𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍
«Venga per un altro controllo prima di partire e cerchi di non sforzarsi troppo.» dice la dottoressa Maxwell, la ginecologa che seguirà Eve fino alla fine della gravidanza. «Bisogna porre molta attenzione nei primi mesi quindi non esiti a telefonarmi quando sarà via.» aggiunge la donna firmando alcuni documenti per completare la visita.
Eve annuisce, prestando molta attenzione a ogni parola della donna. «Va bene, la ringrazio.» risponde alzandosi dalla sedia e io la seguo per uscire dallo studio della donna.
«Scommetto tutto che se dici a Dylan di quest'ultima parte, sarà lui stesso a farle minimo tre telefonate al giorno.» dico sarcastica a Eve quando ci avviamo verso l'uscita della struttura.
Lei ridacchia con le guance che prendono un leggero colore rosa. «Ed è per questo che non gli dirò nulla.» risponde lei facendomi ridere di gusto. «Comunque, grazie per avermi accompagnata.» afferma lei poco dopo, quando ormai raggiungiamo l'uscita.
Le sorrido malgrado io perda la mia attenzione sapendo che Viktor è sempre dietro di noi, a seguire ogni nostro passo.
È passata più di una settimana da quella sera in cui sono precipitata velocemente e mi sono praticamente buttata fra le sue braccia esigendo di prendere il controllo. Ho provato a mettere da parte l'accaduto perché ormai sono stanca di pensare continuamente a qualcosa che non posso cambiare o meglio dire che non posso combattere. Eppure, invece di far di tutto per non ripetere più ciò che ho fatto, da quella sera mi sono lasciata andare più facilmente. Ho preso sul serio la decisione di non pensare più perché da allora non ho più elaborato nulla.
Non saprei più dare un nome alla relazione che abbiamo ora e so che qualcosa mi sta ancora terrorizzando.
Lascio stare quella costante pressione alle mie spalle e guardo il volto splendente di Eve. «Sai non riesco ancora a credere a tutto questo.» le confesso.
Lei si guarda la pancia ormai difficile da nascondere e poi i suoi occhi raggiungono anche l'anello di fidanzamento. «A dirti la verità...nemmeno io.» risponde fissando pensierosa il gioiello.
Dopo pochi attimi sposta quello sguardo pensieroso su di me ed entrambe scoppiamo a ridere.
Come ci eravamo messe d'accordo, per l'ora di pranzo scegliamo un ristorante affacciato sul Chicago River. Prima di sederci, osserviamo entrambe la bellezza di quel posto, respirando l'aria che trasporta con sé l'odore dell'acqua del fiume e il brusio della città. Uno dei traghetti sul fiume mi ricorda un episodio divertente da cui sembra passata un'eternità. «Ti ricordi quella volta in cui andammo con miei su uno di quelli?» le chiedo facendole cenno verso il fiume che trasporta lentamente il traghetto colmo di turisti. «Hai quasi rischiato di vomitare addosso a una signora.» dico ridendo.
Lei annuisce con una smorfia. «Non ricordarmelo, ti prego.» dice abbattuta. «Avevo mangiato troppo prima di salirci e poi c'era troppo movimento.» afferma per poi sedersi sui divanetti che circondano il tavolo. La seguo anche io e ordiniamo da mangiare parlando ancora di quel giorno.
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A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//
Chick-Lit𝐋𝐚 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 è disponibile anche su Amazon, divisa in due volumi [A Magnificent Nightmare e A Vicious Dream] ||«Ce ne pentiremo entrambi di questa scelta.» «L'unico tuo pentimento sarà quello di esserti negata a me troppo a lu...