Capitolo diciassette

2.2K 113 25
                                    

Per l'ennesima volta Diana mi aveva consegnato le chiavi della libreria affinché la potessi chiudere non appena fossero state le nove. Ultimamente mi aveva lasciata sola parecchie volte per uscire con il suo nuovo ragazzo; mi faceva piacere per lei ma così rimanevo da sola.
Avevo servito un paio di clienti, dopodiché il negozio era rimasto deserto. Decisi di riprodurre alla radio un po' di musica che si propagò per tutte le stanze della libreria, perfino al piano superiore. Iniziai a ballare per tutto il negozio mentre davo una bella spolverata in giro.
Darcy, James e il professor Hiddleston si erano tolti di mezzo; i miei problemi sembravano spariti all'istante ed ero finalmente felice con l'uomo che ogni donna desidera.
Tolsi tutti i libri restanti dalla tavolata nella sala da lettura e li riposi accuratamente sugli scaffali. Sentii il campanello della porta suonare, così mi affrettai ad abbassare la musica per poi precipitarmi ad accogliere il nuovo cliente.
Ma sorprendentemente vidi Robert.
<<Che cosa ci fai qui?>> gli andai incontro per poi lasciargli un bacio a fior di labbra.
<<Ho pensato di organizzare una piccola cena insieme a te visto che lavori tutto il pomeriggio.>> posò la mano sulla mia schiena, attirandomi a sé. Mi mostrò una busta proveniente dal Burger King per poi posarla sul ripiano lì vicino. Mi baciò ancora mentre inalavo il suo splendido profumo da uomo e affondavo le mani nei suoi capelli morbidi e setosi. Assaporai le sue labbra come se non lo facessi da tanto tempo, perdendomi nel gusto di quel bacio. Robert fece scorrere entrambe le mani lungo la mia schiena, dopodiché afferrò il mio didietro con decisione, intento a non lasciarmi andare.
<<Non puoi provocarmi sul posto di lavoro.>> replicai.
<<Tu lo fai di continuo. Non sei una santarellina.>>
Da quando l'avevo incontrato per la prima volta ero cambiata molto, a stento non mi riconoscevo. Quella stessa mattina avevo preso a schiaffi Darcy, una cosa che non avevo mai fatto in vita mia. E poi stavo iniziando a diventare dipendente dal sesso con lui, quasi come se mi tenesse in vita farmi montare dal mio professore di letteratura.
<<A proposito, l'altro giorno ho visto una gonna molto carina da Ralph Lauren. E sopratutto molto corta.>> mormorai suadente.
<<Chiariamoci bene: puoi indossare la gonna quando vuoi, ma non in classe.>>
<<Perché attiro l'attenzione dei miei compagni o la sua, professore?>> gli accarezzai il collo con le dita, sentendo il suo cuore battere a mille.
<<Le tue gambe mi distraggono molto.>> si morse il labbro per poi lasciarmi una pacca sul didietro. <<Com'era questa gonna che hai visto?>> domandò.
Lanciai un'occhiata all'orologio. Erano ormai le nove e tre minuti, così girai il cartello appeso alla porta che indicava la chiusura della libreria.
<<Bianca con le pieghe.>>
<<Mi piacerebbe vedertela indosso. Magari con quella splendida camicetta e il gilet all'uncinetto.>> infilò le mani in tasca per poi seguirmi fino alla sala riservata alla lettura. Si sfilò il cappotto di dosso appendendolo nell'appendiabiti. Liberai il tavolo dove, poco prima, avevo appoggiato i libri, così ci sedemmo e iniziammo a mangiare tranquillamente.
Forse Diana non voleva che si mangiasse in libreria, ma lei non c'era in quel momento e la responsabilità era mia.
<<Sai... l'altro giorno sono andato nell'ufficio di Hiddleston.>>
Alzai lo sguardo su di lui, temendo il peggio. <<Cosa hai fatto?>> lo guardai torvo.
<<L'ho soltanto minacciato, non l'ho neanche sfiorato.>> precisò pulendosi la bocca con un tovagliolo.
Mi schiaffeggiai la fronte. <<Per quale motivo?>>
<<Lui ti ha baciata! Ho dovuto dargli un avvertimento, così l'ho preso per il colletto della camicia e l'ho spinto contro il muro. Non sono riuscito a resistere.>>
Mi faceva rabbia il fatto che me l'avesse nascosto ma non volevo più sentir parlare di Hiddleston, e da un lato aveva anche fatto bene a raccomandarlo di starmi alla larga.
Allora decisi di cambiare argomento. <<Dato che siamo circondati da libri potremmo testare la tua conoscenza della letteratura inglese.>> diedi un morso al mio panino rischiando che il ketchup mi macchiasse, ma per fortuna stetti ben attenta.
<<Ma per favore! Credi che abbia bisogno di un libro? Conosco le citazioni di ogni importante autore inglese a memoria. Provami.>> mi sfidò.
<<Oscar Wilde.>>
<<"Meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita." E, per le cronaca, Wilde era irlandese. Che facevi durante le mie lezioni?>>
<<Ti fissavo la patta dei pantaloni.>> ammisi con franchezza.
La Silvia di un anno fa non avrebbe mai detto una cosa simile con così tanta disinvoltura.
<<Dopo ne avrai un assaggio.>> mormorò finendo il panino, accartocciò l'involucro e lo gettò nel cestino. Lo seguii a ruota per poi girovagare fra i vari scaffali alla ricerca di un autore più complicato.
<<John Keats.>>
Robert si avvicinò a me, bloccandomi fra il tavolo e il suo corpo caldo. Appoggiò le mani sui miei fianchi e mi fissò dritta negli occhi mentre citava Keats a memoria.

"Mia cara ragazza,
ti amo ancora e ancora e senza riserve...
in ogni modo possibile,
anche le mie gelosie
non erano che agonie dell'Amore,
nelle fitte più intense che mai ho provato,
sarei morto per te.
Tu sempre nuova.
L'ultimo dei tuoi baci era il più dolce
l'ultimo sorriso il più luminoso,
l'ultimo movimento il più aggraziato."

Citò con quella nota di romanticismo che solo lui sapeva dare. Quando in classe leggeva poesie di questo genere mi scioglievo come un gelato nel sentirlo pronunciare parole così cariche di nostalgia e amore. Fare il professore di letteratura era stata la sua vocazione ed ero contenta che avesse abbandonato la sua vita da scapolo milionario per insegnare. Per lui era una vera valvola di sfogo ed ero felice che perdesse tutto lo stress accumulato quando entrava in classe finendo per insegnare a noi poveri stolti.
Robert mi spostò i capelli dal viso per poi posare le labbra sulle mie. Inizialmente si mosse in modo lento e romantico, ma poi iniziò ad andare al di là del romanticismo. Mi afferrò per le cosce e mi sollevò facendomi sedere sul ripiano di legno. In quel momento ero perfettamente alla sua stessa altezza. Gli sfilai la t-shirt da sopra la testa, passando entrambe le mani sul suo petto caldo con desiderio.
<<Non mi stancherò mai di te.>> mormorai spendendo le mani sulla sua vita, sganciando la cintura.
<<Ti vedo più eccitata delle altre volte, signorina Evans.>> osservò sbottonando velocemente la mia camicetta. Me la sfilai di dosso restando in reggiseno, e Robert colse l'occasione per baciare i miei seni.
<<Ho un debole per questi.>> mormorò.
Infine mi sfilò anche il reggiseno, rivelando il mio petto al quale non poteva fare a meno. Si chinò per mordere un capezzolo, succhiandolo avidamente mentre ansimavo. La sua mano andò a massaggiare l'altro seno mentre stringevo i bordi del tavolo cercando di darmi un contegno.
Posai una mano sulla sua nuca e lo costrinsi a tornare sulle mie labbra. Non era un segreto che amasse i miei seni; aveva dedicato più poesie a loro due che a me.
<<Volevo farti una proposta.>> si leccò le labbra, guardandomi.
<<Dimmi.>> gli accarezzai il labbro inferiore mentre mordevo il mio con insistenza.
<<Stavo pensando che, se ti sta bene... potresti venire ad abitare da me. Ok, lo so, è un po' presto per questo, ma quando dormi da me e la mattina dopo te ne vai è così triste. Ti voglio tutto il giorno a casa mia ma, se accetterai, diventerà casa nostra.>> mi guardò negli occhi in cerca di risposte.
Volevo davvero andare a convivere con lui? Non avevo mai abitato con un altro uomo, mi sembrava incredibile. Ma avrei davvero potuto lasciare Jordan da sola? In effetti sarebbe stata felice di avere una stanza tutta per sé.
<<Se non vuoi farlo basta che tu me lo dica.>>
Forse ci stavo pensando un po' troppo. La verità è volevo farlo, in più avrei trascorso molto più tempo con lui e avrei tirato fuori con la pinza i segreti che nascondeva. Darcy aveva ragione: non conoscevo niente di lui, e questa era l'occasione giusta per imparare a capirlo meglio.
<<Sì, d'accordo. Voglio farlo.>>
Il suo viso si illuminò. <<Ne sei sicura?>>
Annuii trattenendo l'euforia, ma la verità è che ero troppo eccitata per contenermi. Gli presi il viso fra le mani e lo baciai appassionatamente mentre tornava a mettere le mani sul mio corpo in modo possessivo.
<<Questa attesa mi sta uccidendo.>> gli lasciai una scia di baci sul collo, infine pensai a morderlo.
Robert si abbassò i pantaloni mentre io pensavo ad alzare l'orlo della mia gonna. Prese il suo membro fra le dita e lo infilò dentro di me, ma non prima di aver spostato la stoffa delle mie mutandine. I suoi affondi erano così potenti che la mia vista si annebbiò.
Allargai ancora le gambe in modo da dargli più spazio, a quel punto posai la mano sulla sua nuca e lo costrinsi sulle mie labbra. Gemetti il suo nome invasa dal piacere. Il suo membro caldo si muoveva perfettamente contro le mie pareti, provocandomi un'eccitazione mai sentita prima.
In quel momento mi sentivo completa. Ero indiscutibilmente sua e niente avrebbe potuto cambiare le cose. "Di qualsiasi cosa siano fatte le anime, la mia e la sua erano uguali."

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora