Si dice che una donna possa dissuadere l'uomo che è innamorato di lei dal compiere un'azione sconsiderata.
La sete di vendetta di Robert era stata placata dall'amore che provava per me. Era bastato guardarlo negli occhi e mi aveva assecondata, tutto perché mi amava. Non gli servivano parole per dimostrarmi il suo amore.
Dopo averlo lasciato a sbrigare il suo lavoro, avevo raggiunto la segreteria insieme a Jordan e avevamo chiesto di poter cambiare il corso di latino. La professoressa Hoffman prometteva molto bene, in più mi ero ripromessa di non seguire più corsi capitanati da insegnanti maschi.
Purtroppo l'aula della professoressa Hoffman si trovava nel padiglione opposto a quello in cui risiedeva l'aula di Robert, ciò significa che avrei dovuto correre a perdifiato pur di non arrivare tardi alle sue lezioni.
Robert mi aveva mandato un messaggio dicendomi che si trovava appena fuori dalla libreria. Mi infilai il cappotto e salutai Diana, augurandole una buona serata. Vidi la meravigliosa Porsche del mio professore, così entrai senza fare tante storie.
<<Ciao.>> sorrisi nel vederlo indossare una camicia nera che fasciava il suo petto stupendo.
<<Mi piace il tuo vestito.>> si allungò per baciarmi sulle labbra, dopodiché guidò in tranquillità fin da Capote.
Indossavo un abito giallo a fiori, molto semplice ma perfetto per una serata in pizzeria.
<<Ho un deja-vu.>> lo guardai. <<Ricordi quando abbiamo fatto quel patto? Tu avresti letto uno dei miei romanzi rosa se io avessi letto Amleto.>>
<<Sì, me lo ricordo.>> posò la mano calda sulla mia coscia, mentre l'altra teneva il volante ben stretto.
Sembrava molto allegro, anche se ciò che dovevo confessargli lo avrebbe fatto arrabbiare. E non volevo rovinargli la serata. Il solo fatto di aver baciato un uomo che non gli andava a genio mi stava distruggendo l'anima.
Ma meritava di saperlo. Non dovevano esserci segreti di alcun genere fra di noi.
Non appena arrivammo al ristorante chiedemmo a Tony di mostrarci il nostro tavolo. Era incredibile che si fosse ricordato che Robert era "mio zio". Ci accomodammo l'uno di fronte all'altra mentre il proprietario del mio ristorante italiano preferito ci portava due menu.
<<Come va il tuo occhio?>> si chinò su di me mentre accarezzava con il pollice la parte indolenzita.
<<Ho cercato di coprirlo con una tonnellata di fondotinta, ma si vede ancora.>> sbuffai mentre leggevo ad uno ad uno i piatti elencati sulla carta.
<<Lo uccido.>> ringhiò per poi dare un'occhiata ai vini serviti sul menu.
Avevo voglia di spaghetti al pomodoro con le polpette. Mamma me li cucinava sempre e Tony sapeva farli alla perfezione. Rimasi incantata a guardare Robert mentre chiedeva consiglio proprio al proprietario in persona per la bottiglia migliore di vino rosso.
Tony prese le nostre ordinazioni per poi congedarsi. Io e Robert restammo da soli, in un tavolo appartato, e quello, pensai, era il momento giusto di parlare con lui. Non volevo che si strozzasse con gli spaghetti.
<<Devo dirti una cosa.>> mi morsi l'interno della guancia.
Alzò lo sguardo su di me con aria preoccupata. <<Anch'io. Volevo parlartene oggi ma, dopo quello che è successo, non mi sembrava il caso.>>
Sentivo il suo imbarazzo, la sua vergogna. Li percepivo. Ma cosa poteva mai dirmi di così terribile? Avevo quasi paura ad affrontare l'argomento.
<<Chi parla? Prima tu o prima io?>> domandò.
<<Prima tu.>> volevo saperlo all'istante. Non potevo perdere altro tempo senza rendermi conto di ciò che aveva fatto alle mie spalle. Magari mi sbagliavo e non era niente di grave ma non se ne è mai certi.
Robert posò la mano sulla mia, stringendola dolcemente. <<Prima che tu possa arrivare a conclusioni affrettate, sappi che sono completamente pentito e che non ti farò mai più uno sgarbo del genere in vita mia.>>
Merda. Non volevo sapere cosa aveva fatto.
<<Inizio a preoccuparmi.>> mormorai.
Robert mi guardò per qualche secondo per poi parlare definitamente. <<Sono andato a letto con Darcy.>>
Ritrassi immediatamente la mano dalla sua presa. Come aveva potuto farlo? Pensavo che finalmente stessimo insieme, senza altri ostacoli. Ma la verità è che Robert sarebbe sempre corso da sua sorella quando la situazione non gli garbava. In confronto, quello che avevo fatto io non mi sembrava poi così sbagliato.
Volevo piangere, urlargli contro. Ma avevo sprecato troppe lacrime per quest'uomo ed era arrivato il tempo di reagire anziché demoralizzarsi.
<<E io che mi preoccupavo per il bacio con il professor Hiddleston!>> incrociai le braccia al petto, guardando altrove.
<<Cosa? Hai baciato Hiddleston?>> alzò il tono di voce, attirando un po' di attenzione su di noi.
<<Tu sei andato a letto con Darcy! Pensavo che ci fosse qualcosa tra di noi, non che fosse una relazione aperta.>>
<<È così! Ascolta... non è un buona giustificazione per ciò che ho fatto, ma Darcy mi è sempre stata vicino quando avevo bisogno di aiuto. Ieri sera mi sentivo un idiota per averti fatta scappare via, lei è arrivata e ho ceduto.>> spiegò.
Era così volubile da cedere alla sua sorellastra alla prima occasione? Me ne ero andata via per placare le mie emozioni, non certo perché avessi smesso di amarlo, ma di sicuro non aveva il diritto di compensare la sua frustrazione andando a letto con lei.
<<Quanto poco autocontrollo, Downey!>>
<<Cos'è questa storia? Perché hai baciato Hiddleston?>>
<<Il mio è stato un gesto involontario. È stato lui a baciare me, non certo il contrario.>> lo fulminai con lo sguardo. <<E di certo io ero consapevole delle conseguenze, a differenza tua.>>
<<Andiamo! Credi che non abbia pensato a te?>> si chinò sul tavolo, cercando di scrutarmi meglio. <<Io voglio sapere perché tu e quel cazzone di Hiddleston vi siete baciati.>>
<<Stavo lavorando quando è entrato in libreria dicendo di volersi scusare per l'altra sera. E poi ha iniziato a farmi il terzo grado riguardo a cosa ci fosse tra me e te, credendo, logicamente, che abbiamo una storia. Ho negato fino all'ultimo, dopodiché mi ha "confessato" che prova qualcosa per me. A quel punto mi ha chiesto un bacio e se l'è preso nonostante le mie proteste. Anche, a un certo punto, ho iniziato a ricambiare. Quando l'ho respinto è andato via e non c'è stato più niente. Sta mattina ho anche cambiato corso di latino per evitare altri coinvolgimenti, per assicurarmi che continuassi a fidarti di me.>>
<<Che cosa vuol dire che hai ricambiato? Quindi ti è piaciuto!>> strillò.
<<No! Cioè... ma cosa cambia? Ci siamo baciati ed è stato un errore. Punto.>>
Robert si alzò dalla sedia, chinandosi su di me per scrutarmi meglio. <<Lo volevi? Volevi anche andare a letto con lui? Perché Hiddleston è alto, sensuale e attrae tutte le ragazze. E io non posso accettare che ti porti via da me.>> sbatté il pugno sul tavolo, facendomi sobbalzare.
<<Nessuno mi porterà via da te. È stato solo un bacio.>>
<<Non fa altro che fissarti languidamente. Quello ti vuole e io sono pronto ad aprirgli la testa se solo osa toccarti un'altra volta. Ti ho promesso che non avrei più usato la violenza e non lo farò, ma la prossima volta lo uccido.>> tornò a sedersi, guardando altrove per sbollentare i nervi.
<<Ma a questo punto io non so se mi fido ancora di te.>> mormorai.
Robert, scombussolato al massimo, sembrò pensare a delle parole giuste per dire ciò che voleva dire senza fraintendimenti. <<Sono stato debole. Non è da me cedere così facilmente, ma è successo. Ora sono qui e ti chiedo infinitamente scusa per ciò che ho fatto.>> i suoi occhi castani mi immobilizzarono.
Potevo credere che non l'avrebbe mai più rifatto? Potevo fidarmi ancora di lui? Guardarlo in quel momento significava cedere alle mie emozioni, dunque mi alzai.
<<Dove stai andando?>> chiese seguendomi a ruota.
<<Ho bisogno di un momento. Non seguirmi.>> detto ciò uscii dalla pizzeria, noncurante del fatto che stesse piovigginando.
Le gocce d'acqua iniziarono a bagnarmi il viso mischiandosi alle lacrime. Mi ero ripromessa di non piangere ma non avevo resistito. Mi illudevo sempre che tra me e il mio professore potesse nascere una storia d'amore simile a quelle che si vivono nei film. Ma eravamo diversi.
Che brutta parola "diversi". Perché diversi vorrebbe dire "non amarsi"?
<<Ti prenderai il raffreddore. Di nuovo.>> Robert posò il suo cappotto sulle mie spalle mentre mi stringevo per il freddo. Non volevo guardarlo.
<<Credevo che avessimo una storia.>> tenni la testa bassa sul marciapiede mentre vedevo le automobili sfrecciare sotto la pioggia.
<<Tu sei la mia Silvia. Voglio mettere in chiaro questa cosa.>> mi prese la mano ma mi ritrassi immediatamente, cercando di andare via da lui.
Feci per attraversare la strada quando sentii la sua forte presa sul mio polso. Mi costrinse a guardarlo negli occhi mentre la pioggia aumentava e ci ritrovammo ben presto bagnati come pulcini.
<<Quell'anello che hai al dito, finché lo terrai nel tuo anulare, significa che abbiamo una relazione. Io ti amo e non intendo di perderti ancora.>> urlò per sovrastare il fracasso della città.
Aveva appena detto di amarmi?
<<Hai detto di amarmi per farmi contenta o perché lo pensi realmente?>> domandai.
<<Lo penso. Ti amo da quando ti ho rovesciato quel benedetto caffè addosso e non ho intenzione di rinunciare a te. Da questo momento sei incastrata in una relazione seria con il tuo professore di letteratura, niente via d'uscita. Lasciamoci questi due mesi alle spalle e ricominciamo da capo, perché voglio che il mio nuovo inizio sia tu.>>
E così, mentre gli automobilisti ci urlavano di toglierci di mezzo e la pioggia batteva incessante sulle nostre teste, baciai appassionatamente il mio professore davanti a tutta la città, che aveva sigillato le sue parole.
Lui avrebbe dimenticato del professor Hiddleston, io avrei dimenticato di Darcy. Avremmo ricominciato insieme e niente ci avrebbe impedito di farlo.
Robert si staccò da quel bacio. <<Dovremmo levarci dalla strada.>> osservò.
<<Sì, decisamente.>> lo presi per mano per poi tornare all'interno della pizzeria, pronti a cenare in santa pace.
Ma, quando pensavo che i problemi fossero finiti, ne arrivarono di nuovi.
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𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
Fanfiction[SEQUEL DI "A Silvia"] Non ero pronta ad affrontare l'ultimo anno. Il fatto di aver perso il mio amato professore mi aveva fatto riflettere. In fondo le storie più belle sono quelle destinate a perire, e così era successo con la mia favola d'amore...