Capitolo III-primo ultimo giorno

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Attraversare un portale a prima mattina non era piacevole nemmeno per una strega come me che, di magia ne era abituata.
Bisognava non perdere la concentrazione, dare in escandescenze e pensare bene al posto d'arrivo.

Attraversare un portale significava circondarti di brividi lungo la schiena non appena il tuo corpo entrava a contatto con quella parte di magia. Come se una scossa ti elettrizzasse.

Si trattava di un grosso arco infisso nella parete della zona ovest della villa.
Era fatto d'acqua blu e sale cristallino che ruotavano ininterrottamente a formare una sfera nel bel mezzo di un cielo stellato in piena notte.

Rilasciava un delicato suono che, per un attimo, se chiudevi gli occhi pensavi di trovarti a navigare per la galassia.

Aveva due vie d'uscita. La Midnight e una zona a me sconosciuta che non ero obbligata a sapere.
Il consenso della creazione del portale fu dato a Garret un paio di settimane fa, dai Bathori stessi.
Egli lo considerarono importante se gestito e adoperato per una giusta causa.

Garret, infatti, disse che quest'anno vi erano, oltre a me, due membri del clan frequentanti il primo anno di università e che poteva servire per il trasporto.
Il portale, usando la via per la Midnight, ti teletrasportava in un piccolo negozio abbandonato a pochi chilometri dall'università.

Si trattava di dover fare una decina di minuti di camminata ogni mattina.
Il cortile della Midnight era pieno di matricole disorientate ed emozionate per il loro primo giorno all'università.
Ricordai con piacere il mio quando pensai di trovare difficoltà nel conoscere e relazionarmi con nuove persone.

Dovevo molto a quell'università. Mi concesse di fare amicizia con molte persone, tra cui i miei tre migliori amici che, senza di loro, non sarebbe stato lo stesso.
Rachel, Hunter e Steve erano fuori al cancello che attendevano il mio arrivo.

Non appena salutai, mi sorrisero come solo loro sapevano fare. Sorrisi anch'io sentendomi estremamente felice con i miei amici dinanzi a me.
«Cazzo, sembra far malissimo» Steve non esitò ad alzarmi la manica della felpa.
«Ti fa male?» domandò Rachel sfiorandolo con le dita.
«Si ma ho sentito più dolore stanotte. Ora è sopportabile»

Steve e Hunter non tolsero lo sguardo dalla rosa che bruciava ancora.
Continuai a guardarmi attorno affinché nessuno si accorgesse del mio nuovo tatuaggio.
«Quindi ti sei ufficialmente trasferita lì come membro del clan. Chi lo avrebbe mai detto»

«Se me lo avessero detto un anno fa, avrei risposto anch'io diversamente. È assurdo se ci penso ma era la cosa più giusta da fare. Mi hanno garantito un aiuto nel controllo dei poteri»

«I tuoi? riesci a controllarli?» chiese Hunter alzando, finalmente, il capo.
«I miei si ma ogni tanto è capitato che mia madre dovesse smorzare il tutto»

Steve, che fino ad allora rimase in silenzio, si alzò in piedi accendendosi una sigaretta.
«Se qualcuno ti fa del mal-»
«Oddio Steve non cominciare. Pensi che Brayden permetta ciò? Rilassati, non spetta a te difenderla»

Steve sbuffò imprecando contro Rachel che aveva capito cosa il lupo stesse pensando.
«Ho sentito questa frase tante di quelle volte che pare come se dovesse davvero succedermi qualcosa. Vi ricordo che ora sono doppiamente immortale, con poteri che vanno oltre l'immaginazione e posso anche soggiogare le persone. Praticamente una macchina da guerra se ci pensate» risposi vantandomi.

Risero tutti per il tono ironico usato e Steve scosse il capo.
«Come posso uscire con un vampiro ora? La mia reputazion-»
Gli lanciai addosso la bottiglietta d'acqua e, vedendo l'ingresso liberarsi, decidemmo di alzarci.
«Io ve lo dico, quest'anno sento che mi innamorerò, che perderò follemente la testa per qualcuno»

Nightfall light [In pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora