Avevo trascorso ben tre giorni a casa di James. Tre giorni di puro relax senza il professor Downey, il professor Hiddleston o il clima di tensione che si creava sempre in classe.
Era una giornata piuttosto fredda. Il sole non si fece vedere per quasi tutto il pomeriggio per colpa di alcuni nuvoloni grigi che annunciavano l'imminente temporale. Chiunque avesse deciso di passare una giornata fuori casa, se ne sarebbe pentito subito dopo.
Come mi aspettavo, iniziò a piovigginare. Le goccioline d'acqua si rincorsero lungo il vetro della finestra, mentre queste tamburellavano velocemente, segno che il flusso d'acqua stava aumentando di parecchio.
Sedevo sul divano del soggiorno. Tra le mani avevo una tazza di tè bollente e un buon libro: il mio amato Cime Tempestose. Quasi mi pentii di aver paragonato Robert ad Heathcliff, ma, ora che ci penso, non c'ero andata così lontano dopotutto.
Battei ripetutamente le unghie contro la porcellana della tazza, provocando un rumore che mi rilassava parecchio. Il calore del fuoco invadeva tutto il soggiorno e la sua luce mi permetteva di leggere senza fare troppi sforzi. Ogni tanto interrompevo la mia lettura per guardare fuori dalla finestra o per controllare i messaggi sul mio cellulare. Un tintinnio mi fece trasalire, così accesi il telefono e trovai un messaggio da parte di Robert.Professor Downey: Come ti senti, oggi?
Io: Bene.
Volevo essere fredda e distaccata con lui. Jordan aveva ragione: il primo passo per dimenticarlo era smettere di preoccuparmi per lui o di dargli attenzioni.
Professor Downey: Ti manderò per e-mail il materiale delle lezioni che hai saltato. Se hai bisogno di recuperare qualcosa in particolare non esitare a farmelo sapere.
Per "recuperare" intendeva fare sesso con lui nel suo ufficio. Un tempo non avrei mai resistito ad un invito del genere, ma ora come ora non avevo voglia di vederlo al di fuori della sua lezione.
Io: Le farò sapere.
Non rispose al mio ultimo messaggio, così posai il cellulare sul tavolino di fronte al divano e ripresi la mia lettura con una nota di tristezza. Questa situazione mi stava uccidendo lentamente, stavo soffrendo e perdevo perfino il sonno. Mi ci voleva una botta di vita per riprendermi completamente dal mio stato di angoscia.
In quel momento James entrò nel soggiorno con indosso soltanto dei pantaloni della tuta. Non riuscivo a capire come facesse a sentire caldo con il freddo polare che c'era fuori casa. Eppure la visione del suo fisico statuario era un toccasana per me. Ne avevo bisogno.
Si sedette alla mia sinistra, stringendomi a sé con un braccio. <<Vuoi vedere un film?>> domandò baciando ripetutamente la mia spalla, accarezzandomi la coscia.
<<Sto leggendo. E poi la serata film è domani.>> replicai.
<<Ho sentito che è uscito un nuovo film su Netflix. Credo si chiami 365 giorni. Sembra interessante.>> dopodiché accese la televisione e la sintonizzò su Netflix.
<<È un film erotico. Lo sai, vero?>>
<<Certo che lo so. Secondo te perché voglio vederlo?>>
Alzai gli occhi al cielo per il tentativo vano del mio ragazzo.
Dopodiché lo vidi stiracchiarsi, contraendo i muscoli delle braccia. Stavo per cedere.
<<Piantala di flettere i muscoli, James, sembri un vero imbecille.>> distolsi lo sguardo dal suo corpo, concentrandomi sulla televisione accesa.
<<Qualcuno oggi è di cattivo umore.>> abbassò la spallina del mio maglione, cercando di solleticarmi.
Ridacchiai per il suo fare così buffo e lo spinsi via. <<E dai! Lo sai che soffro il solletico.>>
James s'incantò a fissarmi con un sorriso stampato sulle labbra. Mi accarezzò la guancia per poi lasciarmi un bacio delicato. <<Mi piace quando sorridi. Sei perfetta.>>
Sorrisi a mia volta e mi feci più vicina a lui. Gli accarezzai il petto con entrambe le mani, provocandogli una scarica di brividi su tutto il corpo. Mi sedetti a cavalcioni su di lui e iniziai a baciarlo con foga mentre le sue mani scendevano fino al mio fondoschiena, stringendolo saldamente.
<<Alza le braccia.>> ordinò.
Feci come mi aveva detto e mi sfilò il maglione da sopra la testa per poi baciare ripetutamente il mio collo. Sentii la mia intimità premere contro il rigonfiamento che era cresciuto dentro i suoi pantaloni e decisi di liberarlo. Mossi il bacino contro di lui, facendogli inarcare la testa dal piacere.
<<Togliti tutto, Silvia.>> ringhiò.
Con un movimento veloce mi sfilò sia i pantaloni che le mutandine per poi slacciarmi con maestria il reggiseno. Rimase a fissare il mio corpo nudo per qualche secondo, si leccò le labbra per poi prendere il suo membro in mano e infilarlo dentro di me senza troppe cerimonie. <<Cavalcami, Silvia. Fallo!>> ordinò.
Mi mossi contro di lui iniziando a provare una scarica di piacere che si trasformò in gemiti incontrollati. James fece aderire i nostri petti mentre continuavo a muovermi con frenesia. Ne avevo bisogno, a volte il sesso è la medicina migliore.
<<James.>> ansimai.
Il mio ragazzo invertì le posizioni, così mi ritrovai sotto di lui in un attimo. Affondò la testa nell'incavo del mio collo per poi dare dei colpi di reni forti facendomi gemere ancora di più. Gli graffiai la schiena con le unghie mentre cercavo di controllarmi, ma era praticamente impossibile per me.
<<James...>> allacciai le gambe attorno il suo bacino e lui andò ancora più forte, pronto a venire.
<<Oh... Robert!>>
Rimasi pietrificata dalle parole che io stessa avevo pronunciato. Ma come mi era venuta in mente una cosa simile? Cosa c'entrava Robert in quel contesto? In un momento di debolezza mi resi conto che le sole mani che volevo sul mio corpo erano le sue. Le uniche volte che avevamo fatto l'amore mi era sembrato di assaggiare il paradiso, e con James non era certamente così.
Speravo solo che non mi avesse sentita o sarebbe stata la fine. Ma forse era stato troppo impegnato per ascoltarmi.
Diede un ultimo colpo di reni e venne dentro di me, senza curarsi del fatto che fossi venuta anch'io. Probabilmente mi aveva sentita anche troppo bene.
Si stese al mio fianco, passandosi una mano fra i capelli per spostarli dalla fronte madida di sudore mentre rimanevo immobile, come paralizzata. Avevo fatto un grosso errore ma mi aveva permesso di capire chi fosse l'uomo del quale ero innamorata realmente.
<<Chi diavolo è Robert?>> mi guardò. Il suo sguardo non fece trasparire nessuna emozione.
L'unica carta che potevo giocarmi era quella della negazione.
<<Chi?>>
<<Hai detto il suo nome.>>
Scossi la testa fingendomi sorpresa. <<Ti sbagli.>>
<<Non prendermi per il culo, Silvia.>>
Cavolo. Si era davvero arrabbiato.
<<Non so di che parli. Chissà cosa avrai sentito!>> mi alzai dal divano, mi rivestii in fretta per poi prendere il cappotto.
<<E ora dove stai andando?>> finalmente si alzò, mi raggiunse a passo svelto mentre se ne stava ancora nudo.
<<Torno al dormitorio. È evidente che sei impazzito del tutto.>>
Mi sentivo una persona orribile, ma dovevo negare fino alla morte. Non potevo rischiare che qualcuno venisse a sapere della relazione fra me e il mio professore.
<<Spero che tu non stia parlando di Downey.>> mi guardò seriamente, facendomi sobbalzare per la domanda.
<<Sei forse diventato matto? Stai parlando del mio professore, e poi io non ho citato nessun Robert.>> quasi urlai. Ero una bugiarda patentata.
<<Fa' un po' come ti pare.>> mi mandò al diavolo per poi raggiungere il bagno e chiudersi a chiave.
Non solo ero rimasta sessualmente insoddisfatta dal mio ragazzo, ma lo avevo perfino fatto arrabbiare. E forse tra me e lui era finita sul serio, non potevo stare con un ragazzo per il quale non provavo niente se non piacere sessuale.
Il mio cuore apparteneva indiscutibilmente a Robert e a nessun altro. E non vedevo l'ora di dirglielo.Spazio me:
Doppio capitolo oggi, ma solo perché sono buona.
Ho già ricevuto un trailer da parte di una delle ragazze che partecipano al contest, quindi affrettatevi a mandarmi i vostri. Alla fine ho deciso che li pubblicherò tutti in unico capitolo dedicato appunto in "A Silvia". Oltretutto, se vi è possibile, caricate il video su YouTube così che possa prenderlo da Wattpad ❤️
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𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.
Fanfic[SEQUEL DI "A Silvia"] Non ero pronta ad affrontare l'ultimo anno. Il fatto di aver perso il mio amato professore mi aveva fatto riflettere. In fondo le storie più belle sono quelle destinate a perire, e così era successo con la mia favola d'amore...