Capitolo 49

147 2 0
                                    

DAKOTA'S POV

Mi accascio a terra sfinita, l'incontro non era stato lungo ma basato sulla forza fisica e avevo vinto, ma cosa avevo perso quando avevo stretto le mie fauci intorno al suo collo fino a romperglielo?

Damon non mi avrebbe mai perdonato.
Addison mi avrebbe odiato, come del resto tutto il suo branco.

La prima ad arrivare fu Piper che si abbassò al mio livello stringendo le sue esili braccia intorno al mio collo piangendo.

Mi stava dicendo qualcosa, ma non sentì nulla di quello che mi stava dicendo. Il mio sguardo era fisso su due occhi color ghiaccio che mi fissavano spalancati e increduli.

Ero diventata il mostro che tutti credevano. Lo leggevo nei loro volti: Addison mi fulminò con lo sguardo. Melanie mi guardo schifata. Adrian e Logan mi fissano incapaci di dire o fare qualsiasi cosa. E poi c'era lei, la ragazza rossa che stringeva la mano a Damon, mi fisso con superiorità come se sapesse che aveva vinto una battaglia a cui non volevo nemmeno partecipare.

Assassina, mimò con le labbra mentre si stendevano in un sorrisetto sadico.

Damon mi guardava ma era come se fosse assente.
La ferita sul mio cuore si incrinò ancora un po' quando strinse la mano della rossa come per cercare conforto.

Ti prego, ti prego fammi spiegare.

Mi ritrasformai in umana, i vestiti a brandelli macchiati di sangue mio e di tutti quelli che avevo ucciso, ma sopratutto del l'unico genitore rimasto al mio compagno.

Un profondo squarcio mi percorreva in obliquo la schiena e tirava ogni movimento che facevo e continuava a riaprirsi, ma non mi importava. Cercai di avvicinarmi, dovevo spiegargli.

"Stai lì, non ti avvicinare."  La voce glaciale e velenosa di Damon mi spezzò il cuore in mille pezzi.

"Ti posso spiegare, davvero." La mia voce tremolante le gambe mi cedono e la ferita sulla schiena non accenna a rimarginarsi.
Il sangue continua a scorrere gocciolando sul terreno ai miei piedi creando una pozza si piedi di Logan e Piper.

"Dakota? Oh mia Dea!" La voce strozzata di Piper fa raggelare sul posto tutti i presenti - Cosa hai fatto? Perché non si ferma?" Cerca di fermare il sangue tamponando con la sua giacchetta la ferita.

"Non voglio le tue spiegazioni, Blake." Ringhia furioso.

Piper spalanca gli occhi incredula, fissando Damon a bocca aperta, come se non credesse al suono delle sue parole.

"Damon, ti prego." Lo supplico e alcune lacrime cominciano a scendere involontarie sul mio volto.

Addison avanza verso di me a passo spedito con un'espressione arrabbiata e di dolore sul volto.

"Marcirai all'inferno, assassina." Uno schiaffo potente riecheggia nella piccola radura.
La piccola mano di Addison si schianta contro il mio viso per poi ritrarsi più velocemente di quanto sia arrivata. L'avrei potuta fermare? Si. Ho voluto farlo? No. L'urto mi lascia un segno rossastro e la guancia un po' indolenzita.

"Addison!" La voce profonda di Logan la richiama e la circonda a se portandola via di peso mentre lei si ribella dicendo di volermi uccidere.

"È lei, Damon? Davvero? Andiamo è così scialba, selvaggia proprio come la sua amica strega." Il tono melodioso di Jules fa la sua apparizione, ma le parole dette fanno a pugni con la sua voce.

"Stai zitta, stronza." Le parole di Piper erano cariche di risentimento e odio verso di lei.
Si fulminarono a vicenda con lo sguardo, fino a che Jules non si nascose dietro la schiena massiccia di Damon.

"Ti proibisco di parlare così. - fu proprio lui a rompere quello scambio di sguardi tra la mia amica e la stronza rossa, con il suo tono distaccato. - Devi portare rispetto alla prossima Luna del branco di Los Angeles."

Tutti lo fissarono a bocca aperta, le sue parole significavano molto più di quanto sembrassero.

È il mio cuore che riversava già in diversi minuscoli pezzetti si polverizzo del tutto.

Mi aveva rifiutata. Davanti a tutti e davanti a lei, facendomi apparire debole e insignificante. Non solo mi aveva mollata, ma mi aveva anche umiliata.

Senza nemmeno farmi spiegare, ma insomma parliamoci chiaro: ho ucciso suo padre che pensavo di ottenere? Ringraziamenti?

Non provavo più dolore, non provavo più nulla in realtà. Solo un vuoto che incombeva su di me e non provai nemmeno a combatterlo, mi lascia avvolgere da esso.

"Forse è un bene che non vi siate marchiati. Pensate che casino ora." La cantilena raggiante di Jules non scalfi nulla perché era questo quello che era rimasto di me: un guscio vuoto.

Vidi il suo saccente sorriso vacillare al mio stato di indifferenza.

"Nessun altro saprà cosa è successo in questa radura. Così che tutti e due i branchi possano vivere in pace. Diremo che è stato ucciso da un vampiro e noi ce ne andremo per sempre."

"Come volete, Alpha Ross." La mia voce, anch'essa era vuota, senza vita.

Ma non importò.

L'unica cosa che volevo fare adesso era tornare a casa e conoscerla, conoscere mia figlia.

Addison, Damon, Jules e Melanie si girarono e proseguirono senza esitazione verso quella che loro reputavano casa. Invece Logan e Adrian mi fissarono sconsolati e con dolore sul volto.

"Andatevene. Lo so che non c'è più nulla qui per voi. - Li liberai, da me, dai miei casini e dal nostro branco che ora si era completamente disintegrato.- Sei libera di andare pure tu, se è questo che desideri." Mi voltai verso Piper che guardava tutto con sguardo inquisitore.

"No. Io non ammutino nessuno, non sono una codarda senza spina dorsale." Scocco un'occhiataccia a Logan e Adrian che sobbalzarono alla risposta di Piper.

"Se questo è un addio io vorrei sol- " cerco di dire qualcosa Logan, ma alzai la mano nella sua direzione per arrestare il flusso di parole che stava per uscire dalla sua bocca.

"Non devi dire nulla e io non voglio ascoltare nulla, perciò andatevene ora. Prima che vi dia la caccia." Ringhio sommessamente.

Se credevano che io fossi il mostro glielo avrei fatto credere, incondizionatamente.

***

"Manca poco, siamo quasi arrivate. -cerca di tranquillizzarmi Piper, mentre mi trascina quasi di peso fino al vialetto di casa. - JAKE! AIUTAMI!" Stilla a tutto volume cercando di farsi sentire da Jackson.

Una sagoma sfocata corre nella nostra direzione, ma poco prima che arrivi abbastanza vicina da metterla a fuoco crollo in un vortice di oscurità.

"Si sta svegliando?" Una dolce, calda, famigliare e profonda mi culla facendomi aprire gli occhi, ma sono costretta a richiuderli per la forte luce chiara che mi abbaglia.

"Probabilmente si." Un'altra voce che mi sembra di conoscere spezza il silenzio.

Questa volta quando riapro gli occhi riesco a focalizzare ed a abituarmi alla luce che riesco persino a scorgere due profondi occhi color prato fissarmi attenti.

"Ben svegliata, bambina mia." Il viso di mio padre contorna i suoi splendidi occhi.

"Sono morta, papà?" È l'unica cosa che riesco a chiedergli, prima di riaddormentarmi.

The Lost Town -ai confini della realtà-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora