Era il primo giorno ed ero già in ritardo.
Stava piovendo a dirotto, le strade erano invase da pozze d'acqua e i clacson delle macchine sembravano delirare.
James strinse le mani sul volante, infastidito. <<Cristo, sono già le otto!>> si lamentò.
<<Sono in ritardo...>> mormorai appoggiandomi allo schienale del sedile. Nella mia mente iniziai a considerare un'idea imbecille, ma non mi restava alternativa. <<Vado a piedi.>> afferrai lo zaino, pronta a scendere dalla macchina, ma James mi mise una mano sulla coscia, fermandomi. <<Dove pensi di andare con questo tempo? Arriverai tardi alla prima lezione di letteratura, e allora? Il professore non sarà tanto cattivo da punirti il primo giorno.>>
Il professor Downey.
Per me era ancora un tasto dolente da toccare. Mi aveva davvero ferito il fatto che avesse preferito mollarmi piuttosto che dare qualche milione di dollari alla sua sorellastra. Credevo che ci fosse qualcosa di puro tra di noi, ma in effetti mi ero lasciata trascinare troppo da quella situazione. In fondo lui era solo il mio professore, quest'anno mi sarei laureata e non l'avrei mai più rivisto in vita mia. Vederlo dopo tutti quei mesi passati ad odiarlo mi terrorizzava parecchio, ma dovevo concentrarmi sullo studio anziché sbavargli dietro. In più James non era a conoscenza del fatto che avessi avuto un flirt con il mio professore. Non avevo detto a nessuno di noi, non avrei mai voluto infrangere la sua volontà. Insegnare era la sua passione e gli avrei rovinato la vita spifferando in giro che eravamo andati a letto insieme.
<<Lo spero proprio.>> mormorai più a me stessa che a lui. <<Se il traffico non si sblocca dovrò per forza scendere.>> gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra per poi aprire la portiera della macchina.
<<Ti ricordi della cena di sta sera, non è vero?>>
Annuii. <<Passo a prenderti alle otto. Non fare tardi, voglio trovarti già fuori dal dormitorio.>>
Sbuffai. <<Va bene, va bene.>>
Mi attirò a sé e fece unire le nostre labbra per qualche secondo. <<Ti amo.>>
Sorrisi. <<Ti amo. A dopo.>> mi catapultai fuori dalla macchina e corsi a perdifiato sotto la pioggia, cercando di non farmi investire dalle automobili.
Il tempo a New York sembrava aver voglia di giocarmi dei brutti scherzi. Ma in fondo è proprio grazie alla pioggia che avevo passato i momenti migliori della mia vita. Ero uscita distrutta dopo aver perso il mio amato professore, ma per fortuna James si era presentato nella mia vita e aveva fatto centro. Stavamo insieme ormai da cinque mesi e la cosa sembrava piuttosto seria. In più aveva soltanto ventisette anni, non era poi così grande per me. Facevamo tutte quelle cose stupide che solitamente fanno gli adolescenti ed era un lato della nostra relazione che mi completava.
Feci capolino all'interno della struttura, camminando a grandi falcate verso l'aula di letteratura. Mi sfilai il cappotto zuppo di dosso e notai la porta ormai chiusa dell'aula.
Merda, la lezione era già iniziata!
Entrai comunque, attirando l'attenzione dei presenti all'interno della classe. Ero bagnata dalla testa ai piedi ma in quel momento non mi importava. Il mio sguardo si posò sul mio professore, che non emise un fiato.
<<Professor Downey...>> deglutii a fatica.
Era sempre perfetto, impeccabile. Barba ben curata, camicia infilata dentro i pantaloni del completo, giacca, cravatta e occhiali da vista tenuti sul naso.
Pura attrazione per me.
<<Signorina Evans...>> sembrava pietrificato. Ma cosa doveva aspettarsi? Sapeva che avrei dovuto passare un altro anno con lui per laurearmi, eppure sembrava che avesse visto un fantasma. Sembrò riprendersi dallo shock, schiarendosi la voce. <<Sei in ritardo. Dovrò metterti una nota di demerito.>> esordì per poi aprire il registro di classe, annotando qualcosa.
Iniziamo proprio bene.
<<Mi dispiace.>> mormorai cercando un posto libero con lo sguardo.
Downey si schiarii la voce per attirare la mia attenzione e mi passò un foglio sul quale c'era scritta la mia nota.
Meraviglioso.
Notai che l'unico banco libero era quello davanti la cattedra, proprio di fronte a lui. Sbuffai per la mia solita sfortuna e andai a sedermi, lasciando lo zaino sul banco. Jordan, che sedeva dietro di me di qualche metro, mi lanciò un saluto con la mano, che ricambiai con un sorriso forzato.
Il mio nuovo anno sembrava promettere bene.
Il professor Downey si concentrò un attimo su di me, con il suo odioso sguardo impassibile, dopodiché si rivolse all'intera classe. <<Se la signorina Evans ha smesso di interrompere la mia lezione...>> alzai gli occhi al cielo. Lui se ne accorse fin troppo bene ma non disse nulla. Strano. <<aprite il libro di testo. Vi do trenta minuti per leggere e parafrasare il sonetto 18 di Shakespeare. Buon lavoro.>> richiuse il suo libro per poi sedersi sulla sedia e lanciare uno sguardo esasperato alla classe.
Tirai fuori il mio libro, che per fortuna il tessuto impermeabile del mio amato zaino aveva salvato da morte certa. Lo aprii nella pagina giusta e iniziai a leggere il sonetto. Avevo imparato ad amare Shakespeare grazie a Robert, ne sapevo più dei miei compagni ormai."Posso paragonarti a un giorno d'estate?
Tu sei più amabile e più tranquillo.
Venti forti scuotono i teneri germogli di Maggio,
E il corso dell'estate ha fin troppo presto una fine.
Talvolta troppo caldo splende l'occhio del cielo,
E spesso la sua pelle dorata s'oscura;
Ed ogni cosa bella la bellezza talora declina,
spogliata per caso o per il mutevole corso della natura.
Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,
Né perder la bellezza che possiedi,
Né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,
Quando in eterni versi al tempo tu crescerai:
Finché uomini respireranno o occhi potran vedere,
Queste parole vivranno, e daranno vita a te."Sentii addosso lo sguardo pesante del professore. Alzai gli occhi verso di lui, notando che non aveva intenzione di interrompere il contatto visivo. Mi chiedevo cosa avesse da fissare in quel modo, poi prese il cellulare e digitò un messaggio che mi arrivò subito.
Professor Downey: sei troppo trasparente.
La pioggia aveva inzuppato la mia camicetta bianca che fece trasparire il mio reggiseno rosso. Indossai il cappotto per coprirmi meglio e guardai il professore che mi fissava con un sorrisino compiaciuto. Decisi di ignorarlo, scrivendo sul quaderno una nota riguardante il sonetto di Shakespeare.
Quando la lezione terminò, i miei compagni si affrettarono ad uscire dall'aula, e così anche Jordan. Pregai mentalmente di non rimanere da sola con lui, ma purtroppo avevo perso del tempo per mettere a posto le mie cianfrusaglie dentro lo zaino. Lo vidi avvicinarsi al mio banco con la coda dell'occhio, ma non sembrava avere brutte intenzioni. Tenni lo sguardo fisso su quello che stavo facendo, ignorando la sua presenza. Riuscivo a sentire quel suo bellissimo profumo e lo maledissi mentalmente.
<<Speravo che venissi.>> mormorò mettendo poi le mani in tasca.
Misi lo zaino in spalla, pronta ad andarmene. <<Sa com'è, devo laurearmi. Arrivederci, professore.>> in un attimo sentii la sua solita presa forte sul mio polso, che mi costrinse a rimanere.
<<Ti prego, Silvia. Mi devi ascoltare.>> mi persi in quel suo sguardo implorante, pronta a concedermi una spiegazione da parte sua. <<Mi sei mancata.>>
Era tutto quello che aveva da dire?
Feci una risatina amara, scostandomi dalla sua presa. <<Tu invece no.>> incrociai le braccia al petto.
Si morse il labbro inferiore, bloccandomi tra il suo corpo e il bordo del banco. Mi accarezzò le labbra con il pollice ma voltai la testa di lato, cercando di fargli capire l'antifona.
<<Più sei bagnata, più sei luminosa. A proposito, mi piace quel reggiseno.>> lanciò uno sguardo alla mia camicetta trasparente per poi spostare lo sguardo su di me.
Diventavo una mollacciona alle sue lusinghe. Dovevo rimproverarlo, gridargli in faccia o prenderlo a schiaffi ma non ne avevo il coraggio.
Passò lentamente due dita lungo il mio collo ancora umido, cercando di farmi piacere. <<Non avrei mai immaginato che fossi così caparbia ed egoista.>> ringhiò.
Io ero egoista? Ma senti!
<<Non sono più il tuo giocattolo, Downey.>> lo spinsi bruscamente, facendolo indietreggiare di poco. <<Vai a infastidire un'altra delle tue studentesse. Io non sono più a tua disposizione.>> uscii a passo svelto dall'aula, dandogli volontariamente una spallata.SPAZIO ME:
SORPRESAAAA HO ANTICIPATO LA PUBBLICAZIONE PERCHÉ OGGI È IL MIO COMPLEANNO E VOGLIO I VOSTRI AUGURI.
Pubblicherò il secondo capitolo fra qualche giorno, vi farò dannare ❤️
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𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
Hayran Kurgu[SEQUEL DI "A Silvia"] Non ero pronta ad affrontare l'ultimo anno. Il fatto di aver perso il mio amato professore mi aveva fatto riflettere. In fondo le storie più belle sono quelle destinate a perire, e così era successo con la mia favola d'amore...