Capitolo 43

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"LEI DOV'È?" Strilla Jake spalancando la porta d'ingresso di casa mia.

Ci stanno aspettando tutti in salotto con sguardo perso, la maggior parte di loro sono già medicati e attendevano il nostro arrivo.

"Jake, sta tranquillo." Gli appoggio una mano sulla spalla e la stringo leggermente.

"Seguimi" silenziosamente Logan si alza e si inizia a incamminare verso il piano superiore dove c'è l'infermeria.

Damon non mi guarda nemmeno negli occhi tendendo il capo chino e le mani incrociate, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

"ERA QUESTO CHE STAVI NASCONDENDO! NON UNA RELAZIONE CON JAKE! MA LUI È UN MEMBRO DEL BRANCO E IL TUO BETA." Ringhia Rian alzandosi in piedi di scatto, rompendo il silenzio assordante che si era creato nella stanza.
Damon gli lancia un'occhiata ma poi riabbassa lo sguardo stringendo le mani in due pugni senza spiaccicare una parola.

"Tesoro, non.." Melanie si interrompe non sapendo neanche lei come continuare la frase.

"Mi hai mentito, mi hai nascosto una delle cose più importanti e io sarei il tuo Beta?" Stavolta Rian non sta urlando ma le sue parole arrivano dirette al mio cuore spezzandolo.

"Adrian. - La voce della zia rompe la bolla di tensione che si era creata. - Non essere così duro con Dakota. Non credi che abbia delle ragioni per non avere detto nulla." Cerca di smorzare l'atmosfera che si è creata.

Damon silenziosamente si alza dal posto in cui era seduto e senza dire nulla esce dalla stanza.
La sua indifferenza e non guardarmi nemmeno negli occhi mi ferisce più di tutto.

"Allontani tutti. - ricomincia in quarta Adrian.- Hai allontanato Logan, hai allontanato me e ora forse hai allontanato anche Damon. Perché tu non ti fermi mai, non pensi che ci sono anche altre persone intorno a te. Corri corri, dritta verso l'obiettivo: essere l'Alpha Maledetto, la giustiziera, la cacciatrice e per finire l'oscura. Tu vivi nel mistero, sempre al margine, silenziosamente. In tutto quello che fai si rispecchia ciò che sei. Ti posso fare un po' di esempi. - si avvicina a piccoli passi silenziosi, il suo lupo scalpita per uscire e la mano di Melanie che stringeva la sua, lascia la presa. -  Tra dieci anni quando guarderanno l'annuario studentesco, guarderanno la tua foto e diranno: Oh Dakota Price, si l'ho vista un paio di volte che si aggirava nei corridoi con i suoi amici, sembrava simpatica. Alla locanda, a parte Jim e Jo, chi pensi che si ricorderà di te? La classica ragazza che nel pomeriggio dopo scuola per racimolare qualche soldo. E ne potrei dire altri mille esempi.
Perché tu vivi ai margini, nell'ombra.
Vorresti essere come tuo padre, ma non sarai mai Ray." Le sue parole sono intrinseche di rabbia, di dolore e di veleno.

Una mano si intromette tra me e mio cugino, per poi andarsi a schiacciare sulla guancia di quest'ultimo. La piccola mano ossuta di mia zia trema con le lacrime agli occhi, mentre si rende conto di quello che ha appena fatto.

"Non ho mai alzato le mani, su nessuno di voi due. Ma ora basta non vi riconosco più." Fa passare lo sguardo tre me e Adrian. Lacrime silenziose scivolano sul suo volto e nel loro riflesso vedo la delusione che prova nei nostri confronti.

Nonostante lo schiaffo e le lacrime della madre lo sguardo minaccioso e carico di rabbia di Adrian non svanisce. Tutti nel salotto stanno fermi nelle loro posizioni a fissarsi in silenzio.
Lanciando l'ultima occhiata in direzione di Adrian prima di girare su me stessa ed uscire dalla stanza, in silenzio, nell'ombra come ho sempre fatto: vivendo ai margini.
Certe volte non puoi spiegare alle persone che ami il perché di quello che fai, sopratutto se le stai proteggendo.
Il morder non è per tutti, soprattutto non per le persone che ami.

Passo davanti all'infermeria e guardo al suo interno dove trovo Jake accasciato al fianco di una Piper che non sembra lei.
La sua carnagione già chiara è più bianca del solito, quasi tendente al verde.
Gli occhi sono chiusi, circondati da un colorito rossastro tipico di chi è malato e cerchi blu sotto gli occhi.
Dei piccoli fili le portano le sostanze che servono per nutrirla e aiutarla a farla stare meglio e che il suo piccolo corpo accetti il morso.
Il monitor accanto al suo letto continua incessantemente a riprodurre quel fantomatico 'bip' un milione di volte e, per quanto lo trovi irritante, so che è l'unica cosa che mi da la certezza che sia ancora viva.

"Ho sentito tutto, Didi. -La voce rauca di Jake rompe la piccola bolla che si era creata intorno a loro. - Vieni qui." Alza la testa e i suoi occhi blu mi raggelano sul colpo.
Ho provato a nasconderlo, ma sentivo  quel suo dolore lacerarmi un pezzo alla volta. L'ho reso mio, per un po' per dargli sollievo, ma dopo le parole di mio cugino non ho saputo più andare avanti.

"Mi dispiace" Sussurro mentre muovo i primi passi per avvicinarmi al letto di Piper.
Prendo una sedia ai lati della stanza e la trascino fino a essere accanto a Jake, dove poi mi lascio cadere.

"Non dovevi farlo."

"Lo rifarei, altre mille volte." Il suo braccio scivola sulla mie spalle e mi tira a se. Appoggio la testa sulla sua spalla e lascio che due lacrime mi segnino il viso.

Passiamo minuti in silenzio a fissare Piper senza vederla veramente, pregando che lei si svegli e che stia meglio.

"Non ci pensare nemmeno. - La sua esclamazione blocca il flusso di pensieri negativi che correvano senza sosta nella mia mente. - Non è vero niente di quello che ha detto lo stronzo di tuo cugino. L'abbiamo dovuto dire, anche se non è stato il modo giusto. Tutto quello che hai fatto e nascosto era per proteggere tutti, da quello che significa essere quello che siamo e del legame che abbiamo. Non capiranno mai com'è avere un'assassino sanguinario che ti scava nel profondo, anche se viene usato a fin di bene." Mi asciuga le poche lacrime che mi erano cadute.

"Mi farebbe piacere sapere che tipo di legame avete?" Una terza voce si intromette nel nostro discorso: Damon.
Con uno slancio si scosta dalla porta e incomincia ad avvicinarsi sempre più velocemente con passo fermo e deciso, ma posso leggere nei suoi occhi e dentro di me la gelosia che gli monta dentro.

Jake si alza per fronteggiarlo pensando che sia qui anche lui per dirmi quanto faccio schifo come Alpha, come amica e come qualsiasi cosa io sia, ma lo rifaccio sedere tirandolo per una manica della felpa.

"Sta tranquillo Jackie. Non è qui per creare problemi. - Cerco di tranquillizzarlo guardandolo semplicemente negli occhi. - Vero, Damon?"

"Voglio solo parlare e capire perché me lo avete tenuto nascosto?" Ringhia ferito stringendo le mani in due pugni tanto da farsi diventare le sue nocche bianche.

******

"Non comprendo a pieno quello che avete fatto, forse non lo comprenderò mai. E non cercherò di capire quello che avete fatto, ma lo accetto. In ogni caso per fronteggiare quei malati mentali abbiamo bisogno di rinforzi, motivo per cui ho chiamato mio padre. Lui e i miei guerrieri stanno venendo qui, arriveranno tra quattro giorni, tempo di preparare le cose, dire alle famiglie delle partenze e arrivare. Per intanto Lord e il suo clan sono qui, stanno perlustrando l'area circostante per assicurarsi che nessuno di loro si avvicini." Si alza dalla sedia al mio fianco, separando così le nostre mani che si erano ritrovate a metà della storia mettendo a tacere i nostri lupi che piagnucolavano per la distanza tra di noi.

"Damon?" Lo richiamo mentre si allontana per uscire dalla piccola infermeria.
Nel sentire la mia voce si gira lentamente nella mia direzione stirando un sorrisetto divertito ma dolce allo stesso tempo, che fa smuovere la lupa dentro di me.

"Ti aspetto in camera tua." Sussurra e si rigira, scomparendo dietro l'angolo del corridoio che porta alle scale.

"Raccapricciante, sento l'odore della vostra eccitazione."

The Lost Town -ai confini della realtà-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora