Capitolo 55

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

Avevo una netta sensazione che in qualche modo mi avrebbe cercata, avrebbe tentato ogni espediente per rivedermi e non mi sbagliavo.

Mi ero predisposta a rivederla nonostante tutto eppure a incontrarla ora, tutto ciò che mi ero appuntata mentalmente diventa vago e incoerente.

Questa non è più una donna afflitta dal dolore o famelica di far strada pulita, no, è diversa.

Incontra i miei occhi e mi fissa, lo fa con una strana e tremenda indifferenza che stento a credere provenga da una donna che ero disposta in qualche modo a capire e aiutare nonostante tutto.

Di colpo sorride e tutto in me diventa di pietra. «Non essere sorpresa di vedermi, Astrid, aspettavo con ansia che tornassi in città e mi dessi buone notizie.» mormora ma qualcosa nel suo tono di voce mi pare una presa in giro.

Vorrei non incalzare quel presentimento che ho da prima ma credo che lei sappia di averle rovinato i piani o qualsiasi fosse stata la sua intenzione iniziale.

Le sorrido esaminandola a fondo e facendomi più vicina, l'audacia non mi manca, è un campanello d'allarme che emette suoni poco chiari nella mia testa. «Non sei chi dici di essere, vero?» Il suo sorriso permane e quel gesto mi basta come risposta. «Vuoi buone notizie?» le chiedo appoggiando il calice sul tavolo del buffet accanto a noi, prendo dalla pochette un oggetto di sua proprietà e lo stringo in pugno con una forza che a poco mi sfugge di mano. «Stammi a sentire, ammetto di non aver ancora capito il tuo giochetto ma è meglio se prendi questo,» Le prendo la mano, proprio come ha fatto lei con me, «e sparisci perché non vorrei che mio marito venisse a conoscenza di tutto questo.», e le metto nel palmo la chiavetta con soltanto un pezzo mancante.

Un chip.

Un fottutissimo chip.

Perché mai ho creduto che avrei aiutato qualcuno?

Perché mai ero convinta che quel qualcuno volesse davvero il mio aiuto?

Ero rimasta scioccata quando Lyuda me lo fece notare, quando aprì la chiavetta solo per un controllo rapido, una precauzione che ai tempi in cui dava la caccia ai suoi assalitori era una ruotine quotidiana quella di controllare che nessuno li spiassero e rubassero informazioni di qualsiasi natura dai loro dispositivi.

Eravamo entrambe sul punto di procurare quelle informazioni, ne valeva la pena, pensavamo, ma alla fine si era rivelato tutto un modo per ottenere molto di più.

Quel chip non mi avrebbe mai permesso di prendere soltanto un misero documento dal portatile di Viktor, avrebbe fatto da solo, avrebbe rubato tutto, avrebbe inserito un virus destinato a rubare ogni cosa, conti bancari, informazioni criptate e chissà quanto altro avrebbe potuto ottenere soltanto perché sono tanto ignara da credere in una richiesta d'aiuto.

A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora