Capitolo 15

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

Il tatto pigro e lento, come non mai, lambisce lungo la mia pelle. Si estende lungo ogni centimetro della mia schiena, la accappona, la scalda, crea brividi nella realtà e nei miei sogni. Lo stimolo mi pervade, e la certezza che qualcuno stia toccando il mio corpo, tracciando la mia spina dorsale dal collo fin giù per poi risalire, mi percuote. Le palpebre sono pesanti ma il mio risveglio è immediato. La mia faccia immersa in una pila di cuscini morbidi e profumati mi coprono una parte della vista. Mi scosto solo il giusto fin quando il grigio e il fascino di due occhi mi perforano prima ancora che io ricordi ogni dettaglio del tempo e del posto.

La carezza continua, anche quando sono cosciente, anche quando resto stesa sotto la sua mano captando quel momento devastante con lo sguardo del russo. Non fiato, sono troppo assorbita da un risveglio come questo e i miei occhi si chiudono per qualche altro secondo mentre i ricordi di una notte selvaggia vengono a galla nella mia testa.

«Buongiorno, milaya.» mormora la voce di Viktor, una voce ferma e profonda, trasparente, non troppo arrocchita, ma dolce.

Non si è appena svegliato.

La carezza sulla mia schiena si interrompe, le sue dita arrivano sulla mia guancia ed è come se...non ci fosse alcun confine fra me e lui.

Apro gli occhi passandoli dalla vista del suo braccio teso verso di me, alla robustezza del suo bicipite che allarga troppo la camicia, fino al colletto perfettamente piegato. La sua barba rasata e un'espressione ambigua sul volto.

Chissà da quanto se ne sta lì, seduto sul bordo del letto, pronto per andarsene ma in vena di perdere tempo a disturbare il mio sonno.

Guardo di nuovo i suoi occhi facendomi frantumare nella loro profondità e poi resisto a un piccolo sbadiglio. «L'hai fatto anche ieri.» gracchio, riconoscendo quella carezza sulla mia pelle, le sue dita ruvide e il tocco delicato. Non è stato un sogno vivido. È stato lui.

Viktor non risponde eppure le sue dita mi sfiorano ancora e ancora come se nulla si mettesse fra lui e ciò che vuole. È il mio arrendevole corpo a non muovere un muscolo che mi lascia di stucco. È colpa del mattino. È ovvio che non riesco ad elaborare qualcosa. Sono nuda, assonnata e accarezzata da un demone dalla tattilità rovente.

Poi però i miei pensieri mi portano altrove. Lontano dalla sua tenerezza e mi tocca seguirlo attentamente.

Quale sarà la sua prossima mossa? Vuole qualcosa dopo questa carezza? L'ha fatta di proposito per svegliarmi e prendere ciò che crede sia suo?

Il suo sguardo si assottiglia, sa cosa penso ma non fa nulla. Sorride visibilmente, si accontenta di qualcosa che io non capisco. «Ty ochen' krasivaya, zayka.» mormora di nuovo l'incomprensibile.

Krasivaya...l'ho già sentito, non è la prima volta a dirmi quella parola. Anche quella volta al ristorante con Eve, me l'ha detta.

«È la seconda volta che dici quella parola...krasi...» Nella mia mente la sento ma non riesco a dirla tutta senza sentirmi ridicola. «Che...che cosa significa?»

A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora