𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍
Accelero il passo scontrandomi con l'aria fredda del mattino. Nonostante il volume alto della musica nelle orecchie, mi sembra ancora di sentire il rumore rozzo dello sparo. È un continuo ripetersi come se avessi un disco rotto nella testa. La mia corsa iniziata ad un ritmo lento, come mi è solito fare quasi ogni mattino, accelera ulteriormente dando sfogo alla rabbia repressa che mi porto dietro per non essere in grado di levare quel suono dalla mia testa.
Sono passati dieci giorni da quella maledetta sera. Dieci maledettissimi giorni da quando ho rischiato di perdere Eveleen, da quando ho avuto conferma che la vita che la mia migliore amica ha scelto è folle. Una scelta irrazionale che non riesco ancora a comprendere a fondo. Ma non è stato solo quel pensiero a farmi riflettere, avevo realizzato qualche giorno dopo l'accaduto un dettaglio che mi ero quasi lasciata sfuggire, Eve ha impugnato senza scrupoli un'arma e ha sparato a quella donna di cui non so ancora nulla e non credo di volerlo mai sapere. Lo ha fatto e non ha mostrato alcun rimorso. La vaga sensazione che lei stava cominciando a cambiare fra le grinfie del Diavolo è sempre stata evidente, ma quel giorno la prova del mio presentimento si è ingigantita e ora non ho più dubbi che sia così.
Probabilmente dovrei prendere le distanze da lei, voltarle le spalle perché non è la stessa di otto mesi fa ma non lo farò. L'affetto che ho per lei supera di gran lunga i miei timori e i miei pregiudizi. Sono ancora al settimo cielo che la ferita inflittale dal proiettile non è stata grave e tre giorni fa è stata dimessa dall'ospedale.
Sono stata a farle visita ieri, accettando di mettere piedi dentro l'immensa villa di Dylan Reed e avevo fatto del mio meglio per non far trasparire il nervosismo misto al timore di entrare là dentro. Per di più la mia più grande riluttanza non derivava tutta dalla paura per il Diavolo, bensì da quel suo scagnozzo che speravo di non dover incontrare. Non so spiegare a me stessa del perché io continui a sentire la sua voce nei miei sogni, del perché al posto di vedere l'orrore di quella macchia di sangue sul corpo di Eve, io veda solo i lineamenti di un angelo e gli occhi grigi di un demone che mi fissano con insistenza. Diffido della mia mente ad andare a fondo su questo mio problema, preferendo lasciar perdere perché senza dubbio non mi sono ancora del tutto ripresa da tutta la faccenda.
Sebbene io sia stata fortunata a non imbattermi con lui, quella visita non era finita nei migliori dei modi. Eve ha insistito per sapere dei lividi che porto ancora sul polso e sul mio volto. Sono meno visibili ma non passano inosservati. Con mio grande orrore mi trovo ad avere paura per quello che sarebbe in grado di fare ora. Non è solo la mia migliorare amica, lei ha dietro le sue spalle il Diavolo, se le dicessi qualcosa di quello che accade attualmente nella mia vita vedrei un'altra scena come quella in biblioteca e l'idea mi fa ribrezzo. Non posso e non voglio più nulla del genere.
Non è etico.
Non è umano.
Dopo quella corsa mattutina, torno a casa dove mi faccio una doccia calda, mi servo di una veloce colazione poi vado al lavoro. La biblioteca si trova a circa quindici minuti di macchina e anche durante quel tragitto uso la musica per distrarmi da ogni pensiero intrinseco che cerca di far breccia su di me.
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A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//
ChickLit𝐋𝐚 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 è disponibile anche su Amazon, divisa in due volumi [A Magnificent Nightmare e A Vicious Dream] ||«Ce ne pentiremo entrambi di questa scelta.» «L'unico tuo pentimento sarà quello di esserti negata a me troppo a lu...