Timothèe, un ragazzo abbastanza timido, ma solare allo stesso tempo, quella sera si trovava a casa sua, seduto sul suo divano, della bella musica di sottofondo e un bel libro.
Non era mai stato un ragazzo amante della tecnologia, sopratutto della televisione.
Viveva con sua madre, suo padre non era mai stato presente e quelle poche volte che c'era, tornava a casa ubriaco per chissà quale ragione.
Sua madre era il suo principale sfogo, a volte si lanciavano piatti, sedie, altre volte la madre non reagiva nemmeno, si faceva toccare, picchiare.Il primo episodio di violenza capitò all'incirca ai suoi 11 anni quando stava rientrando a casa dopo la prima uscita con gli amici della prima media.
Al Sentire sua madre urlare, rabbrividì.
Ricorda ogni attimo, ogni momento di quella sera.Si nascose dentro l'armadio, forse per paura, forse per proteggersi.
Il padre non tornò a casa per una settimana, e per un bambino di 11 anni non fu di certo una cosa piacevole.
Il secondo episodio avvenne ai suoi 15 anni, dopo solo 3 anni di differenza.
Si trovava in cucina con sua madre, stava sgranocchiando qualcosa, quando improvvisamente sentì la porta sbattere violentemente.
Suo padre entrò in casa infuriato, sbattendo i pugni sulla parete del corridoio.
"Monica!" urlò.
Corse in cucina, iniziando a prendersela con la moglie per chissà quale motivo.Timothèe non era più un bambino, era diventato un adolescente e non aveva più voglia di vedere sua madre piangere, perciò si mise in mezzo ai suoi genitori, iniziando ad urlare "Ma qual è il tuo problema? Cosa cerchi di risolvere in questo modo?".
"Timmy vai a dormire" gli sussurrava la madre fra una lacrima ed un' altra.
"No mamma, mi dispiace ma non andrò a dormire" le disse cercando di mantenere la calma.
"Togliti di mezzo" urlò bruscamente il padre.
"Non ho intenzione di togliermi di mezzo" controbbattè.Andò avanti così per quasi due anni.
A volte capitava che Timothèe non fosse a casa, e proprio in quei momenti quel bastardo di suo padre tornava a casa ubriaco, incazzato con il mondo intero.All'età di 16 anni, stanco di quel tipo di vita, prese tutte le sue cose e quelle di sua madre, fece due biglietti per un'altra regione, e si misero in aereo.
"Tesoro dove mi stai portando?"
"In un posto dove starai finalmente bene, te lo prometto"È ormai da un anno che Timothèe e sua madre Monica vivono in un paesino della Liguria.
Non ha notizie del padre da tempo, forse troppo, ma era meglio così.Quella sera, ricevette una chiamata inaspettata dalla madre.
"Hey mamma, è tutto apposto?" chiese preoccupato.
"Si, tesoro" lo rassicurò.
"Ne sei proprio sicura?"
"Sicurissima, anzi ho una bellissima notizia da darti!" esclamò contenta.
"Davvero? Allora dimmi tutto"
"Non è molto su cui aggrapparsi ma..." fece una pausa, "Mi hanno presa in quel locale di cui ti parlavo e-"
"Oh mio dio mamma è fantastico!" esclamò entusiasta.Senza pensarci due volte, terminò la chiamata ed uscì fuori di casa, nonostante diluviasse.
"Si cazzo, si!" urlò portandosi le mani sulla testa, sorridendo.
Iniziò institintivamente a ballare sotto la pioggia, la stagione stava iniziando per il verso giusto.-
Ciao miei cari lettori!
Ecco a voi il secondo capitolo, che ne pensate?
Cosa pensate di Timothèe, ma soprattutto, riuscirà a trovare qualcuno in grado di farlo sentire a casa?Alla prossima <3.
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Paper | Timothèe Chalamet
FanfictionTimothèe, un ragazzo timido ma solare, lascia un bigliettino all'interno di un libro, sperando che la misteriosa ragazza della biblioteca decida di rispondergli.