Capitolo 34 (fine prima parte)

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Epilogo𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

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Epilogo
𝙰𝚜𝚝𝚛𝚒𝚍

La brezza marina scivola sulla mia pelle assieme al tocco di una mano callosa e insistente che mi desta dal sonno. Mi solletica il ventre con carezze pigre e calde e un sorriso si impossessa delle mie labbra prima ancora di aprire gli occhi.

«Moya krasivaya zayka.» mormora una voce profonda con il suono delle onde dell'oceano che si ribellano in lontananza.

Apro gli occhi scontrandomi con la luce tenue del tardo pomeriggio, passo gli occhi sulle foglie di una palma che ondeggiano vicino al portico assieme ai soffi d'aria caldi del sapore salato dell'acqua. In alto, poco più in là da quella vista, seduto sul bordo del lettino vicino alla mia gamba, incrocio gli occhi grigi di Viktor. La sua chioma biondo scuro è arruffata, mette in risalto il suo aspetto selvaggio, quella di un predatore al riposo che mi attrae più di quanto io possa immaginare.

Credo che la parte migliore di questi ultimi tre mesi, da quando siamo su quest'isola, sperduti nell'oceano, è stato vederlo ogni giorno senza alcuna divisa addosso, senza un'arma e senza alcun dovere verso un capo della malavita.

Ho visto solo lui niente altro.

Ero ancora scettica quando ho deciso di lasciare la città, il lavoro in biblioteca e Eve per poter passare questo tempo con lui ma ora non mi pento di nulla. Ogni momento passato qui mi ha resa più felice di quanto io lo sia mai stata nell'ultimo anno a Chicago. Quando ho detto a Eve di questa vacanza a tempo indeterminato mi ha rivolto uno dei suoi soliti sguardi preoccupati ma non mi ha fermata. Probabilmente si è posta la stessa domanda che io mi pongo qualche volta e che poi fingo di non sentirla: cosa accadrà dopo?

Faccio le fusa del tutto incosciente nel momento in cui sento la sua mano alzarsi dal mio ventre, percorre il mio stomaco e poi quel tocco svanisce quando prende il libro aperto da sopra il mio petto per metterlo via.

Devo essermi addormentata durante la lettura.

«Vieni a fare una nuotata con me, milaya?» mi domanda Viktor.

Nelle ultime settimane è stato sempre più spesso indaffarato su un portatile che forse a Chicago ha usato una o due volte ma mai così spesso come succede ultimamente. Ogni volta che gli chiedo che cosa porta via così tanto del suo tempo davanti a quello schermo, la sua risposta è sempre vaga. Un investimento, un email da Chicago e via dicendo.

Incurvo le labbra in un sorriso. «Quelle email devono essere molto impegnative per portarti via così tanto tempo.» lo canzono e ammetto di provare un leggero fastidio.

Viktor sorride cinico e per nulla turbato dalle mie parole. Solleva la mano e la indirizza al mio volto. Mi lascia una sola carezza sulla guancia con le nocche, le stesse con cui prende a pugni una sacca da boxe quasi ogni mattino. «Vuoi che passi più tempo con te, zayka? Ti stai annoiando qui con me?» mi domanda e so già che lo fa per farmi infastidire.

A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora