Capitolo 45

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𝚅𝚒𝚔𝚝𝚘𝚛

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𝚅𝚒𝚔𝚝𝚘𝚛

Il SUV frena ad agio sulla strada ghiacciata di una via secondaria non lontana dal centro città. Sul parabrezza, i tergicristalli cominciano a sfregare contro il vetro, malmenando il silenzio per qualche attimo prima che il motore si spenga e tutto torni ad essere inerte.

Fuori è buio, è ancora pomeriggio, ma il sole è già tramontato da un pezzo.

Uno dei buttafuori accanto all'ingresso del locale mi apre la portiera e io scendo. Un vecchio edificio costruito durante la guerra fredda mi si affaccia di fronte, una raffica d'aria mi colpisce in faccia mentre alzo il mento direttamente sull'insegna piazzata sopra una tettoia in vetro che precede le due porte dell'entrata.

Anastasiya dice, con le ultime tre lettere che si illuminano a scatti di una luce rossa debole. È un Night Club, o meglio era Night Club della famiglia Ushansky.

Quell'insegna è ormai vecchia che marcisce di una storia che presto verrà del tutto dimenticata.

Butto fuori l'aria, Vanya entra nel mio raggio visivo, il suo sguardo vaga passivo sui due nuovi uomini che ho assunto per starmi dietro e poi si ferma accanto a me.

Dovevo essere qui più di mezz'ora fa, ma un altro incontro con quei schifosi funzionari mi ha tenuto occupato, non riescono a trovare un compromesso tra di loro.

Comincio a pensare che la causa delle due famiglie - i Morozov e gli Ushansky - li interessi ben poco.

Loro vogliono me.

Vogliono tenermi d'occhio con ogni mezzo possibile. Accordi su accordi fino a tenermi legato.

Vogliono fregarmi al mio stesso gioco.

Peccato che non accadrà.

Ho già mandato un'email di conferma a una persona che conosco bene a Zurigo per definire gli ultimi dettagli e dovrei avere una risposta in giornata.

Ho accelerato le pratiche burocratiche a traferire tutti gli atti e i profitti che ho preso in carica su un conto offshore, lontano dai loro nasi e lontano da chiunque mi voglia in qualche modo controllare. Cancellerò una buona parte del background sia il mio che quello di Astrid, e allora fare accordi con me non sarà più possibile. Dovranno combattersi avvicenda per arrivare a sedersi al mio stesso tavolo, anzi, ci penseranno più di una volta ad aprire la bocca in mia presenza.

«C'è uno sbirro nel locale, almeno è ciò che dichiara lui.» mormora Vanya con quel tono pacato ma con un celato disprezzo per quei figli di puttana. «Dice che è qui per parlarti.» continua mentre vago ancora con gli occhi su quel insegna a cui vorrei tanto ficcare un paio di pallottole per abbatterla. «L'abbiamo già perquisito. È disarmato e con nessun documento addosso.» specifica e so già il perché lo faccia.

Non è mi è nuova questa e non lo è nemmeno per lui. Non sono sbirri questi, sono dei collaboratori privati della polizia, degli agenti che si muovono come vermi sotto falsi nomi. Una volta mi avevano pagato per farne fuori uno e sono sicuro che Vanya ricorda bene la difficoltà di quel incarico.

A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora