62. Un lungo viaggio

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"Signora Kiyomi, vorrei ringraziarla ancora per tutto.." dissi,
"Io ringrazio lei per aver salvato la signorina Mikasa, e aver protetto questi ragazzi così a lungo, che hanno permesso la vittoria dell'umanità. Sempre combattendo al vostro fianco..mi sembra il minimo" disse sempre con il suo solito sorriso.

Salii sull'aereo molto diverso da quello che aveva guidato Onoyankopon. Era formato solo da sediolini che sembravano poltrone. Levi era stato sistemato su due sediolini, così come Hanji che doveva ancora riprendersi da tutte le ustioni.

Mi sedetti accanto a Levi, mettendogli la testa sulle cosce. Sinceramente ero emozionata di volare di notte, e per un motivo tranquillo non per andare in guerra. Ma sarebbe stato il massimo se Levi fosse stato sveglio.

Gli sistemai la coperta addosso, e gli accarezzai i capelli. Dopo quindici minuti, l'aereo prese il volo. E riuscii a tranquillizzarmi davvero solo quando si stabilì.

Il volo sarebbe stato abbastanza lungo, infatti avremo volato per tutta la notte.

Rimasi con la mano tra i capelli di Levi, e continuai ad accarezzargli il viso.

Hanji era un pò più avanti e ogni tanto veniva controllata.

L'aereo che era venuto a prenderci era davvero grande, aveva quasi un centinaio di posti, ma se non ho capito male, sono tutti così tranne quelli per portare le merci. Comunque questo ci permetteva di poter stare in disparte. Sembra una cosa brutta stare ognuno lontano dagli altri, ma sono successe talmente tante cose, dobbiamo letteralmente capire che fare adesso, oltre allo shock emotivo per tutto.

Infatti nell'ultimo giorno abbiamo parlato poco tutti quanti.

Connie e Jean erano più avanti con Armin, Mikasa aveva deciso di stare in disparte da sola. Annie, Pieck e Rainer avevano deciso di venire solo per questa specie di festa in nostro onore, e oguno stava con la propria famiglia. Gabi e Falco non erano distanti da loro, ma comunque si erano messi in disparte. Hanji era più in là da noi e veniva controllata da Onyankopon ogni tanto.

Mentre io e Levi eravamo più distanti da tutti in generale.

Non avevo mai pensato che ci sarebbe stata un'atmosfera così pesante dopo la fine di questa guerra. Ovviamente ogni guerra è pesante ma di solito si trova il modo di festeggiare, soprattutto quando si vince, a volte invece si festeggia anche solo perchè la guerra è finita.

Ma non è il nostro caso.

Mi addormentai dopo un'ora dall'inizio del viaggio, e mi svegliai verso le due di mattina mentre tutti gli altri dominavano ancora. Restai sveglia finquando non arrivammo alla capitale degli Azumabito.

Ero talmente in ansia per Levi che ho dormito pure male. E speravo in continuazione che da un momento all'altro si svegliasse e non volevo non esserci. Però ovviamente non è stato così.

Annunciarono l'atterraggio dell'aereo e dopo venti minuti, iniziammo a scendere.

"Per comodità l'aeroporto è a qualche chilometro dal porto, e anche dalla ferrovia. Infatti tra qualche minuto dovrebbe arrivare il treno, così saremo ufficialmente arrivati alla capitale" disse sorridente stiracchiandosi.

Tutti noi eravamo leggermente perplessi. Ma comunque rimanemmo ad aspettare e come promesso, nemmeno tre minuti dopo il treno si fece vivo in lontananza, di sfondo c'era già un'enorme città. Con palazzi altissimi, e alcuni che sembravano fatti solo in vetro.

La signora Azumabito si fece seguire fino all'interno del treno dove sistemarono Levi e Hanji più in là, in due stanze diverse. Le stanze erano piccole ma c'erano dei letti anche. Loro due vennero sistemati lì e noi ci mettemmo a sedere sui sediolini rossi, tra i quattro sediolini vicini c'era un tavolo di legno lavorato.

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