Capitolo venticinque

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La strada che avevamo preso io e il professor Hiddleston si era conclusa con due boccali di birra a testa e una mano non proprio ferma a feccette.
<<Dovresti sentirlo!>> biascicai. <<Silvia, la tua gonna è corta. Silvia, non voglio che esci con Hiddleston perché non mi piace. Silvia, vai via, no, resta. Silvia scopiamo, Silvia tu mi appartieni!>> lo imitai con voce profonda, facendo ridere di gusto Tom.
<<Io credevo che fosse gay. Prima di sapere della vostra storia non usciva mai con una donna.>> ridacchiò.
<<Beh, Robert è la persona meno gay che esista sul pianeta. Sapessi quante cose da fare con la lingua! E nemmeno io sono da meno, sai?>> mi morsi il labbro al solo pensiero, provocando un'altra risata di Tom.
<<Ad esempio?>>
Presi la mano del professore ancora sporca di salsa barbecue e leccai il suo indice, prendendolo in bocca completamente.
Tom inarcò la testa e vidi il suo pomo d'Adamo fare su e giù. <<Silvia...>> sospirò. <<che diavolo stai facendo?>>
Ricominciai a ridere, togliendo l'indice dalle mie labbra. <<Scusa, non ho resistito.>> catturai le labbra in mezzo ai denti per poi scoppiare nuovamente a ridere insieme a lui.
<<Formiamo un bel duo, professore.>>
<<Sono d'accordo.>> mi batté il cinque per poi continuare a lanciare freccette contro il bersaglio.
Mi guardai intorno con aria spensierata. Finalmente non pensavo più ai miei problemi con Robert, il professore era riuscito a risollevarmi il morale in un'ora soltanto.
Poi uno scenario mi colpì particolarmente. Vidi Robert e Darcy varcare la soglia del pub, si tenevano per mano e ridevano come due buoni amici. Ma non fu quello a sconvolgermi, bensì il fatto che lui mi avesse mentito di nuovo. Mi aveva promesso che non l'avrebbe più rivista, che, dopo averle spillato l'assegno, non avrebbe più fatto parte delle nostre vite. Mi aveva tradita pur non andandoci a letto, e questo era peggio di una pugnalata al cuore.
Il mio sguardo si fece nuovamente cupo e tutta la mia allegria era scomparsa.
<<Tutto ok?>> domandò Tom.
Annuii asciugandomi velocemente le lacrime. Presi la mia borsa in fretta e me la misi a tracolla. <<Mi dispiace, Tom, mi sono ricordata che devo fare una cosa e... devo andare.>> lo abbracciai affondando la testa sul suo petto caldo per poi correre fuori dal pub, venendo investita da un'ondata d'acqua. La pioggia stava persistendo ormai da due ore e non aveva intenzione di smettere. Perfino il brutto tempo mi ricordava Robert, la pioggia era sempre stata una cosa solo nostra. Camminai a lungo sotto la l'acqua e mi strinsi per il freddo. Mi trovavo vicino la casa di un vecchio amico, e in quel momento avevo bisogno di un consiglio maschile più di ogni cosa al mondo, nonostante lui fosse quello che era.
Mandai tutto al diavolo e mi recai a casa di Thomas con la coda fra le gambe. Ero davvero patetica e disperata per abbassarmi a un livello simile.
Suonai il campanello della villa e attesi che qualcuno rispondesse. Subito il padre di Thomas mi riconobbe attraverso la piccola telecamera posta sopra il pulsante del campanello e fece spalancare i cancelli per accogliermi. Attraversai l'immenso viale, girai intorno alla fontana e raggiunsi la porta d'ingresso.
<<Salve, Dominic.>> salutai il signor Holland che mi accolse con un sorriso sornione.
<<Non ti vedo da tanto, Silvia, come stai?>>
<<Bene, grazie.>> mentii. <<Tom è nella sua stanza?>>
<<È nella fase gioco, come al solito. Ti porto qualcosa per asciugarti, torno subito.>>
Rimasi impalata davanti l'ingresso mentre mi davo mentalmente della stupida per aver strisciato fino a casa del mio ex. Come potevo chiedere il suo aiuto dopo tutto quello che mi aveva fatto passare? Forse perché in fondo ci volevamo ancora bene e gli avrei perdonato tutto se solo mi avesse abbracciato. Avevo proprio bisogno di un contatto umano, specialmente con lui.
Il signor Holland mi porse un asciugamano e lo usai per strizzarmi i capelli e asciugare le ultime gocce di pioggia che colavano dal mio vestito. Ringraziai Dominic e raggiunsi il piano superiore, dirigendomi in camera di Tom. Bussai un paio di volte ma probabilmente indossava le cuffie o dormiva, anche se ero più sicura della prima opzione.
Aprii la porta e lo vidi seduto sulla sua sedia ergonomica con tanto di cuffie e joystick mentre era impegnato a fare fuori un paio di persone in quel suo videogioco. Spostò lo sguardo su di me e rimase piacevolmente sorpreso nel vedermi. Mise pausa alla partita e si alzò venendomi incontro.
Non ci fu bisogno di dire niente. Mi accolse fra le sue braccia e scoppiai in lacrime sulla sua spalla. Ci sedemmo sul letto e appoggiai la testa sulle sue ginocchia mentre mi accarezzava i capelli dolcemente, pronto a sentirmi vuotare il sacco.
<<Te l'avevo detto, Silvia. Perché non mi hai dato ascolto, mh?>> domandò pacatamente.
<<Perché lo amo.>> piagnucolai.
Lo sentii sospirare. <<Come fai a sapere se è amore e non devozione?>>
<<So per certo di amarlo, con lui mi sento rinata. Ho soltanto paura che non voglia più rivedermi, ho fatto tanti errori. Mi manca così tanto!>> mi coprii il viso con entrambe le mani e sentii le dita calde del mio amico sfiorarmi le gambe.
<<Non sono la persona migliore per parlare d'amore, ma se ti ama non riuscirà a starti lontano. Insomma, io lo odio profondamente, ma preferisco vederti felice piuttosto che spaccargli il muso.>>
Risi. <<L'ultima volta è stato lui a romperti il naso, non il contrario.>>
Alzò gli occhi al cielo. <<Ero fuori forma, tutto qui.>>
Mi misi a sedere a gambe incrociate sul letto. Guardai verso il basso e giocai con le mie dita per l'imbarazzo.
<<Ti porto dei vestiti asciutti.>> si alzò dal letto per tirare fuori dal suo armadio un paio di pantaloni della tuta e una delle sue felpe. <<Ti va film e gelato?>> sorrise.
Annuii distrattamente mentre mi chiudevo in bagno per cambiarmi. Thomas non era un cattivo ragazzo, si era solo comportato da stupido l'ultima volta che l'avevo visto. Solitamente giocavamo alla console, mangiavamo schifezze e guardavamo film insieme; le solite cose che si fanno fra migliori amici. Ma per colpa di Robert l'avevo quasi allontanato, tutto per la sua dannata gelosia.
Tom tornò con un barattolo di gelato alla vaniglia variegato al caramello e due cucchiai. Ci sedemmo sul suo letto e impostò Netflix per scegliere un film d'azione. Avrebbe fatto di tutto pur di farmi distrarre e io l'avevo allontanato da me.
Ero una pessima amica.
Mi accucciai al suo petto e mi lasciai accarezzare dolcemente la schiena con due dita mentre le palpebre si facevano sempre più pesanti. Sobbalzai non appena sentii il cellulare vibrare, così diedi un'occhiata a chi fosse.

Robert: Dove sei? Devo parlarti.

Lasciai il messaggio senza risposta. Non avevo niente di cui parlare con lui. Si era presentato in quel pub con la sua sorellastra, la quale aveva promesso di sparire dalle nostre vite. Robert mi aveva mentito e odiavo le bugie, specialmente dette dalla persona che amavo. Affondai la testa sul cuscino e cercai di prendere sonno mentre pensavo alle parole di Robert. Di che diavolo voleva parlarmi? Probabilmente voleva lasciarmi, ma non avrei mai potuto digerire una botta simile. O forse voleva dirmi che si era reso conto di avere sempre amato la sua sorellastra e tutto quello che c'era stato fra di noi era da dimenticare.
Lanciai un urlo che venne ovattato dal cuscino e mi misi a sedere sotto lo sguardo interrogativo di Thomas.
<<Basta, sono stanca! Non ci torno all'università, fanculo la laurea.>> urlai.
<<Sei impazzita? Ti dovrai laureare fra tre mesi e vuoi rinunciare adesso? Pensa a com'eri contenta quando ti hanno dato la borsa di studio, non mollare tutto per quel coglione. Posso fare un paio di telefonate e farlo licenziare se la cosa può farti stare meglio.>>
<<No!>> urlai. <<Lui ama insegnare. Ma io non amo la letteratura, non l'ho mai amata e lui non è riuscito a farmi cambiare idea. Cambierò corso, ho deciso.>> incrociai le braccia al petto.
Sembravo pazza.
<<Non sai quante volte l'ho sentita questa.>> Tom scosse la testa in segno di negazione. <<Smettila di negare ciò che provi per lui. Io non lo sopporto, è vero, ma quel disgraziato sta soffrendo insieme a te. Cristo, Silvia, metti le cose a posto e finiscila di comportarti come una vittima indifesa.>>
Spalancai la bocca a quel rimprovero. Di solito ero io quella che lo strigliava per bene, non il contrario. Si vede che Tom era stufo di quella situazione, e come dargli torto!
Ma una parte di me non voleva più disperarsi a causa di Robert. Mi sarei rintanata nel mio dormitorio e non sarei più uscita, non l'avrei più rivisto.



Spazio me:
Stiamo odiando tutte Robert ultimamente vero?
Mancano pochi capitoli alla fine, iniziate a preoccuparvi seriamente. Piccolo spoiler: la storia finirà esattamente sabato pomeriggio con l'epilogo.
Vi consiglio caldamente di andare a leggere la nuova storia di marvelismydrug , non ve ne pentirete affatto ❤️

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora