<<Scusate il ritardo, l'autista non riusciva a trovare l'indirizzo. L'ho licenziato.>>
Quella voce mi fece rabbrividire all'istante. Era stata lei la causa di tutti i miei problemi con Robert, la vipera che ci aveva tenuto l'uno lontano dall'altra dall'inizio.
Darcy Collins.
Ovviamente cosa potevo aspettarmi? Le sue intenzioni erano piuttosto chiare: se Robert non fosse stato suo, non sarebbe stato di nessun'altra. Tipico di una donna come lei.
Downey si alzò con un finto sorriso stampato in faccia, un sorriso che conoscevo fin troppo bene. <<Vorrei presentarvi la mia fidanzata. Darcy.>> le baciò la guancia per non rovinarle il rossetto perfettamente rosso e lei squadrò per bene me e il mio ragazzo.
Era perfetta, su questo non si poteva discutere. Si muoveva con eleganza e grazia, di sicuro quello era il suo ambiente. E io mi sentivo sempre di più un pesce fuor d'acqua.
Dopo aver stretto la mano a James, Darcy mi sorrise debolmente, prendendomi la mano in segno di pace. La strinsi con un sorriso forzato, simile a quello di Robert. <<È un vero piacere, Darcy. Mi chiedo come tu faccia a sopportare il mio professore, certe volte sa farsi odiare.>>
Robert mi guardò di traverso mentre la donna tratteneva una risata divertita. <<Me lo domando anch'io. Ti va di prendere qualcosa da bere? Ho la gola secca.>>
Accettai sotto gli incitamenti da parte del mio ragazzo e seguii Darcy fino all'angolo bar. Mi sentivo tremendamente a disagio accanto a una donna come lei. Parliamoci chiaro: Darcy era leggiadra, alta, aveva degli enormi occhi chiari e un sorriso perfetto; d'altro canto, io ero goffa e impacciata. Riuscivo a malapena a starmene sui tacchi senza scivolare.
<<Cosa prendi?>> domandò la donna, appoggiando il gomito al bancone.
<<Del vino rosso. Grazie.>> mormorai.
Ella sorrise per poi ordinare al barista due calici di vino. Tornò a guardarmi, scrutando per bene il mio abbigliamento. <<Dunque... credevo che il tuo ragazzo sapesse di te e Robert.>>
C'era qualcosa in lei che non riusciva a farla essere una totale stronza. Probabilmente voleva solo vendicarsi di Robert, senza ferire me. Anche se aveva fatto centro e mi aveva affondata. Poi un dettaglio in particolare mi colpì: sfoggiava un meraviglioso solitario all'anulare sinistro. Non riuscivo a credere che Robert le avesse realmente chiesto di essere la sua fidanzata, i conti non tornavano.
<<Ho voluto rispettare la sua volontà e non dirlo a nessuno. Abbiamo entrambi mantenuto la nostra parte di accordo, ora lascialo in pace. Non vedi che sta soffrendo?>> alzai il tono della voce mentre Darcy sorseggiava il suo vino con un sorriso stampato in faccia. <<Silvia... sei troppo piccola per capire certe cose.>> si avvicinò al mio viso, mostrandomi il suo lato peggiore. <<Quei soldi mi spettano. E non me ne andrò finché Robert non mi avrà dato fino all'ultimo penny. Non impicciarti di affari che non ti riguardano.>> si ricompose immediatamente, schiarendosi la voce. <<Non voglio tormentarti, Silvia, spero che tu lo capisca.>> detto ciò andò via, lasciandomi sola.
Non riuscivo a riordinare i pensieri dopo una tale strigliata da parte sua. Provavo pena per Robert e per quello che Darcy gli stava facendo passare; ma allo stesso modo lo odiavo per il male che mi aveva procurato.
Tornai a sedermi accanto a James che mi chiese dolcemente se andasse tutto bene. Lo dileguai con una menzogna per poi riunirci tutti e quattro a desinare intrattenendoci con delle semplici chiacchiere. Tutto sommato la cena non fu poi così terribile come mi aspettavo; e non mi riferisco al cibo, bensì agli sguardi e alle parole riservate direttamente a me.
A un certo punto della serata ci trasferimmo tutti nella sala accanto, dove si sarebbe tenuta l'asta. Darcy, Robert, io e James ci sedemmo, rispettivamente in quest'ordine, nella terza fila di sedie di fronte al palchetto. Si iniziarono a chiamare all'asta diversi oggetti, tra i quali alcuni gioielli, degli ornamenti antichi e perfino un set di posate d'argento.
James mi rivelò che tutti quegli oggetti di valore appartenevano alla mamma del professore, la quale aveva dichiarato nel suo testamento di volerli mettere in vendita per ricavare dei soldi da donare in beneficenza.
Che donna ammirevole!
Robert non proferì parola per tutta la durata dell'asta, fin quando il banditore non presentò un nuovo oggetto. Si trattava di una collana con dei cristalli a goccia, così bella che sembrava degna di una principessa. Il professore si chinò verso di me, continuando a guardare l'oggetto. <<Sai, questa collana era la preferita di mia madre. Mi duole doverla vedere nelle mani di uno sconosciuto.>>
Le sue parole sembravano una supplica disperata di intervenire, e una parte di me volle farlo. Guardai James, picchiettando le dita sulla sua gamba. <<Mi piace molto. Non trovi che sia bellissima?>> domandai retoricamente.
<<Perché non la prendi? Sono sicuro che ti starà benissimo.>> osservò per poi porgermi la paletta.
Il banditore fissò un prezzo minimo di sessantamila dollari, a quel punto alzai la paletta. Dovetti competere con un'altra signora sotto gli incitamenti da parte del mio ragazzo. In realtà mi sentivo in colpa a fargli spendere tutti quei soldi.
Ma almeno era per una buona causa.
<<Aggiudicata alla meravigliosa signorina dall'abito blu.>> il banditore applaudì seguito da tutti i presenti.
Mi voltai verso Robert che mimò un "grazie" con le labbra. Non ero sicura del perché l'avessi fatto, ma quella collana era meravigliosa, in più apparteneva alla sua defunta madre, non potevo permettere che lui la perdesse per sempre.
James mi baciò la guancia, accarezzandomi poi la gamba. <<Non vedo l'ora di vedertela indosso.>> mormorò.
<<Mi dispiace averti fatto spendere così tanto.>> mi morsi l'interno della guancia.
<<Va tutto bene, piccola. Quei soldi andranno a chi ne ha bisogno e io ho appena compiuto la mia buona azione per quest'anno.>> ammiccò.
Mi sentivo soffocare in quella sala, dovevo uscire all'istante. <<Vado fuori a prendere un po' d'aria fresca, scusatemi.>> mi alzai e feci per andarmene. James mi chiese se volessi la sua compagnia, ma rifiutai gentilmente, sostenendo di voler rimanere da sola con i miei pensieri.
L'aria fresca della notte mi fece rabbrividire, ma vedere la luna piena era uno scenario così romantico che non riuscivo a pensare al freddo imperterrito. Volevo sprofondare. Troppe emozioni mescolate in una volta sola, non riuscivo a reggere la pressione che mi schiacciava. Gli sguardi di Darcy e Robert mi avevano messo a disagio per tutta la serata.
<<Ti sono grato per aver salvato la collana di mia madre, signorina Evans.>> il professore mi affiancò, tirando fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette.
<<Mi dispiace che tu debba assistere alla vendita di tutti i suoi beni. Dev'essere duro da digerire.>> cercai di compatirlo, nonostante serbassi ancora rancore per tutto.
<<L'unica cosa di cui mi importava veramente era la collana. Almeno ora so che è nelle tue preziose mani.>>
Si tolse la giacca per poi metterla sulle mie spalle. Lo ringraziai e lo vidi accendersi la sigaretta, tenendola stretta fra le labbra. Rimase a fissare il cielo notturno mentre una nuvola di fumo invadeva l'aria, rendendo il mio professore estremamente attraente.
Distolsi lo sguardo, appoggiando la schiena al muro. <<Avevo detto che volevo restare da sola.>>
Robert mi guardò con un sorriso. <<Sono sicuro che la mia compagnia sia nettamente migliore. E poi...>> si tolse la sigaretta dalle labbra, tenendola tra le dita. Appoggiò una mano accanto alla mia testa, restando a pochi centimetri dal mio viso. <<A te non sembra dispiacere.>>
Deglutii a fatica per quella vicinanza. Lo amavo ancora, non potevo negarlo. Ma appartenevo a James.
<<Odio dover litigare, Silvia.>> schiacciò la sigaretta rimasta a metà sotto la suola della scarpa. <<Non voglio allontanarti, ma devo farlo.>> i suoi enormi occhi marroni mi fissarono, cercando di capire a cosa stessi pensando.
Volevo correre via, ecco la verità.
Non volevo più soffrire per causa sua. Avevo versato troppe lacrime per lui.
<<Allora vattene!>> lo spinsi leggermente, il tanto che servì per allontanarlo dal mio viso. Avevo ancora il suo profumo addosso mentre combattevo con me stessa per non cadere fra le sue braccia.
Ero una persona orribile.
<<Tu hai dei segreti con me. Non mi piace quando mi nascondi le cose. Adesso hai un fidanzato, hai scritto un romanzo e nemmeno ti è passato per la testa di dirmelo. Per di più hai voglia di spogliarti e di fare l'amore con me ma non vuoi ammetterlo.>>
Non sapevo cosa fare o dire. Aveva tremendamente ragione sull'ultima frase ma dovevo dimostrare il contrario. Feci la scelta più logica e lo schiaffeggiai. A quel punto voltò la testa dall'altro lato, toccandosi la parte indolenzita.
<<Non parlarmi più così.>> mi tolsi dalle spalle la sua giacca e gliela lanciai addosso per poi tornare dal mio ragazzo, chiedendogli di andar via il prima possibile. Non avevo voluto sentire ragioni, volevo solamente che Downey le smettesse di tormentarmi e non potevo neanche parlarne con James. C'erano troppi segreti nella mia vita.Spazio me:
Ok, annullo il proposito di publicare ogni 2-3 giorni. Ultimamente mi sto riprendendo molto con la scrittura e mi mancano solo 7 capitoli + l'epilogo da scrivere. Sono così in ansia per la fine, anche se, come mi ha detto una volta un'amica, "la condanna di uno scrittore è conoscere la fine della propria storia". Vi voglio troppo bene, lo sapete 🙃
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𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
Fanfiction[SEQUEL DI "A Silvia"] Non ero pronta ad affrontare l'ultimo anno. Il fatto di aver perso il mio amato professore mi aveva fatto riflettere. In fondo le storie più belle sono quelle destinate a perire, e così era successo con la mia favola d'amore...