Capitolo ventisei

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Avevo trascorso un'intera settimana barricata in dormitorio. Non ero uscita né per andare a lezione, né per prendere una semplice boccata d'aria. In fin dei conti c'era Jordan che si occupava di portarmi il pranzo e la cena.
Mi sentivo davvero uno schifo. Indossavo un pigiama di flanella rosa e dei calzini stravaganti con la fantasia dei tranci di pizza. Ero totalmente inguardabile, sia per la forma dei miei capelli raccolti che per il mio viso struccato.
Passavo le giornate fra un libro e l'altro senza effettivamente pensare a Robert. Jordan provava in tutti i modi a convincermi a rientrare in classe, ma non volevo saperne. Il professor Hiddleston era passato parecchie volte a vedere come stavo, ma la mia testardaggine aveva avuto la meglio e non gli avevo permesso di vedermi.
Dunque mi trovavo distesa sul mio letto con la mano infilata in un pacchetto di biscotti al cioccolato e un libro nell'altra. Avevo letto Cime Tempestose milioni di volte, ma mi faceva sempre lo stesso effetto devastante.
<<Fottiti, Heathcliff.>> mormorai con la bocca piena.
Sobbalzai nel sentire bussare insistentemente alla porta. Non risposi, capendo chi fosse.
<<Apri, Silvia, non voglio ripeterlo.>> urlò.
Alzai gli occhi al cielo. Stetti in silenzio fingendo di non esserci, ma questo non lo calmò.
<<Cristo santo, se non apri butto giù la porta. E guarda che faccio sul serio!>>
Merda, era impazzito?
<<Vattene, non voglio vederti.>> urlai a mia volta.
Era l'ultima persona al mondo che volevo vedere dopo mio padre, non avrei permesso che entrasse con la forza. Dopo una settimana intera di silenzio voleva parlare? Non si era neanche degnato di sapere come potessi stare, non gli importava.
<<Apri la porta.>> domandò più gentilente, capendo che le maniere forti non sarebbero servite a niente.
<<Tornatene da Darcy, io e te non abbiamo più niente da dirci.>>
Ingoiai il rospo, sapendo che voleva sicuramente dirmi questo. Perché era lì altrimenti?
<<Cazzo... lascia che ti spieghi, almeno.>>
<<Non devi spiegarmi proprio niente, abbiamo rotto.>>
Mi alzai dal letto, mettendomi davanti la porta per sentirlo meglio.
<<Abbiamo rotto? Hai fatto tutto da sola!>> si stava alterando. <<Ora ti faccio vedere io, piccola ingrata!>>
Appoggiai l'orecchio al legno della porta per sentire cosa stava facendo. Sentii qualcosa girarsi nella serratura e capii che si trattava della chiave di riserva che tenevo sotto il vaso del corridoio. Cercai di bloccare la porta prima che potesse entrare ma fu più veloce di me ed entrò senza permettermi di fare storie. Richiuse la porta alle sue spalle e mi guardò con aria severa e autoritaria.
<<Ti ho già detto una settimana fa che ho bisogno di parlarti. Ti ho dato i tuoi spazi e il tuo tempo, ma adesso è troppo.>> incrociò le braccia al petto.
Gli diedi le spalle per evitare il suo sguardo furente, ma era come se mi stesse trapassando il cranio. <<Di cosa vorresti parlare, esattamente?>> copiai il suo gesto e lo guardai negli occhi come per sfidarlo.
Tirò fuori dalla tasca dei jeans la lettera che gli avevo scritto. <<Che cazzo è questa?>> serrò la mascella.
<<Se hai delle lamentele da fare tienitele per te.>>
Iniziò a leggerla ad alta voce, evidenziando le parti che lo avevano infastidito di più.
<<"...ma alla fine tu sei tu e io sono io." E questo cosa vorrebbe dire?>> alzò lo sguardo su di me per poi tornare a leggere dato che non gli avevo risposto.
<<"...È impossibile sostenere una relazione basata solo sul sesso se poi non c'è dialogo fra di noi." Io e te non facciamo solo sesso, sei per caso impazzita?>>
<<Quando mai abbiamo risolto i nostri problemi in un altro modo se non con il sesso, uh?>>
Robert non replicò, continuò a leggere. <<"...oltretutto tu odi le storie d'amore perché non ne hai mai vissuta una." Questo non sei tu a doverlo dire, ragazzina.>> mi puntò il dito contro.
<<"...Amore significa perdonare, scendere a compromessi e tu non sei stato pronto a farlo quando ne avevo bisogno." Avevo bisogno di riflettere, non volevo certo mollarti, testona che non sei altro!>>
<<E c'era bisogno di fare lo stronzo davanti a tutta la classe? Ti sei comportato come una merda, non farlo mai più!>> gli tirai un cuscino addosso.
<<"...Io mi sono arrangiata quando mi hai detto di essere stato a letto con Darcy, in più l'hai fatto nel pieno delle tue facoltà, a differenza mia." Questa cosa dobbiamo chiarirla bene.>> alzò un attimo lo sguardo per poi continuare a leggere. <<"...Ma non starò qui a giudicare, se vuoi che esca dalla tua vita, così sarà." Perché diavolo hai pensato che volessi lasciarti?>> avanzò verso di me, bloccandomi fra la scrivania e il suo corpo.
<<Perché sei stato molto chiaro al riguardo. E io non voglio stare con un uomo incoerente che non sa comportarsi bene neanche con la sua ragazza.>> lo spinsi leggermente, facendolo indietreggiare.
<<Tutto ciò mi ha fatto riflettere, ma la cosa che più mi ha mandato in bestia è stata questa frase. "P.S. Vaffanculo, Downey.">> mi guardò con un sorriso beffardo, burlandosi di me.
<<Lo penso ancora. Sei odioso, infantile e hai un carattere di merda.>> sbottai.
Robert piegò la lettera e se la mise di nuovo in tasca. Poi tirò fuori il mio anello, afferrandomi il polso con la mano libera. <<Perché te lo sei tolto? È l'unica cosa che ti avevo chiesto di non fare.>> mi attirò vicino al suo corpo e sbattei contro il suo petto.
Aveva un profumo eccezionale, il suo corpo caldo mi fece quasi sciogliere e l'unica cosa che volevo era fiondarmi sulle sue labbra e baciarlo. Quanto mi mancava farlo.
<<Ci siamo lasciati. Punto.>> gli tenni testa.
<<No. Tu non vuoi farlo veramente.>> fissò le mie labbra per un momento, dopodiché tornò a guardarmi negli occhi. <<Io mi fido di te. So che non saresti mai andata a letto con un altro volontariamente e ci ho messo troppo tempo per capirlo. Ti chiedo scusa, Silvia, ma quando si tratta di te io smetto di ragionare. L'idea che un altro uomo ti abbia toccata mi fa imbestialire, non puoi immaginare. Questa situazione deve finire, non ne posso più.>>
Deglutii rumorosamente. Finalmente si era reso conto del suo errore e forse ero pronta a perdonarlo.
<<Fidanziamoci ufficialmente.>> ordinò.
Sbiancai. Rimasi pietrificata. I miei sensi si spensero e mi resi conto che probabilmente avevo sentito male.
<<Cosa?>>
<<Voglio che tu sia la mia fidanzata. Tu sei la mia Silvia, e non ho intenzione di perderti ancora, quindi ti chiedo di valutare la mia proposta. Dovresti conoscermi, non accetterò un no come risposta.>>
Boccheggiai a fatica, restando senza parole.
<<Ok, forse questo non è né il momento, né il luogo più romantico, ma non posso più aspettare.>> a quel punto mi infilò l'anello al dito. <<Ti regalerò un bellissimo diamante, ma per il momento voglio che tu sia consapevole del fatto che sarò tuo per sempre e tu sarai la mia fidanzata.>> mi sorrise.
Il primo sorriso dopo settimane.
Come potevo mai dirgli di no? Certo, mi aspettavo che la proposta di fidanzamento fosse più tradizionale ma in quel momento non me ne fregava niente. Volevo passare il resto della mia vita con lui e l'avrei fatto. Il professor Hiddleston aveva ragione: mi amava talmente tanto che era riuscito a perdonarmi e ben presto sarei diventata indiscutibilmente sua. La sua fidanzata. E lui il mio fidanzato.
<<Prima che io ti risponda dobbiamo chiarire alcune cose.>> mi morsi l'interno della guancia.
<<Certo, tutto quello che vuoi.>>
Mi sedetti sul letto e gli chiesi con un cenno di affiancarmi.
<<Cosa ci facevi nel pub con Darcy la settimana scorsa?>>
Non volevo sapere la risposta, ma dovevo conoscere la verità, anche se non mi sarebbe piaciuta.
<<Ho firmato gli ultimi documenti per concederle metà della mia eredità e dopo l'ho portata nel nostro pub preferito a bere qualcosa. Non è successo nient'altro, te lo garantisco.>> i suoi grandi occhi marroni mi penetrarono l'anima e mi sentii in dovere di credergli.
<<D'accordo... le hai detto che abbiamo litigato?>> tenni lo sguardo basso mentre giocavo con le dita per evitare i suoi occhioni. Mi prese la mano e la tenne stretta fra le sue dita.
<<Lei sa tutto. Ma, che tu ci creda o no, mi ha consigliato di mettere le cose a posto, e ho provato a farlo parecchie volte nell'arco di questa settimana, ma una parte di me era invasa dalle paranoie.>>
<<Tipo che io stia con te solo per i tuoi soldi.>>
Robert scosse la testa. <<Non so come mi sia venuto in mente. Questo pensiero mi ha tormentato parecchio ma poi mi sono reso conto che non mi hai mai chiesto niente, quindi non avrebbe avuto senso. Ho annullato un po' di lezioni e mi sono rintanato nel cottage a scrivere. Sapessi quante poesie ti ho dedicato, mia musa.>> mi baciò il dorso della mano.
Mi morsi il labbro cercando di capire le mie emozioni. Litigavamo di continuo e per qualsiasi ragione, ma questo era dovuto alle persone che ci circondavano. Era arrivato il momento di prendere una decisione.
<<Io ti amo, Robert, lo sai perfettamente. E... se tornerò a vivere da te, ed è un se grande quanto una casa, voglio allontanarmi da New York.>> gli presi entrambe le mani. <<Dopo la laurea voglio venire a Yale con te. Voglio iniziare una vita insieme, costruirci un futuro da soli.>>
Sorrise sommessamente, accarezzandomi la guancia. <<Ne sei sicura?>>
Annuii ricambiando il suo sorriso e posai dolcemente le labbra sulle sue. Quel contatto mi fece rabbrividire, mi era mancato da morire. Le sue mani calde si posarono sulle mie guance e mi accarezzò delicatamente. <<Quindi torni a vivere da me?>> domandò fra un bacio e l'altro.
<<Mmh, mmh.>> mugolai.

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora