Capitolo 21

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

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𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

Metto a fuoco la stanza e tra ogni respiro e ogni battito di ciglia cerco di destarmi dal sonno.

La sensazione che provo nell'immediato istante sulla pelle, un terribile e acuto intuito che ho fin dentro le ossa mi costringono a pensare più in fretta, rapita come se fosse questione di tempo che da un momento all'altro potrei cadere in un agguato. Il soggiorno luminoso a casa dei miei, in Florida, mi ostruiscono la vista provocandomi una fitta. L'amaro che provo sulla cavità dell'esofago, l'acido nella mia bocca mi nauseano all'istante mentre provo a respirare più profondamente e dare spazio e tempo al mio cervello di elaborare una cognizione di posto e di tempo.

Di colpo la luce della stanza si nasconde dietro le orrende immagini che escono a galla dai posti più remoti della mia mente. Vedo solo sangue per tremendi e infiniti attimi, vedo sangue davanti ai miei occhi, sulle mie mani, sui miei vestiti.

Un volto freddo, una luce gelida negli occhi affascinanti di quella belva si sporca le mani di quel sangue e non sembra provare nulla. Nemmeno la più minima emozione spicca dalle sue iridi così chiare ma così buie allo stesso momento.

È spietato.

Letale.

Quelle stesse mani, mi hanno piegata sotto il piacere, mi hanno brandita nel nome della lussuria. Ero consapevole di ciò che fosse, ma la grande differenza nel saperlo e vederlo con i propri occhi distrugge ogni morale.

Sbatto più velocemente le palpebre cercando di togliere quelle immagini dalla mia testa. La fatica che ci metto per realizzare che niente di quello che ho visto, sentito e memorizzato sia stato solo un mero incubo mi devasta con estrema ma precisa lentezza.

Non può essere reale, non è possibile che sia accaduto veramente, non può essere vero...

, dice una voce nella mia testa, è successo davvero altrimenti non saresti così stordita, altrimenti non avresti quel bruciore intenso al labbro, il dolore alla testa, alle ginocchia...

Nel mio petto, il mio cuore martella e ogni tentativo di scacciare via i ricordi è inutile. Rivedo ogni secondo di quello che è successo come se il nastro si stesse riavvolgendo più e più volte.

L'agilità di mia madre, la prontezza di mio padre.

Perché mi sembra così lontana questa situazione da tutto quello che ritengo avrebbero fatto dei civili come loro? Mia madre avrebbe dovuto essere più spaventata e non pronta a spingermi via e rispondere con la violenza contro quelli uomini. E papà? Il modo in cui ha fatto un passo indietro, calcolato, voluto quasi come se si fosse già trovato in quella situazione.

Sto delirando, mi dico. Mi sto immaginando tutto. Forse non è andata proprio così forse-

Mi guardo la punta dei miei piedi scalzi quando riprendo controllo dei miei pensieri e poi studio di nuovo lo stato in cui mi trovo. Sono nel soggiorno, stesa sul divano, inerme.

A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora