A quel punto mi sedetti per terra, proprio dove c'erano dei piccoli ciottoli e sassolini in riva al lago. Mi incantai a fissare l'acqua muoversi ripetutamente mentre la luna si specchiava sulla superficie del lago.
Volevo riflettere sul da farsi, dovevo trovare un modo per convincermi che continuare questa storia con il mio professore di letteratura non era una cattiva idea in fondo.
Sentii dei passi alle mie spalle, ma non mi voltai. Robert si sedette al mio fianco, guardando un punto indefinito dell'orizzonte.
<<Cosa c'è nell'altra sponda?>>
<<Probabilmente la casa di qualche miliardario.>>
<<È un momento perfetto. È come se riuscissi a vedere quella luce verde che vede anche Nick Carraway. Chissà, magari dall'altro lato c'è un Jay Gatsby che sta organizzando una delle sue sfarzose feste in attesa di vedere la sua amata Daisy.>>
<<Il Grande Gatsby di Fitzgerald... e da quando leggi i classici?>> domandò.
<<Io leggo molti classici, professor Downey. E poi, se parlano di storie d'amore tormentate, sono i miei preferiti.>> mormorai.
Restammo in silenzio per qualche minuto, dopodiché Robert riprese a parlare. <<Vieni.>> mi porse la mano per aiutarmi e mi tirai su, seguendolo fino a un capannone sul retro. Mi chiedevo cosa stesse facendo, ma non feci domande poiché lo vidi piuttosto impegnato. Tirò fuori una barca a remi interamente di legno, spingendola fino alla riva del fiume senza dire una parola.
Con un solo sguardo mi chiese di salire a bordo, e così feci. Mi sembrava un modo romantico di passare il resto della serata, e Robert era il re del romanticismo. Mi seguì a ruota non appena la barca fu completamente immersa in acqua e iniziò a remare lontano dalla riva.
<<Sei pieno di sorprese.>> gli sorrisi.
<<Sai bene quanto mi piace viziarti, signorina Evans.>> ammiccò.
Volevo che mi viziasse in altri modi. Ben più sporchi di così.
Ci fermammo in mezzo al nulla, ma non eravamo troppo distanti dalla riva. Eravamo illuminati solo dal bagliore della luna e lo scrosciare dell'acqua rese l'atmosfera molto rilassante. Sarei rimasta così per sempre.
<<Sai...>> si grattò la nuca evitando il mio sguardo. <<mi hanno offerto un lavoro. In un'altra università.>>
Il mio cuore prese a battere a mille. Ce l'avevo in gola.
<<Dove?>> domandai cercando di restare calma.
<<Yale.>>
Per un attimo il mondo intorno a me sembrò fermarsi. Mi sentii strozzata da quelle parole. Yale era così lontana da New York, se avesse accettato non l'avrei più rivisto. Cercai di forzare un sorriso e di essere contenta per lui.
<<Sono... davvero felice, Robert. Non è da tutti arrivare ad insegnare in ben due scuole della Ivy League.>> mi morsi l'interno della guancia. <<Ma è così lontana...>> borbottai abbastanza forte da farmi sentire.
<<Nel Connecticut. Saranno almeno ottanta miglia da qui.>> sospirò.
L'aria fu avvolta da un gran silenzio imbarazzante. Non volevo che si allontanasse da me. Avevo appena accettato il fatto di essermi follemente innamorata di lui, non poteva lasciarmi. Avrei egoisticamente voluto che restasse con me a marcire alla Columbia University. Anche volendo, non potevo chiedergli ogni weekend di fare più di un'ora e mezza di strada per venire a trovarmi. Le relazioni a distanza sono una croce.
<<Quando partirai?>> domandai alzando finalmente lo sguardo sui suoi occhi.
<<L'incarico comincerà il prossimo anno. Dovrei partire dopo la tua laurea.>>
Deglutii a fatica. Gli occhi iniziarono a pizzicare e sarei scoppiata in lacrime a breve.
<<Ma non voglio andare.>>
Sussultai. <<Cosa? Perché?>>
<<Non c'è niente di mio interesse laggiù.>> evitò il mio sguardo, così lo presi per mano costringendolo a guardarmi negli occhi.
<<Robert, tu ami insegnare. Questa è un'opportunità unica, perché vuoi rinunciare ad essere felice?>>
<<Perché non sarei felice senza di te. Non posso andarmene e lasciarti qua. Io voglio stare con te.>> mi prese il viso fra le mani. <<Vuoi capirlo oppure no?>>
Quello che stavo per dire ci avrebbe ferito entrambi.
<<Come potremmo mai essere felici insieme se Darcy non fa altro che tormentarci? Stavamo così bene prima che arrivasse lei!>> alzai il tono della voce.
<<Lasciala fuori da questo discorso. Possiamo essere solo io e te senza che tu debba sempre mettere in mezzo Darcy?>>
Mi alzai in piedi, spazientita. <<Quella donna non ha fatto altro che causarci problemi. E tu hai eseguito i suoi comandi come farebbe un cane con il suo padrone.>>
A quel punto anche Robert si alzò in piedi, sovrastandomi con la sua altezza. Nonostante ce l'avessi con lui in quel momento, lo trovavo davvero attraente quando perdeva le staffe.
<<Ascoltami bene, signorina. Se vuoi che Darcy continui a far parte della nostra vita non andremo da nessuna parte; ma se decidiamo insieme di togliercela di mezzo, allora la nostra storia potrà continuare senza altri intoppi.>>
Incrociai le braccia al petto. <<E come intendi fare, esattamente?>> alzai un sopracciglio.
<<Su questo devo ancora lavorarci. E poi... sono andato a letto con lei fino a due giorni fa, non è esattamente il miglior momento per dirle di togliersi di mezzo.>>
Sbuffai sonoramente, facendo tingere le mie guance di rosso dalla rabbia. <<Cazzo, Downey!>> lo spinsi leggermente facendolo inciampare e cadere in acqua in un secondo. La barca si mosse un po', dopodiché, per colpa dello sbilancio che aveva subito, si ribaltò facendo finire nel lago anche me.
Non potevo essere più stupida di così!
Riemersi cercando Robert con lo sguardo, si trovava a qualche metro di distanza da me che spostava il suo ciuffo di capelli bagnati dalla fronte. Quanto era sexy da bagnato!
Nuotai verso di lui, cercando le parole giuste per scusarmi. <<Mi dispiace.>> mormorai.
Non sapevo che altro dire.
<<Ma davvero? Cristo, Silvia, spero che un'anguilla ti dia una scossa!>>
Spalancai gli occhi alle sue parole, così mi avvinghiai a lui il più possibile. <<Oh mio Dio, e me lo dici così?>> allacciai le gambe intorno al suo bacino mentre tenevo le braccia incatenate al suo collo per evitare di essere elettrificata. Robert sostenne il mio peso sorreggendomi dal fondoschiena. Non emise un fiato, così lo guardai negli occhi. Spostò lo sguardo sulle mie labbra e sentii il suo battito cardiaco accelerare parecchio.
<<Non ci sono anguille qui.>> si leccò le labbra, continuando a fissare le mie con insistenza.
Non potevo resistergli.
<<Baciami, professore.>> ordinai.
A quel punto fece unire le nostre labbra in modo passionale, senza darmi l'occasione di respirare. Le nostre lingue si cercarono finché non si trovarono e si unirono a lungo in quel bacio che aveva tanto da raccontare. Volevo imprimere nella mia mente il ricordo di questo perfetto com'era.
Si staccò da me, spostandomi una ciocca di capelli bagnati dal viso. <<Torniamo a riva.>> mi adagiò sulla barca per poi salire anche lui, remando con tutta la forza che aveva.
Andava un po' di fretta. Forse mi voleva ancora, perché io in quel momento rivolevo le sue labbra sulle mie.
Non appena toccammo la riva, mi prese fra le sue braccia e mi stese sui ciottoli bagnati della sponda. Si appoggiò sul mio corpo e allargai istintivamente le gambe per lasciargli spazio. Riprese a baciarmi con più foga di prima mentre cercava di sfilarmi il vestito ormai appiccicato al mio corpo bagnato. Lo aiutai a togliermi quell'abito rimanendo in intimo davanti a lui. Si prese qualche secondo a guardarmi, non mi ero mai vergognata davanti a lui.
<<Cosa mi stai facendo, Silvia...>> mormorò.
Impaziente più che mai, afferrai la sua camicia zuppa che mostrava il suo fisico stupendo, aprendola con un movimento secco e tutti i bottoni saltarono via. Gli presi il viso fra le mani e lo riportai sulle mie labbra mentre accarezzavo il suo petto tonico. Le mie mani scesero fino alla cintura, facendola sparire. La stessa fine fecero i suoi pantaloni, che si sfilò immediatamente appresso ai boxer.
Lasciò dei baci umidi sul collo, sui seni ancora coperti e sul ventre. Non resistemmo più, così spostò la stoffa delle mie mutandine, prese il suo uccello ormai duro in mano ed entrò dentro di me. Fui subito invasa da un'ondata di piacere che mi portò a toccare il cielo con un dito. Strinsi le dita attorno ai bicipiti gonfi del mio professore, che sosteneva il suo peso tenendo le mani poggiate ai lati della mia testa. I suoi affondi si fecero sempre più forti, decisi, finché non lo sentii ansimare come un animale in calore. Non riuscii a trattenere i miei gemiti forti mentre Robert era come se volesse sfondarmi. Strinsi le gambe intorno al suo bacino per sentirlo più in profondità, dopodiché mi guardò negli occhi sul punto di venire. <<Quanto sei rumorosa! Mi piace da impazzire.>> mi penetrò l'ultima volta e venni facendo sentire il mio orgasmo anche agli uccelli sopra gli alberi.
Robert si stese al mio fianco, sfinito più che mai. Vidi il suo petto imperlato di sudore e ancora leggermente umido fare su e giù ritmicamente, e lo stesso faceva il mio.
<<È stato perfetto.>> mormorai.
<<Concordo.>> mi baciò il ventre piatto per poi attirarmi a sé con un braccio. <<Mi è mancato farlo con te, è tutta un'altra cosa.>>
Sorrisi debolmente per via della stanchezza e in un attimo tornammo ad essere Silvia e Robert, non più la signorina Evans e il professor Downey. Prima mi sembrava di essermi svegliata dal mio sogno perfetto, ma ora ero tornata a dormire e avevo ripreso a sognare come giusto che fosse.
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𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
Fanfiction[SEQUEL DI "A Silvia"] Non ero pronta ad affrontare l'ultimo anno. Il fatto di aver perso il mio amato professore mi aveva fatto riflettere. In fondo le storie più belle sono quelle destinate a perire, e così era successo con la mia favola d'amore...