Capitolo ventiquattro

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Non appena rientrai nella camera del dormitorio mi ritrovai davanti Jordan con sguardo perso. Ci scambiammo un'occhiata che diceva ogni cosa e scoppiai nuovamente in lacrime venendo accolta fra le sue braccia. Le raccontai ogni cosa ed ebbi perfino la sua approvazione dopo il modo in cui mi aveva trattata Downey. In quel momento lo odiavo, ma lo amavo con tutta me stessa, con ogni fibra del mio corpo.
<<Non avrebbe dovuto trattarti così. Se sapesse com'è andata veramente...>>
<<Lo sa. A quanto pare ci ha visti, ma ha saltato la parte in cui James mi ha dato quella cazzo di pasticca di viagra.>> incrociai le braccia al petto.
<<Tu non provi più niente per James, l'hai lasciato per stare con Robert, eppure lui è così cieco da non capirlo.>> sbuffò. <<I maschi... chi li capisce è brava!>>
Robert aveva sempre sostenuto che fossi sua e che non aveva intenzione di condividermi con nessuno. Forse la sua reazione era dovuta al fatto che avessi permesso a un altro di mettermi le mani addosso, quando gli avevo promesso che sarei stata solamente sua. Ma la colpa non era stata la mia.
Piuttosto in quel momento ce l'avevo con lui. Mi aspettavo che reagisce; che tornasse a casa, leggesse la lettera e mi chiamasse per farmi una delle sue solite prediche che sarebbe sfociata in un sesso riparatore. Ma niente.
<<Sai... Hiddleston mi ha chiesto di cenare con lui, ma non sono tanto sicura di volerlo fare. Non riesco a dimenticare quel bacio che ci eravamo scambiati, eppure oggi mi è sembrato gentile.>> mi sedetti sul letto a gambe incrociate e Jordan copiò il mio gesto.
<<Tom non è perfido come Robert. Si è posto gentilmente con te, ti ha chiesto un bacio e se l'è preso senza andare oltre, una cosa piuttosto ammirevole. Oltretutto, se Downey verrà a sapere che hai cenato con Hiddleston inizierà a bruciare di gelosia e capirà che se non entra in azione potrebbe perderti per sempre. Perché, amica mia, tu sei una ragazza stupenda e più di una volta hai avuto una fila di corteggiatori. Robert non potrà ignorarlo. Il modo migliore per far ingelosire un uomo è andare a letto con il suo rivale, anche se sono sicura che tu non lo farai.>>
La mia migliore amica aveva ragione, come sempre.
<<Hai il suo numero?>>
<<Certo che sì.>> ammiccò.
Allora telefonai al professor Hiddleston, dandogli conferma per la cena che aveva organizzato. Mi chiese gentilmente di chiamarlo Tom e accettai i suoi modi da gentiluomo con un sorriso sulle labbra. Non avevo intenzione di passare una serata romantica con lui, mi sarei vestita normalmente e non avrei provato a sedurlo, anche perché non era lui l'uomo che volevo nel letto accanto a me. Nella mia testa riaffiorò il ricordo di quella sera al pub, quando Hiddleston ci aveva provato con me e Jordan: alla fine la serata era sfociata in una rissa fra lui e il mio amato professore. Speravo con tutta me stessa che non accadesse lo stesso, altrimenti sarebbe stata la fine e avrei dovuto dividerli, come sempre.
<<Cosa indosserai?>>
Bella domanda. In realtà volevo indossare qualcosa di sobrio e che mi facesse apparire una ragazzina, anziché qualcosa di corto e luccicante come al mio solito. Tirai fuori dall'armadio un abito bianco fatto all'uncinetto; nonostante fosse estivo era uno dei miei abiti preferiti. Arrivava a coprirmi fino a metà coscia con la sua gonna perfettamente aderente. Indossai delle scarpe bianche e lasciai i miei capelli sciolti, scegliendo poi di evitare il trucco per apparire più naturale possibile.

***

Il taxi mi accompagnò davanti al pub inglese che aveva scelto il professor Hiddleston. Ero stata molto chiara nel dirgli che non era un appuntamento, e lui aveva scelto un posto che non richiamava l'idea di romanticismo. Dopotutto nei pub inglesi si gioca a biliardo e si beve birra, niente di romantico in questo. Niente cenetta a lume di candela, solo alette di pollo al barbecue, hamburger e fish and chips.
Non appena entrai all'interno del pub fui invasa da un forte odore di birra e frittura di pesce. Mi guardai intorno alla ricerca del professore e lo vidi farmi un cenno mentre sedeva a un tavolo in fondo al locale. Subito lo raggiunsi e ci scambiammo un abbraccio amichevole.
<<Mi piace il tuo vestito.>> sorrise.
Lo ringraziai per poi lanciare un'occhiata al suo abbigliamento. Indossava dei jeans attillati, una maglietta bianca a maniche corte e aveva tutta l'aria di un inglese.
Ci sedemmo l'uno di fronte all'altra e mi guardai attorno spaesata. Il pub era fatto interamente in legno, così come i tavoli e le sedie. Attaccati alla parete c'erano i simboli più iconici dell'Inghilterra, come un ritratto di sua maestà la regina, un'imitazione del capello di Sherlock Holmes e, a pochi metri da noi, si trovava una cabina telefonica rossa.
<<Non sapevo che altro luogo scegliere, sono un disastro con le donne.>> rise.
<<No, è perfetto. Cosa servono qui, tè e biscotti?>> lo presi in giro.
<<No, ma se ne hai voglia possiamo dividerci una tonnellata di alette di pollo piccanti.>> aprì il menu, mostrandomi la foto di quel piatto.
<<Ci sto. E possiamo accompagnarle da un paio di galloni di birra alla spina.>> suggerii.
<<Mi sembra ottimo. Intanto ti sfido a una partita a freccette, ne hai l'esperienza?>>
Sorrisi furbamente. <<Sono una campionessa. Becco il venti per tre a ogni partita.>> mi vantai.
Hiddleston mi seguì a ruota fino al bersaglio e raccattai le tre freccette attaccate proprio vicino al centro. Fui la prima a tirare facendo la bellezza di cinquanta punti. D'altro canto, il professore non era poi così pratico come me.
<<Ma come fai, si può sapere?>> rise.
<<Ho fatto molta pratica quando avevo sedici anni. Mia madre lavorava in un pub del genere e passavo le serate con lei intrattenendomi così.>>
Quando vinsi la partita arrivarono le alette di pollo al nostro tavolo, così io e il professore ci lavammo le mani e ci sedemmo l'uno di fronte all'altra.
<<Ti manca Londra?>> domandai. Avevo iniziato a dargli del tu e a lui non sembrava dispiacere.
<<Non proprio. Mi trovo molto bene a New York, in più ho un'ottima compagnia.>> afferrò un'aletta e le diede un morso, subito dopo copiai il suo gesto.
Erano davvero piccanti ma erano così buone! Amavo il pollo e niente mi avrebbe fatto cambiare idea.
<<Ho proprio bisogno di questo tipo di serate.>> mormorai tenendo lo sguardo fisso sul mio pollo.
<<Con Downey non è così?>>
<<Solo a volte. L'ultima serata normale che abbiamo trascorso è stata quando ha deciso di venirmi a trovare al lavoro e portarmi la cena. E poi siamo stati a serate di beneficienza, feste e quella sottospecie di party organizzato da mio padre.>> sospirai. <<Si è convinto che io voglia stare con lui solo per i suoi soldi, ma la verità è che l'ho amato dal primo istante, non mi importa di quanti soldi abbia. E non mi importa neanche di cene costose o gioielli e altre cose inutili... mi basta passare il sabato sera sul divano, a guardare un film e mangiare una pizza. Ma forse Robert non mi conosce poi così bene. Mi fa solo arrabbiare!>>
Tom era riuscito a farmi sfogare, alla fine avevo ammesso di avere una relazione con il mio professore, ma d'altro canto lui lo sapeva già. Se ne stava lì in silenzio ad ascoltarmi, senza giudizi o commenti.
<<Mi dispiace annoiarti con i miei problemi.>> sospirai.
<<Figurati, ti ho chiesto di uscire proprio per questo. A me dispiace essere partito con il piede sbagliato quando ci siamo conosciuti, la verità è che vedo qualcosa in te e quando Robert riesce a soffocare la tua allegria mi fa quasi rabbia.>> si pulì le dita unte con un tovagliolo e mi sorrise.
Avevo bisogno di un amico come lui nella mia vita, e non mi importava che fosse il mio professore di latino.
<<Tornerò nel tuo corso domani.>> cambiai argomento.
<<È una bella notizia. Spero solo che a lui non dia fastidio.>>
Mi morsi l'interno della guancia. <<Credo... di aver rotto con lui. Sono andata via da casa sua e gli ho lasciato l'anello che mi aveva regalato. Lo amo da impazzire ma sono stanca di uscire di testa per colpa sua.>>
<<È un grande passo questo, Silvia. Stai mettendo la tua salute prima di un uomo, è un atteggiamento molto femminista.>>
Mi serviva il suo conforto, sapeva darmi una pillola di autostima senza neanche accorgersene. Una qualità che apprezzavo molto in lui.
Distolsi lo sguardo dai suoi occhi blu e bevvi l'ultimo sorso di birra, alzandomi dalla sedia. <<Sono in vena di darti la rivincita. Vediamo che sai fare, Hiddleston.>>
Lui non se lo fece ripetere due volte, trascinandomi fino al bersaglio per stracciarmi. Un professore e la sua alunna potevano essere amici, ma niente più di questo. Fra me e Robert si era bloccato tutto, ma forse era meglio così, in fondo potevo essere felice anche senza di lui.

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora