Capitolo 11

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"NOOOOOOOOO" urlo alzandomi di scatto dal letto e vedo la mia immagine riflessa nello specchio con artigli e zanne sguainate e i miei occhi sono spalancati e rossi con striature nere che parono dalla pupilla e arrivano alla fine dell'iride.

Mio cugino si sveglia di soprassalto, mi guarda con gli occhi spalancati e avvicina una mano e mi allontano velocemente. Il ricordo del sogno è ancora vivido nella mia mente io con la mia aria da mōrđer*e tutti i miei amici e parenti morti dissanguanti e c'ero io che mi guardavo allo specchio con il sangue che colava dalle mie zanne, ero stata io.

"Allontanati! Stammi lontano Adrian." mi allontano e mi alzo dal letto in fretta e furia e inizio a preparare un zaino con dentro le mie cose.

La stanza è piombata in un silenzio tombale, è sempre lui che mi accompagna il silenzio, ma so che non resisterà ancora tanto, devo andarci, lo devo fare. Devo proteggerle le persone a cui voglio bene e in questo stato, di sicuro non posso farlo.

"Cosa stai facendo?" si allarma mio cugino mentre metto vestiti necessari per un paio di giorni, giusto il tempo che serve per far tornare il silenzio.

Inizio a sentire dei bisbigli in sotto fondo, che provengono dalla mia testa, devo sbrigarmi, prima che sia troppo tardi e il rumore sia insopportabile.

"È arrivato il momento che tu lo voglia o non lo voglia, mi devi chiudere lì dentro .Il rumore sta ricominciando e lo devi fare." Concludo e dopo aver chiuso lo zaino in pigiama esco dalla camera e mi dirigo in bagno del piano, raccolgo anche li le cose principali che mi servono per sopravvivere una manciata di giorni.

"Non le senti più da un po'! Non possono essere tornate dopo così tanto." Sentenzia Rian, che dopo avermi seguito in bagno mi fissa allucinato.

"Non so quanto tempo mi rimane, dobbiamo fare in fretta! Il rumore si sta amplificando!" appena finisco di parlare, sento gli artigli che escono e sento gli occhi scintillare.

"Muoviamoci!" esclama Adrian, si deve essere accorto della situazione gravissima e che il rumore si sta amplificando abbastanza velocemente rispetto a quando ero piccola.

"Appena uscirai di lì ti devo parlare di una cosa importante." Varchiamo la porta d'uscita della casa branco, ma facciamo appena pochi passi che sentiamo una voce richiamarci.

"Dove pensate di andare voi due?" zia Audrey è sulla porta che ci guarda fulminandoci con gli occhi, ma appena riposa lo sguardo su di me capisce cosa sta succedendo. La sua faccia da sconvolta si trasforma in impietosita e dopo avermi sussurrato un "mi dispiace moltissimo tesoro" dice che avrebbe tenuto informato Piper e Logan che sapevano del rumore e che avrebbe tenuto buono il branco di Damon.

"Jo" ringhio senza accorgermi contro mia zia, merda anche le zanne, sto mutando troppo in fretta per arrivarci con calma.

"Si tesoro, avvertirò anche Jo" mi sorride e si volta per rientrare in caso, non prima di stare attento ad Rian.

"Andiamo Didi, facciamo in fretta." Ci mettiamo a correre e il rumore si amplifica a dismisura, so cosa significa, non manca poco sarò del tutto trasformata, nella parte che odio di più.

Circa tre minuti dopo, siamo davanti alla mia prigione, creata per me e mio padre per iniziare a controllare il mōrđer.

Vista dell'esterno era solo una catapecchia abbandonata, più che altro uno sgabuzzino abbandonato e se ci entrava qualcuno di esterno alla mia famiglia, ci si trovava semplicemente il nulla, vuoto. Ma con appena una punta del mio sangue e il vecchio sgabuzzino si tramutava in una specie di bunker, sotterraneo. Grazie alla vecchia strega che c'era nel branco quando mio padre era ancora un giovane Alpha che doveva ancora controllarsi.

Entrai velocemente dalla porta e iniziai a scendere le scale il più velocemente possibile, rischiando di cadere moltissime volte.
Il bunker andava cosi in profondità per impedire alle mie urla o a qualsiasi suono provenga da qua dentro di fuoriuscirne.

Appena arrivo in fondo alle scale, non manca tanto me lo sento. Mio cugino mi guarda preoccupato, mentre chiude la porta in titanio rinforzato con un piccolo spioncino che permette di guardarci dentro.

'mi dispiace così tanto che tu debba stare qui mentre sto così.' Parlo con mio cugino attraverso il collegamento mentale, prima che io venga soprafatta dal rumore.

'non ti scusare neanche! Sono tuo cugino e il tuo Beta. È il mio dovere proteggerti e non ti lascerò neanche quando mi dirai di andarmene o farai e dirai di tutto per farmi aprire questa porta. Ricorda le nostre  parole quando ritorni in te, proteggila e non lasciare che vinca questa volta, sei più forte tu del mōrđer, perché tu sei lei. E comandi tu."

Conclude il discorso mentre mi guarda l'ultima volta, mentre si dirige nell'appartamento opposto alla mia porta, anch'esso con porta rinforzata. Appena chiude dentro di lui la porta sento che fa scattare il sistema di contenimento, nessuno esce, nessuno entra per i prossimi giorni.

'du er mitt sol'* parlo mentalmente con mio cugino.

'og du min polarstjerne'* ed è l'ultima cosa prima di lasciare spazio alla bestia.

Il rumore prende il controllo e l'unica cosa che riesco a distinguere è 'uccidi'.

Traduzioni & angolo autrice

Mōrđer = Assassino/a

du er mitt sol = tu sei il mio sole

og du min polarstjerne = e tu la mia stella polare.

Siate buone con me, vi prego. È la prima volta che scrivo un angolo autrice e non so manco da che parte girarmi. Spero che la mia storia vi stia piacendo e se avete qualche critica, costruttiva si intende,l'accetto. Vi dico già, che all'insulti non ci faccio molto caso, ognuno può piacere come non piacere la mia storia, sono gusti. Quindi se evitate di insultare risparmiate solo tempo, perché non risponderò.

Comunque passando alla storia che penso che sia la cosa che vi interessi di più, ora come ora non voglio e non posso dirvi niente sulla provenienza e il perché di queste parole, ma più avanti capirete molte cose sulle origini di Dakota e della sua famiglia. Per il resto, non dirò nulla. E questo capitolo è più corto del solito, ma preferivo chiuderlo così che divulgarmi troppo.

The Lost Town -ai confini della realtà-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora