Capitolo sedici

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La professoressa Hoffman sembrava una donna brillante, severa e piena di passione per la lingua latina. E non aveva la minima intenzione di venire a letto con me, a differenza del professor Hiddleston e di Robert. Poteva benissimo avere una trentina d'anni, ed era anche molto bella.
Finita la lezione di latino sia io che Jordan attraversammo letteralmente l'intera struttura per arrivare a lezione da Robert. Ci scontrammo con un paio di persone, corremmo lungo il campus e infine giungemmo in classe a corto di fiato.
<<Mi aspettavo di peggio, lo ammetto.>> Jordan si piegò sulle ginocchia cercando di prendere aria.
<<Signorina Evans, signorina Miller, cosa ci fate fuori dalla classe?>>
Sobbalzammo entrambe sentendo la voce di Robert alle nostre spalle. Teneva a tracolla la sua borsa di pelle marrone e gli occhiali da lettura erano posizionati sul suo naso.
<<Abbiamo fatto tardi per colpa della lezione di latino.>> mormorai.
<<Abbiamo lezione, adesso. Sedetevi al vostro posto.>> ordinò poco prima di aprire la porta della classe.
<<È inutile nascondersi con me, professore. So che lei e Silvia fate sesso sfrenato.>> borbottò la mia amica sotto lo sguardo esasperato di Downey.
<<Grazie per la cronaca, signorina Miller.>> dopodiché ci spinse letteralmente dentro l'aula, così io e la mia amica ci accomodammo ai nostri posti.
<<Buongiorno a tutti.>> salutò Robert. <<Oggi riprenderemo Dickens perché la settimana prossima ci sarà un test di preparazione all'esame di metà semestre.>> spiegò sotto i lamenti di dissenso da parte di tutti noi.
Fissai il suo didietro rotondo e sodo mentre scriveva qualcosa alla lavagna. Stavamo facendo una sorta di Brainstorming per prepararci meglio al test.
Non riuscivo a smettere di fissarlo. Era così carismatico, intelligente e affascinante. A volte non riuscivo a credere che il mio professore si fosse innamorato di me. E io mi sentivo una stupida ragazzina innamorata che voleva trascorrere il resto della sua vita insieme a lui.
Dopo la cena di ieri sera avevamo concentrato tutta la notte a rotolarci nel letto. Inizialmente pensavo che la nostra relazione segreta fosse basata solamente sul sesso, dato che non facevamo altro, ma poi aveva colto l'occasione per farmi leggere alcune delle poesie scritte da lui. Aveva tirato fuori il suo taccuino e aveva letto a voce alta una dozzina di pagine dedicate interamente a me, e che aveva scritto nel corso di un anno da quando c'eravamo conosciuti.
Nella mia testa non avrei mai voluto stare insieme a un ragazzino; volevo un uomo che fosse in grado di prendersi cura di me, che sapesse cosa voleva e che mi amasse realmente. I ragazzi fanno tanto casino per mettersi con te per poi mollarti dicendo di non volere una storia seria.
E questo mi era capitato con Thomas.
Sentii il telefono vibrare, così lo accesi. C'era un messaggio da parte di un numero sconosciuto, così, presa dalla curiosità, lo lessi.

Sconosciuto: Se non esci immediatamente dalla classe verrò dentro e dirò a tutti di te e mio fratello.

Darcy.
Ma come diavolo faceva ad avere il mio numero? E cosa voleva da me? Se aveva intenzione di litigare, ben venga!
Alzai la mano nonostante fossi scombussolata da quel messaggio. Robert mi interpellò.
<<Posso andare in bagno?>> domandai.
Il professore acconsentì e mi affrettai ad uscire dalla classe. Quando chiusi la porta alle mie spalle mi ritrovai davanti proprio lei, la donna che in quel momento temevo.
<<Cosa ci fai qui?>> incrociai le braccia al petto.
<<Tu e Robert vi credete tanto furbi, non è vero?>> il suo sguardo sputava fiamme. Ero sicura che mi avrebbe incenerita in meno di un minuto.
<<Di che stai parlando?>>
<<Non prendermi per il culo. So benissimo di te e Robert. È inutile che cercate di nascondervi.>>
Merda. Cosa potevo fare? Mi serviva l'aiuto di Robert per difendermi, lui era l'unico che sapeva mettere Darcy in riga.
<<Cosa vorresti fare, esattamente?>>
<<Andrò dal rettore e parlerò della vostra relazione. Ti avevo avvertita, Silvia, ma ora non puoi fare più niente.>>
Detto ciò fece per incamminarsi verso l'ufficio del rettore, ma fui più veloce di lei e la afferrai per la giacca, strattonandola. Non appena si voltò mi sferrò uno schiaffo in pieno volto per costringermi a lasciarla andare.
Anche lei ci si metteva a darmi gli schiaffi?
Gli anelli che aveva indosso mi avevano provocato un dolore lancinante allo zigomo, per non parlare delle sue unghie che mi avevano perfino graffiata.
<<Non provarci più!>> a quel punto mi avventai su di lei, facendoci cadere entrambe a terra. Le tirai i capelli mentre cercava di sferrarmi delle ginocchiate allo stomaco.
Volevo picchiarla da tanto tempo.
<<Robert non prova amore per nessuno. Perché scaldarti tanto per difenderlo?>> biascicò.
<<Sei tu che non ami nessuno. Vuoi solo i suoi soldi e lui è stanco di te.>> urlai continuando a tenerla ferma.
<<Io lo conosco meglio di te. Sono stata al suo fianco per vent'anni, tu invece non sai niente di lui.>>
Aveva perfettamente ragione. Non lo conoscevo affatto e non potevo pretendere il contrario.
<<Vuoi solo i suoi soldi, come ogni donna che gli si avvicina.>>
Davvero Robert attirava quel genere di donne?
<<Io l'ho amato ancor prima di sapere quanto fosse ricco. Sei tu quella che vuole spolparlo fino all'osso.>>
<<Lasciami, troia!>> urlò.
A quel punto fui io a schiaffeggiarla con la mano sinistra, per farle il livido sullo zigomo grazie all'anello che mi aveva regalato Robert.
Non ero mai stata tanto violenta in vita mia. Di solito non litigavo mai con nessuno e non ero mai arrivata ad alzare le mani su qualcuno. Però capivo la sensazione che provava Robert nel picchiare qualcuno che odiava.
I calci di quella iena mi provocarono un dolore lancinante allo stomaco, e lo stesso fecero i graffi e i pizzicotti che avevo ricevuto sulle braccia.
<<Che state facendo, si può sapere?>>
Downey, seguito da metà classe, era uscito in corridoio per porre fine a quella rissa fra me e la signorina perfettina.
Io professore mi sollevò da terra tenendomi per le spalle, dopodiché guardò Darcy. <<Andate nel mio ufficio. Muovetevi!>> urlò.
Sia io che lei, a testa bassa, lo assecondammo. Ci incamminammo in ufficio seguite a ruota da lui. Nessuna delle due osava contraddirlo; quando Robert si arrabbiava era meglio non andargli conto e lo sapevamo bene.
<<Stronza.>>
<<Troia.>>
<<Nausea.>>
<<Ribrezzo.>>
<<Schifo.>>
<<Bastarda.>>
<<Smettetela o giuro su Dio che vi prendo a schiaffi.>> Robert aprì la porta chiedendo ai suoi studenti, che fino a quel momento ci avevano seguito, di tornare in classe.
Io e Darcy ci sedemmo nelle sedie poste l'una accanto all'altra, dopodiché Robert ci raggiunse.
<<Ci ha già pensato la tua sorellina.>> incrociai le braccia al petto con aria annoiata. Iniziai a massaggiarmi il braccio indolenzito e pensai che mi sarebbero spuntati altri lividi.
Lui guardò Darcy con odio. <<Hai schiaffeggiato Silvia?>>
Non rispose. A quel punto Downey si sedette alla scrivania, cercando di placare gli spiriti bollenti di noi sue bambine capricciose. Anche se lei aveva appena la stessa età di Robert ne dimostrava meno di me a volte.
<<Siete incredibili!>> si schiaffeggiò la fronte.
<<Avanti, Robert, ha cominciato lei!>> urlammo entrambe all'unisono. Questo mi sorprese.
<<Non mi interessa chi ha cominciato. Spiegami che cazzo ci fai qui, Darcy. Mi sembra di averti detto di non disturbarmi mentre sono a lezione.>>
Lei si alzò dalla propria sedia, cominciando il suo dramma. <<Avevamo un accordo e l'avete infranto. Smetti di vederla subito.>> ordinò.
<<Hai finito con il tuo teatrino, principessina viziata?>> alzai gli occhi al cielo beccandomi uno sguardo fulminante da parte sua.
<<Silvia, ti prego.>> mi riprese Robert.
<<Qual è il problema? Ti brucia il fatto che io e Robert scopiamo alle tue spalle? Gliel'hai detto, tesoro?>>
Avrei voluto ucciderla.
<<Posso tornare a picchiarla?>>
<<No. Adesso chiariamo la situazione.>> Downey si passò le mani sul viso, facendo il giro della scrivania per poi porsi davanti a noi. <<Darcy, perché non puoi accettare che io sia felice con un'altra donna?>>
<<Perché io ti amo, Robert.>> piagnucolò.
Sbuffai infastidita.
<<No, non mi ami. Tu vuoi solo manipolarmi come hai sempre fatto; vuoi avere il controllo su di me, vuoi giocare. Ma io mi sono stancato di te e ti voglio fuori dalla mia vita.>>
Sapeva essere così sexy quando si arrabbiava.
<<Se non potrò averti, dirò a tutti che vai a letto con la tua studentessa.>>
Robert, al limite della pazienza, aprì il cassetto della scrivania, tirò fuori il libretto degli assegni e scrisse velocemente qualcosa. Strappò il foglio e lo porse a Darcy.
<<Sono dieci milioni di dollari. Adesso puoi smetterla di fingere che ti importi qualcosa di me. E togliti quell'anello ridicolo, non sei mai stata la mia fidanzata.>>
Spalancai la bocca di fronte a quel gesto. Le aveva dato i soldi. Darcy sarebbe sparita dalle nostre vite per sempre.
Per me quel gesto significava molto; significava che aveva fiducia nel nostro amore e, avendole dato i soldi, programmava di passare molto tempo insieme a me. Aveva fatto di tutto pur di rendermi felice e di rendere facile la nostra storia. Lo amavo immensamente.
Darcy porse la mano a Robert che la strinse, da persona matura qual era.
<<Non dirò niente al rettore, ma questa storia non durerà per sempre. Sei il suo professore, Robert, cerca di svegliarti.>> guardò entrambi noi per poi uscire dall'ufficio intascando il suo prezioso assegno.
Mi alzai dalla sedia per poi fiondarmi tra le braccia di Robert. <<Mi dispiace averti costretto a farlo.>>
Lui scosse la testa prendendomi il viso fra le mani. <<Tu non mi hai costretto a fare proprio niente. Volevo liberarmi di lei per poter vivere la nostra storia in pace, e oggi si è presentata l'occasione giusta.>> prese la mia mano e ne baciò il dorso. <<Te l'ho detto. Io sarò tuo per sempre.>>
Gli sorrisi per poi saltargli in braccio. <<Lo sarò anch'io.>>

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora