Timothèe, un ragazzo timido ma solare, lascia un bigliettino all'interno di un libro, sperando che la misteriosa ragazza della biblioteca decida di rispondergli.
Tornata a casa, Selene prese la giacca di Timothèe, portandosela sul viso, per sentire il suo profumo, quasi rimpiangendo di non averlo invitato a cena.
Proprio in quell'istante entrò sua madre Monica. "La cena è pronta- eiei quella giacca di chi è?" "Di nessuno" disse riponendola velocemente in un cassetto. "È per caso di quel ragazzo che ti ha appena accompagnata a casa?" chiese ridacchiando.
Non rispose.
"Va bene Mr. silenzio, comunque è davvero carino" disse uscendo dalla stanza.
L'unico frequente pensiero di Selene era la paura, la paura di innamorarsi di qualcuno che le avrebbe spezzato il cuore, ma al contrario, Timothèe aveva voglia di mettersi in gioco, di innamorarsi perdutamente di qualcuno che ci sarebbe sempre stato.
Ma non poteva innamorarsi di qualcuno che conosceva a malapena da due giorni.
/TIMOTHÈE/
Forse avrei dovuto baciarla... ma se non avesse voluto? O se non si sarebbe sentita pronta?
Ho una voglia matta di baciarla, di dirle tutta la verità sul libro.
Insomma, ci conosciamo da due giorni, non so niente di lei ma è come se la conoscessi da sempre.
Forse è meglio aspettare il momento opportuno, non è detto che usciremo di nuovo insieme.
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La storia dei bigliettini andò avanti per circa un'altra settimana. Selene e Timothèe iniziarono a conoscersi, a conoscere ogni propria sfaccettatura e ogni loro sfumatura. Si stavano aprendo, raccontando.
A Selene capitava spesso di pensare a chi potesse essere questo misterioso ragazzo, mentre Timothèe aveva sempre più voglia di sapere ogni suo più piccolo particolare.
- Ciao miei cari lettori, ecco il capitolo 9. Che ne pensate? Riusciranno mai i nostri protagonisti a diventare amici? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così lasciate una stellina.
