Capitolo 38

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𝚅𝚒𝚔𝚝𝚘𝚛

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𝚅𝚒𝚔𝚝𝚘𝚛

Pyotr, il mio addestratore, mi torna spesso in mente da quando mi sono svegliato dal coma.

Quella sua faccia tosta e assillata di rughe che gli comparivano ad una velocità impressionante, ogni mattina mi sembrava di vederne una nuova. Quella risata nasale che si è fatto prima che gli conficcassi una pallottola in fronte, è tornata come una specie di tormento in incognito. Quel bastardo, in punta di morte, era fiero, fiero di quello che aveva creato, del mostro che aveva fatto nascere in un bambino innocente e il mio gesto gli aveva confermato il trionfo. Dopo anni di tortura, dopo anni di prigionia, mi aveva reso una versione ancora peggiore di sé stesso.

Non è lui come essere ad aggirarsi nella mia testa, ma è quella smorfia di sorriso dalle labbra screpolate e quei due denti d'oro ad avermi in qualche modo segnato.

Il vero mostro è uscito allo scoperto quel giorno, in quel millesimo di secondo che il proiettile attraversò la canna, il mostro prese le sue sembianze.

Vorrei tornare indietro e rifarlo ancora e ancora ma so che non cambierà nulla, il bastardo riderà, si riempirà la gola e il petto di quel suono d'orgoglio per me e chissà per quale macabra emozione io non proverò nulla.

Il mio sangue ribolle di quella miscela di ghiaccio e violenza, i miei muscoli si tendono, si gonfiano e la mia mano stringe inconsciamente una carne facilmente danneggiabile stesa inerme al mio fianco.

Tutti quei pensieri crollano non appena i miei occhi trovano le mie dita conficcate nel braccio esile della mia zayka e la lascio andare di colpo.

È girata di spalle, su un lato e dorme beata con il mio braccio sotto il suo busto per tenerla stretta a me.

Nel momento in cui prendo una leggera distanza per paura di farle ancora del male, lei si desta dal sonno come se avesse percepito la lontananza, si gira verso di me, pone metà del suo corpo sopra il mio e la sua mano sopra il mio torace conficca le unghie nei miei muscoli.

Questa non mi è nuova.

Si muoveva spesso nel sonno, cercava spesso un corpo a cui aggrapparsi. Non l'aveva mai fatto prima dell'incidente in Florida, dai suoi, quando Carl riuscì a mettere mano su di lei. Da quel giorno questo gesto divenne il suo modo di sentirsi protetta, e non l'ho mai negato questo atto di forza, anche se mi infliggeva quel poco di dolore, la voleva esattamente così, incatenata e stretta a me anche nel sonno più profondo, nuda e vulnerabile tra le mie braccia.

Il suo corpo esile, la sua pelle ancora bollente e colma dell'odore unicamente suo, preme sul mio fianco dove mi hanno accoltellato, provocandomi qualche fitta ma resto inerme.

Ripenso a ieri, a quello che ho fatto.

Non so cosa mi sia preso, il desiderio ha avuto la meglio, il modo in cui è scappata da me nonostante il volere che leggevo nelle sue iridi, quella eccitazione mista allo sgomento, mi ha scatenato desideri folli.

A Magnificent Nightmare //Spin-off di I Saved The Devil//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora