Capitolo 12

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(Nella foto il mōrder di Dakota)

"Povera piccola, qui rinchiusa dal mostro che sei! È così che affronti le cose, scappi ti nascondi e aspetti che la bestia smetta! Vuoi che me ne vada che il mio istinto prevalga su di te eh?! Pensavo che fossi più forte di così, è così semplice sottometterti" alzo lo sguardo mentre vedo la stessa ragazza così simile a me che avevo visto nel limbo.

"Cosa posso fare, lasciarti libera così ammazzerai tutti eh? Ti rinchiudo, mi richiudo e aspetto che la tua ira nei miei confronti finisca!" le parlo piano mente sento che di colpo il rumore intorno a me cessa per qualche instante.

"DAVVERO CREDI CHE SIA NORMALE STARE CHIUSE QUI DENTRO! NON TI SEI MAI CHIESTA IL PERCHÉ TI ODIO COSÌ TANTO!" mi urla addosso e la guardo allucinata.

"Non so perché tu mi odi così tanto, ma è una cosa che non ci tengo a scoprire." Le sputo addosso velenosa, mentre mi rinchiudo in me stessa.

"Non sai controllarmi, perché invece di accettarmi mi odi e respingi una parte di te, ti sei chiesta il perché sei cosi debole a volte. Hai paura di te stessa, hai paura di questa parte di me e devi accettarla solo così puoi controllarmi." Si siede in parte a me e mi guarda con il suoi scintillanti occhi rossi fuoco.

"Perché mi stai aiutando a controllarmi, a controllarti?" le chiedo non capendo il suo comportamento, quello che vuole lei è uccidere.

"Secondo te, sono stata rinchiusa per anni nel limbo e prima quando eravamo delle cucciole qui dentro, per trovare il controllo. Quando l'unica cosa che voglio è rivedere il mondo e correre libera. Possibilmente prendendo qualche anima dannata, se fosse possibile, ho una fame da oltre tomba." Alza gli occhi al cielo.

"Quindi che dovrei fare? Accettarti? Farti entrare? Come se fosse semplice, e se la mia fame fosse insaziabile e mangiassi l'anima di un umano?" le chiedo strabuzzando gli occhi e agitando le braccia al cielo come se fossi normale.

"ODDIO AHAHA! Te lo giuro mi fai morire dal ridere! Ma nostro padre non ti ha raccontato come siamo nati, come nonna è nata e perché ha ricevuto questo dono?- mi chiede lei allarmata- comunque, perché mamma e papà non ci sono? Non li ho visti qui fuori e non sento il loro odore, ma solo quello di Adrian." Finisce il discorso guardandomi con i suoi e i miei occhi rossi.

"Facciamo così: tu mi spieghi l'origine della nostra maledizione e io ti faccio entrare e ti prometto che faremo un giro all'esterno e andremo a caccia. Così capirai da sola cosa è successo ai nostro genitori." Le allungo la mano e lei la stringe subito guardandomi con un sorriso che va da una parte all'altra.

"Nonna come ben sai, non è proprio così giovane come potrebbe sembrare. Dovrebbe compiere più o meno circa i trecentoventisei anni il mese prossimo. Quando è nata era una semplice umana, solo che il destino e la Dea Luna decisero che il suo compagno di vita sarebbe stato l'Alpha del Nord America, uno degli originali: Noah Ray Blake e..." la interrompo di colpo stringendo il suo polso, guardandola allucinata.

"Ray? Come papà?" chiedo con le lacrime agli occhi? Il secondo nome del nonno era il nome di papà. Quando ero piccola vedevo spesso papà che parlava poco volentieri del nonno e della nonna.

"Si!Ora fammi finire – alza gli occhi al cielo e sbuffa per la mia interruzione e sogghigno leggermente. - I genitori di nonna decisero di trasferirsi dalla Norvegia in America e hai tempi era abbastanza difficile insomma era il 1700, fecero diversi scali per poi arrivare in Montana, proprio qui, nelle tue terre, si stabilirono qui, nella casa branco e iniziarono a coltivare la terra, cosa che in Norvegia era molto difficile per le lunghe distese ghiacciate. La nonna cresceva e diventava sempre più una bella ragazza: una chioma bionda color del grano, occhi azzurro cielo, pelle candida color del latte e non molto alta però con un bel fisico.- sbuffo e alzo gli occhi al cielo, ora so da chi ho preso la mia bassezza!Grazie nonna. – Un giorno sentì un fruscio provenire dal bosco, sapeva che nel bosco c'era un branco di lupi, ma in quel momento non le importo più di tanto, era come se qualcosa la stesse chiamando, ma in realtà era la vicinanza del suo compagno. Si addentrava sempre di più nella foresta da non sapere neanche sapere più dove si trovasse, ma proseguì dove l'istinto la stava portando. Ad un certo punto si fermo in riva ad un laghetto e poco dopo dall'altra sponda, dalla fitta boscaglia sbucò un grosso lupo nero con enormi occhi rossi scintillanti, ma la nonna non ebbe paura, anzi, si fece avvicinare dal grosso e maestoso lupo nero, qualcosa in lui le dava un senso di casa, di appartenenza. Quando il nonno ormai le era davanti, aveva da subito capito che era la sua compagna, ma come poteva essere veramente lei, era un'umana, nella loro ormai secolare storia non era mai capitato che un'umana potesse essere la compagna di un lupo, di un licantropo, era fuori dal comune. Ma la sua bellezza,ormai, lo aveva stregato, non aveva mai visto nessuna più bella di lei, nei suoi secoli. Era la creatura più bella che aveva mai visto e non stava scappando da lui, anzi lo stava fissando con i suoi occhi color cielo, come se potesse leggerci dentro, e senza che se ne rendessi conto era in forma umana davanti a lei, e si fissavano negli occhi, il nonno in forma umana era la coppia spiaccicata di papà solo con i capelli neri. La nonna rimase incantata dai suoi occhi verdi prato e del suo corpo muscoloso. Dopo poco iniziano a parlare come se la persona che ora la nonna aveva davanti non era mutata da un lupo ad un umano,continuarono per ore senza sosta, come se il mondo attorno a loro non contasse e presto arrivo la sera. La nonna sapeva che non si ricordava la strada per andare a casa e che se sarebbe persa facilmente,ma il nonno individuò presto il piccolo problema della nonna e decise di riaccompagnarla a casa. Nel ritorno verso casa il nonno prese coraggio e raccontò tutto alla nonna, di cosa era lui in realtà e cosa lei era per lui, all'inizio la nonna ne rimase un po' interdetta, ma quando punto il suo sguardo in quello del compagno campì che era la verità e da quel giorno in poi i due si vedettero per il prossimo mese e mezzo, tutti i giorni, appena avevano un po' di tempo libero correvano al loro laghetto, fino al giorno che il nonno le chiese di sposarla, la risposta della nonna era scontata, lei lo amava, lui amava lei. Però nulla andò come si aspettarono loro, il papà della nonna, ovvero il bisnonno, aveva ceduto sua figlia in sposa ad un proprietario terriero molto ricco, così che la sua incantevole figlia fosse nella mani giuste; come possono spiegarti questa parte, praticamente il nonno e la nonna corsero a dare la notizia alla famiglia delle nonna, ma quando arrivarono trovarono una carrozza pronta a portare via la nonna. Il nonno non digerì molto facilmente la cosa, anzi preso da uno schizzo di rabbia si trasformò nel suo enorme lupo nero parandosi davanti alla nonna, per proteggerla, nessuno l'avrebbe portata via da lui. Erano tutti molto scossi e spaventati, tanto che il bisnonno sguainò una spada, che neppure sua figlia seppe da dove la tirò fuori, suo padre era sempre stata una persona calma e pacata.

Però non fu lui che colpì il nonno,ma il futuro sposo della nonna. Non si capacitava come lei potesse amare quel mostro, quel abominio, invece che lui. Ma anche lui presto dovette correre in ritirata, il nonno era furioso, anche da ferito proteggeva la nonna come se fosse la cosa più importante, come se fosse la sua ragione di vita anche se lui era ridotto malissimo, alla fine la battaglia si concluse con il nonno che scaraventava, l'ormai ex futuro marito della nonna: Jhon Martinez, contro un albero, si accucciò e si carico la nonna in groppa e corsero via, lontano da tutto e da tutti.

Dopo che si furono stabiliti in pianta stabile nel branco e nonna rimase incinta, fu marchiata e divenne la Luna del branco e essendo la compagna di un licantropo la Dea decise di fargli un dono, allungandole la vita, ora invecchiava insieme al suo compagno, in simbiosi. Trascorsero mesi e le acque, con la vecchia famiglia della nonna e il suo futuro ex marito, si erano calmate. In un giorno tranquillo la nonna stava passeggiando nei dintorni dove era stabilito il branco, quando dai cespugli saltarono fuori dei cacciatori e Jhon Martinez che fissava disgustato la sua enorme pancia. "Non vi avvicinate!"si stava allontanando la nonna e con le spalle contro l'albero, chiamò con il collegamento mentale Noah

"Ti sei fatta mettere incinta da quel mostro! Sei solo una puttanella, che si è fatta mettere incinta dal primo che passa. Ucciderò te, il tuo nuovo spasimante e quella bestia che hai in pancia, uguale a suo padre." Sputa velenoso Jhon e puntò la balestra, con una freccia di argento, prese la mira e scoccò la freccia, nonna cerco di proteggersi la pancia, ma la freccia non arrivò mai a lei. Il nonno si era messo davanti per proteggerla e la freccia lo colpì. Nonna era caduta sulle sue ginocchia, un peso nel petto la stava opprimendo, e il nonno era lì, che la guardava, mentre la vita scivolava via dai suoi occhi. Il branco arrivo poco dopo e cacciò via tutti i cacciatori dalle loro terre, alcuni di loro morirono sotto le fauci dei membri del branco, stavano rivendicando l'Alpha. Jhon Martinez riuscì a fuggire e nacquero i cacciatori del soprannaturale. Nonna cullò il nonno tra le sue braccia che ormai stringevano il suo corpo umano, mentre i suoi occhi verdi erano sempre più spenti, prima che se ne andasse per sempre disse le sue ultime parole "Ti amo Nali". Dopo quel giorno nonna fu distrutta non usciva faticava a mangiare e rischiava di perdere il piccolo, non dormiva più dagli incubi che aveva, lo sognava, sognava il nonno in una pozza di sangue che le diceva che era colpa sua se era morto, che non sapeva difendersi da sola. La Dea impietosita da quella scena e dalle barbarie che stavano commettendo i cacciatori, contro i suoi figli, decise di fare un dono alla nonna. 'Ti dono il potere della distruzione, anche detto gene rosso, saper scindere il male e il bene è la cosa che sai fare meglio, mia cara Nälindi. Ti dono il potere di scacciare le anime oscurate dall'odio dei cacciatori, tuo figlio sarà l'Alpha del branco maledetto, ti dono un potere oscuro per trasformarlo in luce, perché solo quelli di buon cuore come te e quelli della tua stirpe posso compiere un simile gesto così puro. Il tuo branco avrà un po' del tuo potere, saranno i combattenti migliori, detti anche mōrđer, assasini, dovete proteggere i vostri simili dai mali. Però dovrai pagare un grande pezzo, quando tuo figlio sarà in grado di comandare il branco, tu lascerai il tuo ruolo da Luna, farai salire tuo figlio e tu mia cara diventerai la Dea rossa, sarai la Dea dei tuoi assassini. Avranno un caro prezzo da pagare, dovranno cibarsi di anime dannate, non ne saranno dipendenti, ma si sentiranno semplicemente più forti. Anime oscure, prive di luce, che si sono fatte mangiare dall'odio.' La nonna accettò e porto avanti il branco come un brava Luna e tirò su suo figlio come un ottimo Alpha,come suo padre." Finì così il discorso e decisi di accettare la mia mōrđer, di farla entrare e ad accettarmi.

Successo tutto così velocemente che neanche me ne resi conto, il rumore intorno a me era finito c'ero solo io, o meglio io nella mia parte da assassina.

"C'è l'ho fatta! C'È L'HO DAVVERO FATTA!" gioisco mentre saltello da una parte all'altra della stanza.

"ADRIANNNNN!" urlo nel collegamento mentale.

"Non ti farò uscire bestia!" sputa velenoso mio cugino

"Ei! Così mi offendi, la controllo sul serio."

"Dammene la prova!" trema la sua voce.

"Du er mitt sol" inizio

"og du min polarstjerne"conclude in norvegese .

Le parole che aveva scelto la nonna.

The Lost Town -ai confini della realtà-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora