Capitolo dieci

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Robert si diresse a passo svelto verso la sua auto mentre lo seguivo per controllare che non facesse niente di insensato o avventato, come al suo solito.
<<Robert!>> urlai.
Downey si voltò verso di me, mi afferrò per un braccio e mi trascinò con lui. <<Sali.>> ordinò.
Obbedii per evitare di farlo arrabbiare ancora di più. Mi allacciai la cintura di sicurezza e lui fece lo stesso per poi mettere in moto. Le sue mani strinsero il volante con forza mentre il suo sguardo infiammato mi fece quasi trasalire.
<<Devi smetterla, Robert.>> mormorai piano. Avevo quasi paura di farmi sentire da lui.
<<Dovrei smetterla di proteggerti? Va bene, la prossima volta lascerò che Hiddleston ti porti a casa sua per un'orgia. Cazzo, ma ti senti quando parli?>>
<<Non ho bisogno che tu mi protegga. So proteggermi da sola.>> strillai.
Robert mi guardò furente, e io gli restituii lo sguardo sapendo di essere dalla parte della ragione.
<<Oh, questo lo vedo. Ti sai proteggere così bene che ho dovuto pestare quattro ragazzi diversi per tenerti al sicuro.>> insidiò la macchina nelle strade affollate di New York, e per un po' restammo bloccati nel traffico.
<<Andiamo da te. Non voglio sentire scuse.>> mormorai.
<<Il mio appartamento è inagibile al momento, c'è stata una fuga di gas. Quindi dovremmo andare nel cottage.>> spiegò.
<<Basta che tu abbia la cassetta del pronto soccorso. Hai bisogno di essere medicato.>>
Lo sentii fare una risatina. <<Sto benissimo.>>
Iniziavo seriamente ad arrabbiarmi. Come poteva stare bene? Hiddleston era ridotto un polpettone di carne, lui aveva perfino una ferita aperta sulla guancia. Come potevo stare tranquilla?
<<Chiudi la bocca.>> incrociai le braccia al petto.
Nonostante le sue nocche fossero coperte di sangue, vedere quelle sue mani stringere così il volante mi provocò un brivido d'eccitazione. Avevo un debole per le sue mani.
Quando iniziò a sbollentare la rabbia, azzardai prendendo un fazzoletto dalla mia borsa per pulire le sue labbra ancora insanguinate. Lui mi lasciò fare per poi posare una mano sulla mia gamba, accarezzandola dolcemente.
<<Forse ho esagerato.>>
<<Decisamente.>> borbottai.
<<Mi sto scusando. Non interrompermi.>> sospirò. <<La verità è che ho sempre avuto questo senso di protezione nei tuoi confronti. Non mi piace l'idea che tu debba trovarti in situazioni scomode, e di conseguenza reagisco con la violenza.>> si grattò la nuca.
Iniziai a fissare i suoi grandi occhi marroni. Era così bello e selvaggio con quei capelli arruffati da post-rissa.
<<Forse non mi sarebbe dispiaciuto andare a casa del professore.>> cercai di rimanere seria, anche se sapevo di averlo provocato con quella frase.
<<Che cosa hai detto?>> mi puntò un dito contro, alzando la voce. <<Ripetilo, se ne hai il coraggio.>>
Alzai le mani in segno di arresa. <<Scherzavo.>>
Calò il silenzio che era scandito solamente dal respiro pesante di Robert, dovuto ai residui di rabbia.
<<Perché fra tutte hai scelto me?>> domandai improvvisamente, cogliendolo di sorpresa.
Era l'unica domanda che mi tormentava da una vita.
<<Da quando ti ho incontrata in libreria la prima volta non ho fatto altro che pensare a te. Eri nei miei pensieri, nei miei sogni. Sono stato attratto da te fin da subito, e vederti nella mia classe significava che non avevo nessuna possibilità con te. E poi ho visto come flirtavi con quelle gonne corte, il tuo... frustrante e sensuale mordere il tappo della penna... Non voglio più tenerti lontana, Silvia. Ho capito che la mia vita non funziona se non ci sei anche tu.>>
Mi morsi l'interno della guancia. Era una dichiarazione d'amore vera e propria, e stavo per cedere ai miei sentimenti. Io lo volevo, lo amavo e gli sarei saltata addosso in men che non si dica. Ma nella mia testa sapevo che non sarebbe mai durata una relazione del genere; in parte per lui, in parte anche per sua sorella che non faceva altro che metterci i bastoni fra le ruote.
<<Potremmo mai amarci senza che nessuno interferisca?>>
<<Questo dipende da te. Darcy non è un problema, posso sistemarlo. Ma che mi dici di James?>>
Finalmente l'ingorgo si sbloccò e Robert partì verso la via di casa. Ma cosa potevo dirgli riguardo a James?
<<Ecco... diciamo che fra noi due non va poi così bene. Abbiamo avuto un discorso fino a qualche ora fa.>>
Robert spostò velocemente lo sguardo su di me, dopodiché lo riportò sulla strada. <<Di che genere?>>
<<È imbarazzante.>> mi coprii il viso con entrambe le mani. <<Stavamo... facendo sesso. E, tutto a un tratto, ho detto il tuo nome. E lui mi ha sentita.>>
Robert frenò di colpo, facendomi sobbalzare. Per fortuna la strada era deserta o ci avrebbero coperti d'insulti.
<<Come sarebbe a dire che hai detto il mio nome?>>
Mi morsi il labbro cercando di non sprofondare nella vergogna. <<Stavo pensando a te ed è uscito così!>>
A quel punto scoppiò a ridere, quasi come se avessi fatto una battuta esilarante. Ma non c'era niente di divertente.
<<Mi fai morire, Silvia. Solo tu ti ritrovi in queste situazioni.>> si mise una mano sulla fronte, continuando a sghignazzare. <<E dimmi, lo dicevi e basta o stavi gemendo?>> chiese interessato più che mai.
Guardai altrove. <<James non era riuscito a farmi venire. Ho pensato a te e sono diventata un colabrodo.>> mormorai a mezza voce per evitare che mi sentisse, ma mi sentì fin troppo bene.
<<Quello che hai fatto non lo auguro neanche al mio peggior nemico, però sono felice che tu abbia messo la testa a posto e abbia capito che sono io l'unico che riesce a farti venire come si deve.>> riprese a guidare mentre lo insultavo mentalmente. <<Ma la cosa che mi preoccupa è che James possa capire che ti stavi riferendo a me. Non mi sembra un totale ebete come mi aspettavo, gli basterà fare due più due e saremo fottuti.>>
<<Già... ho negato fino in fondo.>> mi morsi il labbro. <<Mi vuoi spiegare cosa ci facevi con Hiddleston se non lo sopporti?>> cambiai argomento.
<<Mi ha chiesto di vederci per parlare di una cosa. Tutto qui.>> tagliò corto.
<<Ovvero?>>
<<Cose del college, non ti interesserebbero comunque.>>
Non riuscivo a capire se mi nascondesse qualcosa o meno. Ma la verità è che Robert era un bravo attore quando si trattava di mentirmi spudoratamente, quindi mi stava sicuramente prendendo in giro. In fondo, se Hiddleston avesse voluto parlare di lavoro lo avrebbero fatto direttamente all'università, non c'era alcun bisogno di vedersi.
Robert lasciò la macchina davanti l'ingresso, dopodiché cercò le chiavi nella tasca dei pantaloni e aprì la porta. Lo obbligai a sedersi sul divano mentre prendevo la cassetta del pronto soccorso. Mi sedetti al suo fianco e iniziai a disinfettare le ferite con delicatezza, chiusi la ferita aperta che aveva nello zigomo con un piccolo cerotto e, per il resto, fasciai le sue nocche arrossate e torturate.
<<Ringrazia Dio che non hai qualche costola rotta.>> richiusi la cassetta per poi appoggiare la testa allo schienale.
Sentii lo sguardo di Robert su di me, ma decisi di attendere che dicesse qualcosa.
<<Stavo pensando che devo ancora darti il regalo di compleanno dell'anno scorso.>>
Mi voltai verso di lui. <<Hai un tempismo davvero eccellente, professore.>> lo presi in giro.
<<Aspetta qui.>> fece una corsetta fino al piano superiore per poi tornare con una piccola busta bianca.
Si sedette nuovamente al mio fianco, passandomi quel regalo con un luccichio negli occhi. Si appoggiò con il gomito alla spalliera restando a pochi centimetri dal mio viso.
Aprii quel regalo con una lentezza impressionante, quasi avessi paura di scoprire cosa fosse. Dentro una scatolina rossa giaceva un piccolo anello d'oro bianco. All'interno c'era un'incisione in corsivo. "Tuo per sempre".
Sorrisi istintivamente e capii che la poesia che avevo letto l'ultima volta era dedicata a me. Quel piccolo anello significava più di quanto potessi immaginare.
<<Ti piace?>> domandò con un sorriso stampato sulle labbra nel vedermi così felice.
<<È bellissimo.>> lo abbracciai inalando il suo profumo da uomo che tanto mi piaceva. Robert mi strinse a sé, affondando la testa nei miei capelli.
Prese l'anello e me lo mise al dito per poi baciarmi il dorso della mano, dopodiché baciò anche il polso e proseguì per tutto il braccio finché non arrivò alla spalla. Lasciò dei piccoli baci umidi che terminarono non appena fu vicino alle mie labbra. <<Non sai per quanto tempo ti ho aspettata.>> mormorò suadente.
Sorrisi debolmente e ad interrompere quel momento fu lo squillare ininterrotto del mio cellulare. Lanciai uno sguardo al mittente. Era Jordan.
<<Non rispondere.>> implorò.
<<Potrebbe essere importante.>>
Robert, ormai rassegnato, si fece da parte e mi lasciò rispondere. Uscii fuori casa per avere un po' di privacy, ritrovandomi ai piedi del lago.
<<Tutto ok?>>
<<Il professor Hiddleston è crollato sul divano. Era stanco morto. Io me ne torno al dormitorio, tu che farai?>>
Mi morsi il labbro, lanciando uno sguardo dentro casa. Se volevo rimettere le cose a posto dovevo pensarci sta sera stessa, o non avrei più avuto un'altra occasione.
<<Non aspettarmi. Credo che resterò a dormire da Robert, se tutto andrà secondo i miei piani.>>
<<D'accordo, non cacciarti nei guai. Buonanotte.>>
<<Notte.>>

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora