Mitzuki: "Izuku caro, da quanto tempo"
I: " ciao zia mitzuki"Izuku e sua madre erano arrivati a casa Bakugou e non appena il campanello fu suonato, Mitzuki si precipitò ad aprire la porta, dopo aver urlato a suo figlio di comportarsi in modo corretto per una volta.
M: "entra pure tesoro, katzuki è in camera sua raggiungilo pure e fai come se fossi a casa tua"
I: "grazie zia...effettivamente...non vedo l'ora di vederlo"Ed In quel momento, Izuku sorrise, era vero, Izuku non vedeva davvero l'ora di vederlo, sapeva la conversazione a cui l'avrebbe sottoposto il biondino e lui non vedeva l'ora di affrontarlo.
Mentre si cambiava e durante tutto il tragitto, i pensieri di Izuku si canalizzarono in un unica direzione.
Il braccio di touya posto sul suo torace per difenderlo, la fiamma ipnotica che ricopriva la sua mano, il coraggio di non essere da solo, il coraggio di ribellarsi al suo aguzzino, l'adrenalina che gli scorreva in vena quando vide per la prima volta katzuki indietreggiare di fronte a lui.
In quel momento, Izuku si sentì capace di ogni cosa...e la consapevolezza di non dover più temere il suo amico d'infanzia lo faceva sentire più leggero, più sicuro, più determinato.Salì le scale che conducevano alla camera del biondino e dopo aver bussato e ricevuto un sonoro
"Fai quel cazzo che ti pare nerd di merda"
Entrò nella stanza, con ancora il sorriso in volto.
Katzuki era sdraiato sul letto, mentre fissava il soffitto, non lo degnó neanche di uno sguardo, d'altro canto, Izuku si fece un giro per la stanzaI: "sai, me la ricordavo diversa...da quanto tempo è che non vengo? due anni , non lo so kacchan, non me lo ricordo bene, perché non mi rinfreschi la memoria?"
E con l'ultima domanda si sedette di slancio sul letto, accanto al suo migliore amico.
K: "tzs...come se tenessi il conto dei giorni, da quando non vieni più questo posto è così...rilassante"
I: "aaaaaah sì... hai proprio ragione, aspetta però... i lividi sul mio corpo la pensano diversamente, perché se non ricordo male, la prima cosa che facevi quando arrivavi a scuola era picchiarmi...tu sei proprio sicuro che sia così rilassante questo posto?"Katzuki strabuzzó gli occhi, il ragazzo che adesso aveva al suo fianco, non era Izuku... sentì la rabbia scorrere in vena...era davvero bastato così poco? Era davvero bastato un giorno con lo zombie bruciacchiato per cambiarlo così tanto? Cosa gli era successo? Perché non gli chiedeva scusa? Perché non lo elogiava? Perché in questo momento deku gli sembrava così...distante?
L'izuku che conosceva non si sarebbe mai permesso di rispondergli a tono né tantomeno di provocarlo tirando in causa la sua situazione famigliare.Preso dalla rabbia si alzò di slancio dal letto ed afferrò per il colletto della maglia il minore
K: "chi ti credi di essere eh?! ti picchiavo la mattina solo perché il vedere la tua cazzo di faccia mi dà il voltastomaco"
Adesso, deku avrebbe abbassato lo sguardo, si sarebbe portato le braccia di fronte al viso ed avrebbe implorato il maggiore, piangendo, di non farlo esplodere, o almeno, questo era quello che pensava katzuki.
Con un ghigno in volto, invece, Izuku sostenne quello sguardo, non si protesse, non indietreggiò e nemmeno si sottrasse a quella presa.I: " a sí? E dimmi...ti faccio così schifo che tieni ancora una nostra foto in camera? "
Gli occhi di katzuki si spalancarono, voltò si scatto il volto verso la scrivania, dove effettivamente teneva una loro foto, solo che in quel momento era a faccia in giù ben coperta da un cumulo di libri e solo allora si ricordò di averla nascosta proprio per non far capire al verdino che non lo odiava così come voleva dare a vedere.
I: "quindi ce l'hai davvero? Sai kacchan...sono contento"
Izuku non aggiunse altro, semplicemente quando il biondino posò di nuovo gli occhi su di lui gli mostrò uno dei suoi migliori sorrisi ed in quel momento, katzuki si sentì esplodere, per la prima volta sentì come se una delle sue esplosioni lo avesse colpito in pieno volto, ferito nell'orgoglio e profondamente imbarazzato, katzuki reagì nell'unico modo che conosceva...attaccando.
Ferire per non essere ferito, colpire prima di essere colpiti e questa volta Izuku lo aveva colpito e lo aveva centrato in pieno.
Nei suoi occhi si potevano leggere chiaramente emozioni contrastanti, rabbia, panico...paura.
Caricò il gancio ma poco prima che quest'ultimo si chiamasse contro il volto del minore, Izuku lo fermò, ci mise tutta la forza che aveva, ma riuscì a bloccargli il polso prima che il colpo andasse a segno.I: "perché reagisci cosí? Per una volta ammetti a te stesso che forse desideri un amico...un amico vero...kacchan...sono qui...non m' importa di tutti gli anni passati, sono qui per ricominciare, sono pronto a perdonarti per l'ennesima volta... ma solo se sarai sincero con te stesso e solo se la smetterai di trattarmi come un giocattolo... è finito il tempo in cui puoi usarmi e rompermi come ti pare...kacchan, non voltarti e non voltarmi le palle un altra volta"
K: " e così merdeku, io ti avrei girato le spalle? E tu che mi dici? Eh?! Non eri forse tu quello che si è portato un perfetto sconosciuto in casa? Cosa stavate facendo eh?! Perché ti si è avvicinato così tanto?"
Izuku fece un respiro profondo, voleva davvero riallacciare i rapporti con katzuki ma non se questo significava tornare alla sua mercé
I: "ascoltami kacchan...capisco che l'incontro con...Touya...non è stato dei migliori, ma sono disposto a parlarci, non ti mentirò, io e Touya abbiamo un legame molto forte e non sono disposto ad abbandonarlo, ma kacchan...sono sicuro che anche lui sarebbe disposto a conoscerti, voglio tornare ad essere tuo amico come lo eravamo un tempo..."
Un secondo di silenzio intervalló il suo discorso, tempo che utilizzo per prendere un respiro profondo e scandire bene le parole
I: "no scusa...sono disposto a diventare tuo amico, un tuo confidente, un tuo pari ma...kacchan... è finito il tempo in cui mi davi le spalle...o camminiamo fianco a fianco oppure...sarai tu a vedere la mia schiena"

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𝖫𝗈𝗇𝖾𝗅𝗒
FanfictionBasterebbe un gesto, uno solo e tutto questo finirebbe, sarebbe così semplice, un taglio, uno sparo, un bicchierino. Eppure tutti i giorni ti convinci a non farlo, Perché? Forse crediamo ancora che le cose possano migliorare, Infondo la speranza è...