Capitolo XVII- Il mittente

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Non so per quanto rimasi a terra, poggiata con la schiena al muro e le ginocchia al petto, con Garret che camminava furente, avanti e indietro, per il corridoio, borbottando qualcosa.

Per quanto mi sforzassi a dimenticare quelle scene orride e prive di umanità, quelle urla strazianti e la paura dei presenti, esse erano impresse nella mia mente.

Talmente tanto da non pensare a Steve, un lupo mannaro all'interno di una villa abitata da un centinaio di vampiri.

«Dovevi lasciare che le cose andassero avanti così» disse Garret con il tono della voce alto che dopo svariati secondi, si fermò.

Corrugai la fronte «Stai dicendo che ho fatto male a salvare quella signora? Avrei potuto salvare anche quelle persone morte se fossi arrivata qualche minuto prima e mag-»

«Hazel smettila!» urlò ancora di più «Non puoi salvare tutti, non puoi mettere in pericolo te stessa per salvare gli altri, non puoi! Nella vita bisogna essere anche egoisti»

«Che succede?» chiese Brayden con il fiatone, seguito da Stephan, Tyson, Simon, Denver e Christopher «Hazel stai bene?»

Annuii con il capo ma con la rabbia in corpo che frenava, forzatamente, la voglia di urlare.
«Che cazzo ci fa lui alla villa?» domandò Tyson riferendosi a Steve.

Steve, nel mentre, rimase al mio fianco guardandosi attorno rapidamente e senza dire nulla.
Quando venne menzionato e preso in considerazione, si alzò da terra raddrizzando la schiena.

«Non ho idea di come sia finito qui ma, credimi, preferirei essere altrove» Steve digrignò i denti in segno di difesa.
«Inizia a camminare allora, prima che-»
«Prima che, cosa? Non vi permetto di toccarlo» risposi a tono, prendendo la mano, stretta in un pugno, di Steve.

«Nel mio ufficio, tutti voi» il tono freddo di Garret, gelò le vene a noi presenti che smettemmo di parlare subito dopo, annuendo con il capo «chiamate anche Kyle»

Steve mi guardò chiedendosi se, anche lui, dovesse obbedire al suo ordine.
«Hazel quello mi fa paura» mi sussurrò all'orecchio.
Accennai un debole sorriso «Meglio non disobbedirlo»

I vampiri seguirono Garret continuare il corridoio, mentre l'ultimo della fila, Brayden, si fermò per guardare entrambi.
Mi squadrò un paio di volte per controllare se stessi bene, e fece lo stesso con Steve.

«Mi spieghi che ci fai qui?» gli domandò confuso.
«L'ho trascinato io dentro il portale, quindi non prendertela con lui»

«Non me la sto prendendo con lui ma non voglio averlo sulla coscienza, se dovesse accadergli qualcosa, solo perché è il migliore amico della mia ragazza»
«Infatti, tornerà a casa sano e salvo»

Steve mi supplicò, un paio di volte, di tornare indietro a Berna, in modo da rintanarsi in camera, al sicuro. Percorrere, anche solo un centimetro in più nella villa, non lo rassicurava.

Afferrai la sua mano, mimandogli con le labbra una frase d'incoraggiamento e, successivamente, feci lo stesso con Brayden per fargli capire di restare al nostro fianco.

Accettò dopo una sbuffata e un'imprecazione.
Lungo il corridoio, un membro del clan, si accorse della presenza di Steve provando ad attaccarlo ma con scarsi risultati, in quanto fu braccato da Brayden che lo minacciò bruscamente.

'Qui dentro fanno entrare cani e porci' finì il breve incontro con una frase disprezzante.
«Muoviamoci ad entrare, prima che altre persone sentino l'odore»
«Mi dispiace Steve, abbiamo quasi fatto»
«Simpatici i tuoi compagnucci, chissà perché ma l'immaginavo proprio in questo modo»

Nightfall light [In pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora