto fermo a guardarmi dalle mura. Tornai a guardarmi avanti quando vidi il titano di classe quindici metri, aprire la bocca, mentre io ero già praticamente dentro di essa. Mi ricordò la scena, tra Ymir e Historia, nella foresta. Ma lui non era il mio amato, non era Levi, per cui non mi avrebbe risparmiata.

Però lui non sarà Levi, ma io non sono Historia, quindi non ho bisogno di essere risparmiata. Per quanto ho odiato essere l'omicida in molte occasioni della mia vita, sono io quella che non risparmia.

Non avevo modo di uscire dato che ero già nella sua bocca, anche se non aveva serrato la mascella, i denti mi impedivano di tornare indietro dato che occupavano spazio. Sarei finita con l'essere schiacciata tra di essi.

Un gigante, non muore se lo colpisci al cuore, non muore nemmeno se gli tagli la testa. Tutti i suoi organi, che per noi sono vitali, si rigenereranno senza problemi, permettendo loro di vivere per sempre. L'unico loro punto debole, è la collotola, bisogna fare un taglio molto profondo per ucciderli, e soprattutto bisogna prenderli nel punto giusto. La collotola si trova al di sotto della nuca, poco sopra le spalle, e dietro al collo.

Agganciai gli arpioni del movimento tridimensionale praticamente nell'oscurità, dato che li puntai verso la gola del titano. Sentivo l'aria mancare. E se avessi fallito, sarei morta anche per via del gas. Mi diedi una spinta con il gas senza pensare effettivamente a quanto ne avrei sprecato, ma non era una delle mie priorità al momento.

Arrivai alla gola del titano, in meno di tre millisecondi, mentre lui si accingeva a chiudere la mandibola. Ma non gli diedi il tempo di deglutire, che gli tagliai la collotola, con l'unica eccezione della mia posizione, che di solito era dall'esterno, invece ora ero all'interno della sua bocca. Feci un taglio tanto profondo quanto largo.

Appena vidi la luce fu un sollievo per me. Aumentai la fuoriuscita di gas, ed uscii definitivamente dal titano che cadde al suolo senza vita. Non ebbi tempo di tirare un sospiro di sollievo che il classe sette metri, si lanciò verso di me. Sta voltai riuscii a schivarlo e lo uccisi alla maniera classica.

Diciamo che per quanto interessante sia stato il mio piccolo esperimento improvvisato, con un risultato positivo di ciò che mi era balenato in mente. Non lo rifarei con piacere, ma giusto se fossi costretta, però in caso qualcuno volesse provare a suo rischio e pericolo.

Mi fermai sul tetto della casa accanto. E guardai dritto davanti a me, solo per lo sfizio, di guardare il bestia togliersi quel ghigno odioso dalla sua faccia altrettanto odiosa quanto pelosa.

I suoi occhi di fuoco mutarono la loro forma originaria, da che erano stretti e abbastanza lunghi, ricordando quasi il taglio d'occhio orientale, ora erano leggermente sgranati. Mentre mutò anche la posizione della sua bocca, che invece di inarcarsì in su, lo fece in giù. Poco durò quella sua espressione di sorpresa, tornò infatti a guardarci tutti con odio e determinazione. E poi come per ricordare che la mia impresa originaria era fallita, o per ricordo di un altro asso nella manica, tornò con la sua espressione demoniaca e ghignante.

Mi voltai e vidi Levi che era già arrivato alle mura per uccidere i miei assassini già morti. Si avvicinò velocemente.
"Che ti è preso? Sei impazzita? Mi hai fatto prendere un colpo!" disse con la mascella serrata per non alzare la voce,
"Io volevo cercare di uccidere, o rompere qualunque cosa ci sia in quella cassa" dissi, sapevo che non intendeva letteralmente però non sapevo che rispondergli.

"Levi mi dispiac.." mi voltai e gli vidi gli occhi rossi, pure se continuava a fissarmi,
"Scusami" dissi. Mi strinse la mano tra le sue.

Continuammo a combattere per eliminare i titani.

•Insieme per sempre• [Levixreader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora