𝐋𝐚 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 è disponibile anche su Amazon, divisa in due volumi [A Magnificent Nightmare e A Vicious Dream]
||«Ce ne pentiremo entrambi di questa scelta.»
«L'unico tuo pentimento sarà quello di esserti negata a me troppo a lu...
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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍
Viktor non sembra comprendere la mia volontà, la sua espressione falda e fredda ha ben poco di un individuo che è disposto ad ascoltarmi.
Stringo le mani in pugno e mi metto in piedi. «Non testarmi, Viktor, sei disposto a darmi tutto, l'hai detto tu stesso, allora lascia che sia io ad avere l'ultima parola in questa faccenda.» gli ricordo questo piccolo particolare portando le sue stesse parole a mio favore.
Non ho paura di aprire questo discorso. La sua sarà anche una corazza da temere ma non c'è nessuno a ricordamelo in quel momento, nemmeno la mia coscienza è disposta a fermarmi.
Viktor si illumina in volto, qualcosa nella sua folle mente lo sta ancora una volta disponendo ad essere sempre e comunque con un passo avanti a me. Si allarga il colletto della camicia lasciando il suo sguardo grigio vagare dentro di me. Un mezzo sorriso, se così posso chiamare quel il minimo movimento di labbra, lascia intendere che sta per fottermi di nuovo, di alzare false bandiere bianche e portarmi a credere ciò che vuole lui. «Vuoi scendere a compromessi con me, zayka?» domanda abbassando il tono di voce. «Sei davvero disposta a fare così tanto per una persona che non ti ha dato altro che filo da torcere negli ultimi mesi?» Si avvicina a me e ad ogni passo un poco della mia tenacia mi sfugge di mano.
Le sue parole non sono sensate, ma qualcosa dentro di me non vuole cedere.
Yana è mia sorella ed è del tutto naturale che io voglia in qualche modo averla accanto anche a discapito degli errori che ha fatto.
Viktor si ferma a pochi centimetri da me, mi guarda dall'alto e noto chiaramente un accumulo di furia calpestare i suoi nervi, eppure è bravo a giocare qualsiasi carta a suo favore anche in quello stato. Alza la mano e inchioda le sue dita ruvide sulla mia gola, ponendo tutta la sua aggressività nell'ombra di un altro sorriso oscuro e terrificante. «Attenta a quello che desideri, non stiamo più giocando.» mormora.
«Giocare?» domando. «Se fossimo ancora su quella scacchiera ti avrei fatto fuori la stessa sera in cui mi hai negato la possibilità di avere un'ultima conversazione con mia sorella.» gli confesso.
Lui stringe la presa sul mio collo abbassandosi di poco. «Ma davvero?» asserisce eppure sul suo volto c'è qualcosa di contrastante, oserei dire che gli piace essere sfidato, non da chiunque, ma da me, dal suo giocattolo preferito. Il mio corpo tuttavia sceglie una strada diversa dalla provocazione, non si irrigidisce all'accenno di violenza, si scioglie sotto le sue dita e la sua vicinanza. «Vuoi mostrarmi un altro atto di coraggio?» chiede dal nulla. Si fa più vicino al mio orecchio, il suo respiro rovente di spande sulla mia pelle e mi sento dividere su due fronti diverse. La mia causa e il mio viscido desiderio carnale per lui. «Se lo fai...ti lascerò l'ultima parola.» bisbiglia Viktor infine, il suo tono calcolato e persuasivo.
Si raddrizza di nuovo, lo seguo con particolare brama di scoprire le sue vere intenzioni oltre a quelle abbastanza evidenti di piegarmi sotto di lui. Sigillo le labbra per qualche attimo per non mostrare il mio cambio, l'affanno, la gola secca, e detengo il suo sguardo come unica fonte da cui estrapolare ogni mio sentimento ancora nascosto.