Capitolo XXI-Biglietto da visita

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«Taylor è uscita di prigione»

Quella notizia riaccese una minima speranza di poter ottenere maggiori informazioni che avrebbero aiutato me ed il resto del clan a capirne di più.
Vi erano ancora molti punti interrogativi.

Sarebbe stato difficile, però, parlare con Taylor. Lei odiava me per ciò che pensava le avessi fatto ed io ricambiavo quei miseri e noiosi sentimenti.

Senza tenere in considerazione che a causa sua, per anni, venni perseguitato e privato delle mie capacità e, quegli anni, non furono una passeggiata.
Proprio per questo, anch'io odiavo Taylor.

Era la tipica persona che sputava merda sugli altri per una soddisfazione personale, per privilegiassi quando, invece, era la prima a farsi mettere i piedi in testa.

Nonostante ciò, poteva sapere qualcosa, fornirci informazioni utili, risolvere i nostri enigmi o, non soddisfare le nostre aspettative.
Valeva comunque la pena provare e, avrei fatto di tutto per arrivare ad ottenere anche solo una risposta.

Avvisai Garret prima di uscire dal suo ufficio. Raggiunsi la mia stanza per prendere le chiavi e indossare una felpa qualsiasi.
Il sole era stato coperto dalle nuvole e le temperature iniziarono ad abbassarsi.

Imprecai quando, nella tasca del pantalone, sentii il telefono vibrare per l'arrivo di una chiamata a cui non avrei mai risposto. Indipendentemente dal mittente.

Imprecai nuovamente quando, dal momento in cui uscii dalla mia camera, incontrai Elaya bloccare il mio tragitto.

Se ne stava fischiettando lungo il corridoio con una sigaretta spenta tra le labbra e la solita camicia nera per mettere in risalto i muscoli flaccidi che aveva.
Per non parlare degli orrendi pantaloni neri skinny che indossava.

La sola presenza m'irritava.
La Rosa Nera era uno dei pochi clan ad avere così tanti membri e, come in ogni grande alleanza, vi erano dei gruppi formatosi all'interno.

Se da una parte c'erano i più fidati di Garret, con un buono controllo delle proprio capacità e grande stima e fiducia verso il leader, dall'altra vi erano i membri ancora in allenamento, i vampiri neonati, amici di vecchi membri o membri la cui importanza era irrilevante.

Elaya faceva parte di uno di questi gruppi, i finti buonisti. O almeno così li chiamavo io.
Gente con mente perversa, vampiri che cercavano di continuo il calore e la passione dal corpo di una donna. Gente assetata di sangue umano.

Garret, in dovere di leader, cercava costantemente di controllarli, offrendo loro delle sacche di sangue.
Continuava a dire che, ogni membro, era importante a modo suo ma non poteva escludere il fatto che, per alcuni, non avrebbe alzato neanche un dito.

Sebbene offrisse loro delle sacche, non poteva fermare le loro voglie ed ogni sera, mi toccava udire le urla delle ragazze e i loro volti privi di emozioni il giorno dopo.

Le portavano a letto, le soggiogavano, assaporavano il loro sangue e le lasciavano andare eliminando i ricordi della sera prima.
Nonostante non avessi mai visto Elaya fare una di queste azioni, lo sentii parlare, una sera, insieme ad alcuni dei nostri.

Parlarono di donne. Parlarono di Hazel.
La descrissero come solo dei pervertiti sapevano fare, specificando quanto eccitanti fossero le sue forme e il suo culo.

Nightfall light [In pausa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora