20. è tornato

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Finite le lezioni, Timothèe e Selene mangiarono in cortile.

"Che mi metto questa sera?" chiese confuso.
"Ma non devi mica venire in smoking, maglietta e pantaloni vanno più che bene" spiegò.
"Mh va bene"

"Ma chi diavolo è quel tipo? Ci sta guardando da 10 minuti da dietro una siepe" disse spaventata.
"Dai andiamo via", mise il braccio intorno al suo collo ed iniziarono a camminare.

"Aspetta!" gridò l'uomo iniziando a correre.

"Ti prego andiamo via" gli disse Selene.

L'uomo continuava ad avvicinarsi.

"Vedo cosa vuole questo pazzo e poi andiamo via, promesso" le disse cercando di rassicurarla.

"Quanto tempo... sei diventato un uomo"
"Scusa ci conosciamo?" chiese incredulo.
"Suvvia Timmy non ricordi di me?" disse sorridendo.

"Adesso basta!Ci lasci in pace!" urlò Selene prendendo la mano del ragazzo.

L'uomo scattò a ridere, e i due ragazzi si allontanarono.

"Ma chi cazzo era quel pazzo?"
"Non lo so, non lo so"
"Mi ha spaventata a morte"
"Tranquilla, va tutto bene", le diede un bacio sulla testa.

"Ti accompagno a casa"
Annuì spaventata.

"Ti va di restare?" le chiese Selene, una volta entrata in casa

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"Ti va di restare?" le chiese Selene, una volta entrata in casa.
"Grazie piccola, ma credo che mia madre mi stia aspettando" disse sincero.
"Oh guarda, questa deve essere proprio lei" disse sentendo squillare il telefono.

'Ei mamma sto arrivando, ho accompagnato Selene a casa'

'Torna immediatamente a casa' disse subito.

'Mamma tutto bene?'

'Non proprio'

'Mamma cos'è successo?' chiese preoccupato.

'È tornato'

Una semplice frase, due parole, un profondo significato.
Timothèe aveva capito all'istante di chi sua madre stesse parlando.

Suo padre.
Suo padre era in città.

Sconvolto, Timothèe chiuse la chiamata.
"Devo scappare, ci vediamo questa sera, ti amo!" esclamò correndo via verso casa.

Selene non sapeva se essere preoccupata perché era scappato via correndo, o se essere felice perché le aveva appena detto che l' amava per la prima volta.

Inserì le chiavi nella serratura ed aprì bruscamente la porta.

"Cos'è successo? chiese preoccupato.
"Tuo padre..." Si fermò iniziando a respirare affannosamente.
"Siediti e bevi un po' d'acqua" disse aiutandola a sedersi.

Le prese un bicchiere d'acqua.
Bevve un sorso ed iniziò a raccontare ciò che era successo pocanzi.
"Non l'avevo neanche riconosciuto, gli ho chiuso la porta in faccia e ho cercato di calmarmi ma lui continuava a suonare il campanello e-"
"Aspetta, credo che sia anche venuto da me, a scuola"
"Che cosa? Ma con quale coraggio?" disse arrabbiata.
"In ogni caso, non gli permetto di mettere piede in questa casa, tanto meno di poterti torcere un solo capello"

"Non puoi non andare a lavoro per oggi?"
"No tesoro, non posso proprio"
"Va bene ma sta' attenta, non stare mai completamente da sola" disse preoccupato.
Annuì.

-
Ciao miei cari lettori,
PANICO, CHE STA SUCCEDENDO?
Nel prossimo capitolo ci sarà la famosa cena, promesso.

Scommetto che non vi sarete mai aspettati questa entrata di scena!

Alla prossima <3

Paper | Timothèe Chalamet Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora