Capitolo ventisette

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Io e Robert avevamo finalmente messo le cose a posto e avevo deciso di passare la notte a casa sua. Ci eravamo addormentati l'uno fra le braccia dell'altra; il calore che si prova nel dormire con il proprio fidanzato è qualcosa di indescrivibile. Il letto del dormitorio era sempre così freddo e minuscolo, invece quello di Robert era caldo e accogliente, ma forse questo era dovuto al fatto che ci fosse anche lui.
Mi svegliai sentendo la luce mattutina infrangersi contro il mio viso. Mi stropicciai gli occhi e mi misi a sedere, sbadigliando. Sentii, dal bagno annesso alla camera da letto, il fluire dell'acqua, segno che Robert si stava facendo una doccia. Decisi di alzarmi e di dare una sbirciata in bagno. Aprii cautamente la porta e la mia visuale fu invasa da una perfetta immagine del didietro del mio amato professore di letteratura. In più il vapore contribuì a rendere quel momento estremamente erotico.
Decisi di fargli compagnia. Mi tolsi la maglietta che mi aveva prestato per la notte e rimasi nuda, camminando in punta di piedi fino al box doccia. Mi posizionai dietro di lui, che ancora non aveva sentito la mia presenza, e presi ad accarezzargli la schiena con dolcezza.
<<Buongiorno.>> mormorai lasciando che l'acqua mi bagnasse da capo a piedi.
Robert si voltò a guardarmi, appoggiando entrambe le mani al muro, proprio ai lati della mia testa. <<Buongiorno, signorina Evans.>> sorrise.
<<Ti dispiace se faccio la doccia con te?>> domandai suadente.
<<Assolutamente no.>> posò le labbra sulle mie e ne approfittai per accarezzare il suo petto tonico.
Fra il getto d'acqua calda e il suo corpo bollente iniziavo ad eccitarmi. Spostai lo sguardo sulla sua erezione evidente e decisi di andare oltre il bacio, inginocchiandomi davanti a lui. Presi in mano il suo membro duro e pulsante iniziando a massaggiarlo lentamente sotto lo sguardo implorante di Robert.
<<Potrei abituarmi a questo tutte le mattine.>> mormorò con un tremolio nella voce.
<<E non hai ancora visto niente.>> passai la lingua sulla punta del suo uccello, solleticandolo appena. Feci scorrere la punta dentro la mia bocca, stringendo le labbra intorno alla sua erezione dura come la pietra.
Robert tenne i miei capelli stretti in un pugno mentre spingeva il bacino contro le mie labbra, facendomi finire il suo uccello quasi in gola. Non riuscii a contenere la sua lunghezza. Gemetti e questo sembrò farlo eccitare ancora di più.
<<Dannazione, Silvia...>> ansimò.
Feci dentro e fuori un paio di volte, pompandolo a dovere. Amavo il corpo di Robert, ma quella era decisamente la mia parte preferita e avercela in bocca mi dava un senso di eccitazione mai provato. Lo tirai fuori e lo massaggiai velocemente tenendolo stretto fra le dita. Robert mi guardò dall'alto e restituii lo sguardo con un sorriso compiaciuto.
<<Cosa c'è, professor Downey?>> mi piaceva quella sensazione di onnipotenza. Mi sentivo io la dominatrice per una volta.
Era stato diverso con i miei ex. Di solito ero io a condurre il gioco, ero io la dominatrice insaziabile e forse era per questo motivo che, sia James che Thomas, venivano troppo in fretta. Li consideravo due conigli, il momento finiva troppo velocemente e non me lo godevo appieno.
Ma da quando avevo conosciuto Robert avevo capito cosa significasse avere un orgasmo vero. Lui sapeva come far eccitare una donna, forse perché aveva più esperienza dato che aveva i suoi trentasei anni. Sapevo solo che le sue mani esperte riuscivano a condurmi in paradiso.
Pompai ancora finché non sentii un liquido caldo invadermi la bocca e scendermi lungo la gola. Leccai i rimasugli del suo seme che colavano dalla punta e mi tirai su, vedendo Robert con la vista leggermente annebbiata.
<<Credo sia la cosa più buona che abbia mai messo in bocca.>> mi morsi il labbro, appoggiandomi con la schiena al muro mentre fissavo il mio uomo con uno sguardo divertito. <<Hai un sapore divino.>>
<<Silvia, quelle labbra fanno miracoli.>> mi lasciò un bacio a stampo. <<Permettimi di ricambiare.>> detto ciò infilò due dita dentro di me, facendomi sobbalzare. Non mi aspettavo un gesto del genere così improvviso.
Alzò la mia gamba all'altezza del suo bacino, tenendo la coscia ben stretta. Mi eccitai ancor di più sentendo le sue dita fare dentro e fuori ripetutamente. Il palmo della sua mano premette insistentemente contro il mio clitoride e affondò medio e anulare dentro di me finché non venni sulle sue dita.
<<Una delle cose che più amo di te sono i tuoi umori caldi e armoniosi.>> si leccò le dita per poi costringermi a voltarmi.
Mi ritrovai con i seni appiccicati al vetro del box doccia mentre Robert mi obbligava a divaricare le gambe e alzare il bacino all'altezza del suo membro. Si sistemò per bene dentro di me e affondò facendomi gemere immediatamente. Mi bloccò i polsi ai lati della testa mentre continuava a spingere in profondità, insaziabilmente. Lasciai la forma dei miei seni sul vetro appannato e lo stesso fecero le nostre mani e il resto del mio corpo.
<<Ho fame di te, ho sete del tuo piacere.>> sussurrò mordendomi il collo con voracità. <<E non provare a venire finché non ti avrò detto che puoi farlo.>> mi accarezzò il fondoschiena per poi stringere voracemente una natica fra le dita. Ero all'apice del piacere e le sue parole non facevano altro che farmi avvicinare all'orgasmo ancora di più.
<<Fammi venire, professor Downey.>> biascicai.
<<So che lo vuoi. Ma devi implorarmi per averlo.>> avvicinò le labbra al mio orecchio. <<Supplicami, signorina Evans. Non essere timida, avanti.>>
A quel punto cedetti e gliela diedi per vinta. <<Ti supplico, fammi venire. Non resisto più.>> stavo assaggiando il paradiso e ne volevo ancora.
Robert diede un'ultima forte spinta e venni gemendo così forte che probabilmente mi avevano sentita anche al piano di sotto. Ma non mi importava, volevo che quelli che ci sentissero fossero invidiosi.
Downey chiuse il getto d'acqua e allungò la mano fino a prendere l'accappatoio. Rimasi con le spalle al muro per riprendere fiato sotto il suo sguardo divertito.
<<Andiamo a fare colazione.>> mi aiutò a indossare l'accappatoio e lui si coprì semplicemente con un asciugamano che legò intorno alla vita. Le goccioline d'acqua che scorrevano lungo il suo petto lo resero più sexy del solito. Avevo voglia di lui ancora una volta, altre mille volte senza mai stancarmi.
Lo seguii in cucina e il suono del mio cellulare mi distrasse dalla visuale del perfetto corpo del mio fidanzato. Corsi a rispondere senza guardare il mittente, rimanendo a fissare i muscoli della schiena di Robert contrarsi ad ogni suo movimento. Era così bello!
<<Pronto?>> mi sedetti sullo sgabello della penisola.
<<Hey, piccola peste, ti ho lasciato una montagna di messaggi, si può sapere dove sei?>>
La voce del professor Hiddleston mi risvegliò dai miei pensieri, così mi schiarii la voce. <<Ciao, Tom. Ecco... ho avuto molto da fare, scusa.>>
Robert, nel sentire il nome del suo rivale, si voltò di scatto verso di me con aria infastidita. Incrociò le braccia al petto e rimase ad ascoltare la conversazione.
<<Da fare? Fare che? Oh, adesso capisco. Tu e Robert avete fatto pace?>>
<<Sì, abbiamo chiarito.>> sorrisi al mio uomo che ricambiò nonostante provasse antipatia per Hiddleston.
<<Buon per voi. Allora suppongo che dovremmo rimandare la serata del pollo piccante e le freccette.>>
Non potevo rinunciare a una serata così. Potevo sempre andarci con Robert ma non sarebbe stato lo stesso. Volevo un amico, non il mio fidanzato a distrarmi continuamente con il suo corpo atletico. E poi non c'era niente di male ad avere un amico, giusto?
<<Non vi rinuncerei per nulla al mondo. Facciamo domani sera?>> domandai.
Robert mi fissò torvo, chiedendomi con lo sguardo di smetterla di dargli corda, ma feci finta di non vederlo.
<<D'accordo. Allora a domani, Silvia.>>
Salutai il professore e terminai la telefonata con un sorriso sulle labbra.
<<Perché Hiddleston ti fa sorridere così?>> andò verso il frigorifero, tirando fuori una bottiglia di succo d'arancia che bevve a sorsoni.
<<Mi diverto con lui. Forse dovresti uscirci anche tu, ogni tanto. È una frana a freccette ma è bello poterlo battere.>>
Downey si avvicinò a me e il calore del suo corpo riuscii a penetrarmi dentro. Posò le mani sulle mie cosce e mi fissò negli occhi. <<Ci sono uscito. Non faceva che parlare di te, mi ha fatto innervosire.>>
L'ultima volta che erano usciti insieme, che io ricordassi, risaliva a quella notte in cui io e Robert ci eravamo riappacificati. Ancora Tom non sapeva della mia relazione segreta con il professore di letteratura, e allora gli piacevo davvero. Anche se continuavo a chiedermi come avesse scoperto di me e Robert.
<<Cosa diceva?>>
<<Tutte cose che già so.>>
<<Ovvero?>>
<<Ha parlato per più di mezz'ora del tuo culo, delle tue labbra rosee, del tuo profumo meraviglioso e tante altre cose di te. Mi ha dato su i nervi.>>
Trattenni una risata. E pensare che Robert doveva contenersi in quel momento per non rivelare ciò che c'era stato fra di noi. Stava raggiungendo molto autocontrollo ultimamente.
<<Tom e io abbiamo passato una bella serata insieme, non ha osato toccarmi in alcun modo. È un gentiluomo.>> mi alzai dallo sgabello e feci per prendere il cartone del latte.
<<Così tanto che ti aveva baciata senza permesso.>>
<<Ma non è andato oltre.>> lo difesi.
<<E questo che vuol dire? Ha pur sempre messo le mani su di te e questo non posso accettarlo.>>
Sospirai. <<Invece di preoccuparti di lui, preoccupati di James. Non fa altro che molestarmi con messaggi disgustosi e richieste di vederci.>>
Robert mi guardò seriamente. <<Prima o poi gli taglio il pene se continua a mettersi fra di noi.>> dopodiché si tolse l'asciugamano rimanendo nudo davanti ai miei occhi. <<Vado a vestirmi.>> borbottò qualcos'altro con tono furioso e uscì dalla cucina.

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora