Capitolo due

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Aver rivisto il professor Downey dopo sei mesi mi aveva totalmente sconvolta. Avevo sentito le gambe molli e un pizzico di eccitazione quando il suo viso si era ritrovato a pochi centimetri dal mio. Mi era sempre piaciuto quel suo modo di fare così autoritario e prepotente, ma in quel momento dovevo ricordarmi di odiarlo, non potevo cadere di nuovo tra le sue braccia dopo tutto quello che mi aveva fatto passare. Sarei stata un idiota.
Mi trovavo a casa di James, stavo mettendo il rossetto davanti allo specchio nella camera padronale. Lui si trovava al mio fianco mentre cercava di allacciarsi il papillon. Sarei dovuta restare al dormitorio dell'Università per prepararmi alla serata, ma James mi aveva fatto una sorpresa e mi aveva portata da lui per passare la giornata insieme. Mi aveva regalato un abito di seta blu per onorare al meglio quella cena di beneficenza alla quale mi avrebbe portata.
<<Sei bellissima.>> disse improvvisamente. Si posizionò dietro di me e mi lasciò un bacio sulla nuca mentre mettevo un po' di fard sulle guance.
<<Anche tu.>> mi morsi il labbro per poi voltarmi completamente verso di lui, passandogli le mani sul petto. <<Abbiamo ancora qualche minuto prima che inizi la cena.>> mormorai suadente. Avevo voglia di fare l'amore con lui, ultimamente non ne avevamo il tempo e la cosa mi straziava parecchio.
James non sembrò ricambiare la mia idea, a quel punto mi prese entrambe le mani, spostandole dolcemente dal suo petto. <<Faremo tardi, bambina.>> mi baciò la punta del naso per poi allontanarsi da me.
Sospirai. <<D'accordo.>>
Ci avrei riprovato a fine serata, l'alcol l'avrebbe aiutato.

***

La cena di beneficenza si teneva in una specie di villa molto elegante. A quanto pare i cimeli che avrebbero messo in vendita appartenevano ad una donna nobile e i soldi ricavati dalle vendite sarebbero andati dritti ai bambini poveri in Nigeria. Per me quel genere di serate serviva solamente per pavoneggiarsi e per mettere in mostra la propria ricchezza, da odio. E per fortuna James non era uno di questi, altrimenti non sarebbe stato ancora il mio ragazzo a lungo.
Una volta scesi dalla sua auto, diede le chiavi al parcheggiatore che la mise lontano dall'ingresso della villa. A quel punto mi misi ad ammirare l'imponente bellezza di quel posto che mi aveva lasciata senza parole fin da subito. Il mio ragazzo appoggiò delicatamente la mano sulla mia schiena nuda, conducendomi all'interno di quel posto. Un'orda di miliardari si fece spazio in tutta la sala mentre sorseggiavano bourbon e tenevano per mano le proprie compagne. Quello spazio era incantevole con il pavimento luccicante e un lampadario di cristallo pendente dal soffitto.
<<Prendiamo da bere?>> domandò James, sentendosi a disagio almeno quanto me.
<<Sì, ti prego.>> mormorai.
Il mio ragazzo afferrò due flûte di champagne dal vassoio di un cameriere che passava da quelle parti. Almeno le bollicine mi avrebbero fatta sciogliere, mi sentivo a disagio in quel posto pieno di ricconi, io non lo ero. Il mio ragazzo aveva un'azienda da milioni di dollari ma non era l'aspetto che più mi interessava di lui, ma almeno si sentiva a suo agio in quel tugurio di gente. James aveva detto che sarei stata la più bella della serata, e forse per un attimo ci avevo anche creduto, ma vedendo tutte quelle donne eleganti non sarei mai stata alla loro altezza.
<<Ho lasciato il cellulare nel cappotto, torno subito.>> annunciai. Feci per voltarmi quando andai a sbattere contro qualcuno, scontrandomi contro il suo petto. <<Domando scusa.>> mormorai alzando lo sguardo.
Non è possibile.
<<Silvia.>> mi guardò con stupore, e io non ero da meno.
<<Professor Downey.>> tenni la bocca chiusa per evitare che si spalancasse alla vista di Robert con indosso uno smoking così elegante. Era perfetto, maledettamente bello.
<<Cosa ci fai qui?>> domandò dolcemente mentre mi spostava una ciocca di capelli, che erano sfuggiti al mio chignon, dietro l'orecchio. Quel contatto mi fece rabbrividire, la sua mano calda era così attraente.
<<Stai bene, tesoro?>> James s'intromise, guardando poi Downey. <<Robert, è un vero piacere rivederti.>> i due si strinsero la mano, dandosi poi un'amichevole pacca sulla spalla. <<Il piacere è mio, James.>>
Che stava succedendo?
<<Vi conoscete?>> domandai abbastanza scossa dalla situazione. Era imbarazzante vedere l'uomo con cui ero andata a letto, per il quale avevo una cotta e da cui mi sarei fatta sculacciare, stringere la mano del mio attuale ragazzo.
Una situazione che mi si addiceva.
Entrambi mi guardarono. <<Amore, voglio presentarti Robert Downey. Ha investito nella mia azienda l'anno scorso; oltre che essere un uomo brillante è un appassionato di letteratura. Proprio come te.>>
Io non ero appassionata di letteratura, ma forse aveva detto questa cosa per vantarsi di me con Robert.
<<Conosco la signorina Evans. È la studentessa più brillante del mio corso, se posso permettermi di dirlo.>> mi guardò.
Deglutii a fatica per il modo in cui mi guardava. Sembrò concentrarsi sopratutto sulle mie labbra e sulla mia gamba nuda dovuta allo spacco dell'abito.
James sorrise. <<Allora sei tu il famoso professore di letteratura. Silvia parla sempre di te.>>
Diedi una gomitata al mio ragazzo per zittirlo, ma chiaramente Robert voleva saperne di più. <<E cosa dice, esattamente?>>
<<Sostiene che tu sia un uomo dalle mille risorse, intelligente e con una passione innata per la scrittura.>>
Robert sembrò rilassarsi. Forse immaginava che avrei spifferato della nostra storia passata.
<<Strano. Credevo di non piacerti, signorina Evans.>>
Lo guardai di traverso e si zittì immediatamente. <<Oltretutto credo che tu sappia che la signorina qui presente ha un modus operandi eccellente per quanto riguarda la scrittura. I suoi temi mi hanno sempre colpito.>>
Perché faceva così il ruffiano con il mio ragazzo?
<<Oh, lo so bene. Sapevi che ha lavorato l'intera estate a un romanzo tutto suo? L'ho invitata parecchie volte a scrivere e, finalmente, ha pubblicato il suo primo libro. Sono così fiero di lei.>> mi strinse a sé per poi baciarmi la tempia.
Volevo morire.
<<Non mi dire!>> Robert si aggiustò i gemelli per poi passare la lingua sulle sue labbra carnose. <<Sarei ben felice di leggerlo, qualche volta.>> mi squadrò dalla testa ai piedi soffermandosi poi sulla scollatura del mio seno.
Niente pensieri impuri. Niente pensieri impuri.
<<Accomodiamoci. La cena sta per iniziare e vorrei continuare a conversare con voi.>>
Sembrava così sicuro di sé in quell'ambiente. Sapeva mettersi in mostra meglio di chiunque altro, era come un Dio lì in mezzo. Ed era completamente diverso dal mio amato professore, così semplice e divertente. Quasi odiavo questo suo lato da miliardario spocchioso; preferivo il modo in cui sedeva sul divano a leggere un vecchio libro o quando insegnava a noi poveri stolti le poesie di Shakespeare. Mi piaceva quando indossava dei pantaloni della tuta e scriveva poemi anziché vederlo così fine e imbalsamato.
Robert spostò la sedia dal tavolo. <<Prego, signorina Evans.>> mi sorrise dolcemente. Mi accomodai e in quel momento mi ritrovai in mezzo tra i due nonostante il tavolo fosse di forma circolare.
Mi torturai le mani guardando verso il basso mentre il mio ragazzo e il mio professore parlavano di azioni in borsa, aziende e quant'altro. Sapevo che Robert si fosse laureato in economia e marketing ma non avevo idea che possedesse un'impresa tutta sua. Preferivo le sua seconda laurea in letteratura inglese, decisamente più interessante.
Improvvisamente il telefono di James prese a suonare e pregai mentalmente che non mi lasciasse sola con Robert. <<Scusatemi, devo rispondere.>> si alzò frettolosamente per poi allontanarsi dal tavolo.
<<Adesso hai anche un ragazzo... non so se essere felice per te o essere arrabbiato per il fatto che fai sesso con qualcun altro.>>
Mi voltai pronta a dirgliene quattro, ma la sua vicinanza e il suo profumo da uomo così inebriante mi fecero ammorbidire. Mi era mancato da morire.
<<Se c'è qualcuno che dovrebbe essere arrabbiato, quella sono io.>> incrociai le braccia al petto.
Robert bevve un sorso di scotch per poi avvicinarsi a me, mettendo il braccio sullo schienale della mia sedia per avermi più vicina a sé. <<È esilarante il fatto che James sia convinto di averti incoraggiata a scrivere. Come se fosse stato lui ad aver scoperto il tuo potenziale.>> rise sarcasticamente.
<<A differenza tua, è riuscito a scegliere me al posto di qualche milione di dollari. Quindi ho più fiducia in lui che in te, professore.>> le nostre labbra si trovavano a pochi centimetri di distanza, talmente pochi che riuscivo a sentire il suo respiro.
<<Cerca di convivere con il fatto che la nostra piccola relazione era destinata a perire. Io l'ho fatto, e sono andato avanti nonostante non riesca a sopportare di vederti ogni giorno in classe.>> passò due dita sulla mia spalla nuda, provocandomi mille brividi.
Cavolo.
<<Buon per te. L'ho fatto anch'io.>> mi limitai a dire.
<<Mi è mancato il tuo sguardo imbronciato.>> rise.
Non appena James si avvicinò a noi, il professore interruppe il movimento delle dita sul mio braccio.
La serata era appena iniziata e sarebbe stata molto lunga.



Spazio me:
Ok ho annullato il proposito di pubblicare ogni venerdì, mi fate pena dai. Pubblicherò ogni due o tre giorni, il tempo dia revisione accurata e di scrivere gli altri capitoli. La seconda parte di questo arriverà probabilmente giovedì pomeriggio, dipende solo da quanti voti d commenti riceverò ❤️

𝑇𝑢𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 - 𝑅𝑜𝑏𝑒𝑟𝑡 𝐷𝑜𝑤𝑛𝑒𝑦 𝐽𝑟.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora