Capitolo VII- Velluto nero

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Rimasi immobile davanti a lei, non sapendo cosa dire. Rachel iniziò nuovamente a piangere gettandosi all'indietro.
«Che stai dicendo?» chiesi stupita «Hai fatto un test di gravidanza?»

«No ma ho un ritardo»
«No, aspetta! Le cause di un ritardo mestruale sono tante. Non è detto che tu lo sia»
«Hazel non lo so. È impossibile se ci penso, perché è successo due o tre mesi fa, quindi da una parte penso 'ma come è possibile una cosa del genere?' Ma è anche vero che non ho mai avuto un ritardo del genere. Sono dieci giorni di ritardo e stamattina avevo i conati di vomito»

Mi alzai allungandomi, anch'io, sul divano vicino a lei. Le presi le mani che non smisero di tremare.
«Non so che fare» si coprì il viso con le mano.
«Andiamo a comprare un test di gravidanza, ok? Così, se dovesse essere vero, ti direbbe di quanto. D'altro canto, potrebbe smentire tutto e farti calmare»

Annuì con il capo e deglutì con fatica. Chiuse gli occhi per far scendere le ultime lacrime e dopo un profondo respiro, si alzò in piedi.
«Non so come dirlo a Hunter, se fosse vero»

«Perché? Temi che possa prenderla male? Alla fine, se sei sicura di esserlo perché avete fatto determinate cose, se lo immagina anche lui»

«È successo quest'estate ma dopo ho avuto due mestruazioni. E poi, un conto è avere dubbi su una cosa, un conto è averne certezza. Insomma Hazel, abbiamo 21 anni. Credi che Hunter accetti di diventare padre a quest'età? Credi che Hunter lo voglia?»

Sorrisi dolcemente a Rachel, accarezzandole il viso.
«Hunter ti ama, più di quanto pensi. Magari all'inizio può prenderla male ma sono sicura che la prenderebbe in questo modo solo perché potrebbe non sentirsi all'altezza. Conoscendo Hunter, però, ti dirà sicuramente di tenerlo. Dai, ti accompagno in farmacia»

Rachel andò a prendere la giacca e così feci anch'io.
Berna di notte era più bella che di giorno, soprattutto nel quartiere di Hunter e Rachel, il quale aveva svariati negozi nei numerosi vicoli che illuminavano ancora di più le strade.

Quella sera, però, c'era un vento talmente forte che e improvviso che chiusi il cappotto fino all'ultimo bottone.
La farmacia della zona segnava la temperatura precisa della città. Cinque gradi.

Rachel camminava piano e in silenzio ed io di fianco a lei che osservavo ogni suo passo.
«Dicono che quest'anno nevica» dissi guardando il cielo annuvolato.
«Speriamo. Dalle mie parti non nevica mai ed è una rottura di palle»

Entrammo in farmacia dove, per nostra fortuna, non vi era nessuno ad attendere l'ordine al bancone. Una farmacista di turno, l'unica presente , era seduta su uno sgabello bianco con il telefono in mano mentre sghignazzava guardando un video.

Alzò gli occhi sentendo i nostri passi «Desiderate?»
Rachel si schiarì la voce «Un test di gravidanza per cortesia»
La farmacista, di età avanzata, ci osservò in malo modo prima di alzare le sopracciglia «È per te? Sei maggiorenne?»
«Si, ho 21 anni..quasi ventid-»
«Sono 15,54 franchi»

Rachel pagò subito e senza neanche guardarla, ringraziò con finto sorriso e uscì fuori seguita da me.
«Non sono mica una puttana! Che cazzo si guardava così?» gettò lo scontrino nel cestino sbuffando «Dimmi qualcosa ti prego, raccontami qualche notizia nuova. Che stai facendo alla villa»

Raccontai a Rachel quel che voleva sentirsi dire. Parlai di Elaya, dicendole che non lo aveva ancora conosciuto ma che ne sarebbe rimasta contenta nel vedere che era un vampiro fuori dagli stereotipi.

Le dissi che la villa si preparava ai festeggiamenti del compleanno di Garret e che nessuno sapevo quanti anni avesse.
«Brayden mi ha detto che Garret conosceva Re Artù di persona»
«È realmente esistito?»

Nightfall light [In pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora