Capitolo X- Curaro

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La settimana seguente avvisarono Brayden circa le indagini sulla presunta comparsa del padre.
Gli mostrarono una foto anonima, scattata di sfuggita in pieno centro di Vladivostok, una piccola città nei pressi di Medwegya.

La foto ritraeva un signore dal volto coperto che Brayden non riuscii ad identificare bene e, per questo, preferì non giungere a conclusioni affrettate.

Optarono varie ipotesi circa l'accaduto. Alcuni sostenevano, fortemente, si trattasse di un pessimo scherzo da chi, per anni, odiava Brayden a tal punto da fare una cosa del genere.

Altri, invece, pensavano che quel signore era un semplice sosia di John Michealson.
La maggior parte della cerchia fidata di Garret, però, credeva in quel che vedeva, senza la minima certezza.

Domenica sera iniziò a nevica e in meno di mezza giornata, la candida e soffice neve imbiancò la città.
«Quanto è bella la neve!» dissi a bassa voce, guardando il bianco paesaggio dalla mia finestra.

«Non ha mai nevicato così tanto» rispose Brayden rimettendosi i boxer, per poi tornare ad abbracciarmi allungati nel letto.

Mi baciò lentamente toccandomi il seno nuovamente ma imprecò quando venne interrotto dall'arrivo di una chiamata.
Fece una smorfia nel leggere il nome e gettò il telefono all'apice del letto. Qualche centimetro e sarebbe caduto a terra.

«Denver mi sta stressando. Vuole a tutti i costi che dica di si alla sua proposta di andare al pub stasera. Ci vanno anche Stephan, Kyle e questi e-»

«Perché non vai? Ti sfoghi un pò, magari ti farà bene. Da quando vi siete laureati non siete usciti nemmeno una volta, considerando che eravate sempre al Blood ad escogitare chissà quale rissa»

Brayden si morse il labbro per non mostrare il sorriso ma finii per lasciarsi andare.
Amavo vederlo sorridere in quel modo e quando si accorse che lo stavo fissando, guardò le mie labbra.

«Vieni anche tu»

«Brayden è una serata tra amici e siete tutti ragazzi. Starete tutta la sera a parlare di donne, culi, milf, di scopate e chissà cosa ed io mi sentirei a disagio» guardai la sveglia sul mio comodino segnare le 08:58 «Cazzo, farò tardi a lezione!»

«Dove vai?» mi chiese quando mi alzai dal letto con solo l'intimo addosso.
«A farmi una doccia»

Lasciai che l'acqua iniziasse a scorrere per farla riscaldare. Nel mentre, sentii Brayden canticchiare una canzone dei Machine Gun Kelly.

«Che fai?» domandai vedendolo, completamente nudo, entrare nella doccia.
«La doccia» rispose con tono malizioso, afferrando la mia vita per avvicinarmi a lui «Vieni anche tu Hazel» ripeté di nuovo, questa volta con tono supplicante «Ho bisogno di te al mio fianco»
Toccò delicatamente il mio seno e mi baciò con foca.

Nell'ultimo periodo, Brayden cambiò radicalmente.
La notizia del padre e i seguenti avvicendamenti lo resero confuso e nervoso e per questo, sentiva il bisogno di certezze.

Cercava attenzioni continue da me ed io accontentavo ogni suo bisogno.
Non potevo fare altro, sebbene avessi voluto risolvere e colmare la sua rabbia verso una vita che continuava a metterlo alla prova.

Durante il pomeriggio, finite le lezioni universitarie, Stephan mi raggiunse in camera per avvisarmi della serata programmata da Denver.
Mi propose di venire ed io non potei non confermare l'invito.

Nightfall light [In pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora