𝙴𝙿𝙸𝙻𝙾𝙶𝙾

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

«Ci credi, tutto questo chiasso soltanto per un disegno?», Eve tiene gli occhi sull'orizzonte buio, le mie parole la fanno sorridere. Un sorriso genuino che mi accoglie nel suo singolare mondo. In quel breve attimo mi pare di vedere tutte le luci della città di Monaco concentrate nei suoi occhi.

Scuote la testa e sposta lo sguardo su di me. «Vorrei raccontarti una storia simile, ma come ti ho già detto, Trevor ama molto la sua sorellina. Non riesce a starle lontano troppo a lungo.» risponde allungando poi la mano per afferrare il calice dello champagne dal tavolo davanti a noi.

Una brezza d'aria, profumata di notte e di una fragranza marina, passa indisturbata tra i suoi capelli, li scompiglia, arrivando poi a me. Il nostro silenzio è colmato dalla musica non troppo forte del casinò alle nostre spalle, un suono che arriva ovattato sulla terrazza dell'edificio.

Sospiro piacevolmente colpita dalla calma e dalla spensieratezza. Passo gli occhi sulla fila di Yacht che occupano il Porto di Fontvieille.

La vita non è mai stata così lenta come in questo momento.

Eve sorseggia lentamente il suo champagne e a quel punto la imito, assaggiando un po' di quel Dom Perignon.

«Di cosa parlano, secondo te?» mi domanda lei, ponendo un'attenta occhiata alle sue spalle. Al di là di una grande finestra, tra svariati tavoli da poker, occupati da persone che dividono le loro emozioni tra gioia e disperazione, si riescono ad intravedere Viktor e Dylan.

Anche loro due sono seduti ad un tavolo e si godono il gioco. Nel momento in cui li osservo, pensando alla domanda di Eve, i due effettivamente si dicono qualcosa. «Sono sicura che discutono dell'immenso amore che provano per le loro mogli.» rispondo sarcastica.

Eve scoppia a ridere. «Non è divertente.» dice continuando tuttavia a ridere.

Ridacchio, eppure non riesco ad accogliere del tutto il divertimento del mio stesso sarcasmo. Abbasso gli occhi e guardo pensierosa le bollicine dello champagne. La risata di Eve gradualmente cessa e soltanto quando il silenzio torna a far parte della nostra conversazione gli pongo una domanda che spesso mi trovo nella testa.

«Pensi mai a come sarebbe stata la nostra vita se non ci fossimo mai imbattute in quei due?»

La mia domanda rimane appesa ad un filo in mezzo a quel silenzio. Non credo che in fondo io stia cercando una risposta e dubito che ci sia una che potrà colmare il mio dubbio.

«La vera domanda è: come non sarebbe stata la nostra vita senza di loro.» mormora Eve ad un certo punto.

Alzo gli occhi per guardarla più attentamente e incrocio il suo sguardo sempre alla perenne ricerca di qualcosa che in pochi vedono.

Come non sarebbe stata la nostra vita senza di loro?

«Non hai rimorsi, immagino.» le rispondo abbastanza ovvia.

Lei scuote la testa pigramente. «No, nessuno.» dichiara poi però si scrolla nelle spalle, sospira e porta i suoi occhi nuovamente sull'orizzonte. «La verità è che non riesco a vedere una vita diversa.» mi confessa, «Sono convinta che in un modo o nell'altro avrei incrociato lo stesso il suo cammino.» spiega completamente persa tra i suoi pensieri.

La piccola Eve non perde mai un colpo.

Sorrido mentalmente e annuisco, sollevando il calice. «Voglio fare un brindisi.» annuncio.

Lei incrocia i miei occhi. «A stare fuori dai guai nella prossima vita?» chiede con una finta serietà disarmante.

Lasciarmi sfuggire una risata è fuori discussione. «Sì e no.» ammetto.

Prima di dar voce ai miei pensieri, guardo un'ultima volta il tavolo da poker non poco distante dalle nostre spalle, e Eve fa lo stesso.

La Belva e il Diavolo, come se avessero sentito i nostri occhi addosso, ci osservano allo stesso modo curioso.

«Credo di aver imparato una lezione importante in quest'ultimi anni.» dico, tenendo i miei occhi incollati a quegli di Viktor. «Quando, nonostante l'amore faccia male, quando nonostante la sua malcelata avidità si trasforma in pura follia, tutto ciò che lo circonda diventa un vizio, un qualcosa che ci rovina dolcemente.» sorrido, «Eppure soltanto allora capisci che ogni cosa fa parte di un piano, fa parte di una vita apparentemente fatta su misura.» Sposto i miei occhi su Eve. Il suo calice alzato e pronto per brindare assieme a me. «Quindi voglio brindare al vizio

Il suo sorriso si allarga e i suoi occhi si rabbuiano. «Al vizio.» ripete, facendo tintinnare il suo calice contro il mio.

Al vizio, mi ripeto.

A questo sogno vizioso e alla sua dolce tortura.

𝐹𝒾𝓃𝑒.
(21/03/2023)

Alla prossima storia!

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