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//Jisung//

Tornai a casa di corsa, entusiasta all'idea che Minho Hyung sarebbe stato con me tutto il pomeriggio.
Adoravo stare con lui, per quanto tutti mi dicessero di non farlo, io stavo davvero bene con lui.
Aprii la porta di casa con un sorriso che fu destinato a sparire in meno di un millisecondo.
"Oh Jisung ciao" mio padre era nel corridoio con le sue cose in mano.
Mi venne subito da piangere.
"C-cosa fai qui?" Chiesi sia per curiosità e sia perché dopo l'ultima volta non lo volevo molto a casa.
"È casa mia ricordi?" Disse in modo abbastanza neutro, ma c'era un velo di ironia marcato nelle sue parole.
Annuii e posai la giacca.
"Non avevamo detto che ognuno portava le giacche in camera sua per non lasciarle troppo in mezzo?" Mi rimproverò.
"Probabilmente dieci anni fa" gli rispose mia madre con le braccia incrociate "non puoi dare ordini o avere delle pretese in una casa dove non ci sei mai"
No di nuovo no...
Non volevo litigassero ancora.
"La porto su" dissi riprendendola e cercando di salire le scale in modo più neutro possibile.
"Sei solo un arrogante" sentii mia madre dirglielo mentre chiudevo la porta di camera mia.
Mi lasciai cadere lungo la porta con le mani sul viso, non potevo più fare finta di nulla senza stare così male.

Mi ero quasi scordato di Minho Hyung fino a quando il campanello suonò.
"Cazzo" farfugliai coprendomi poi la bocca.
Non ero solito a dire parolacce.
Mi cambiai velocemente, mettendo la divisa nello zaino per poi metterlo in spalla ed iniziai a correre per le scale, arrivando però troppo tardi alla porta di casa.
C'era mio padre che guardava Minho come se fosse il figlio perfetto che non ha mai avuto, mentre Minho come sempre era indecifrabile.
"Chi è questo ragazzo Jisung?" Chiese.
"È un mio Hyung e ora ce ne andiamo" dissi serio raggiungendoli.
"Sono contento che frequenti persone del genere e non solo le femminucce come Felix, potrebbe farti bene" era serio mentre lo diceva e anche tranquillo, come se non stesse dicendo nulla di male.
"Cosa vuoi dire?" Chiesi nella speranza di stare capendo male.
"Bho ogni volta che ti vedo sei sempre più gracilino, ho paura per la tua mascolinità, non mi sembri molto in forma da quel pinto di vista..."
Mi morsi il labbro.
"Jisung è in forma"
A parlare fu Lee Minho e tutta la mia frustrazione si dissolse e non riuscii a non sorridere.
Mio padre si girò verso di lui.
"Dici così perché ti fa pena?" Chiese mio padre, facendo di nuovo comparire nel mio stomaco un magone non indifferente.
"No" lo sguardo di Minho Hyung era concentrato su quello di mio padre.
Avanzai verso di lui prendendogli il polso, trascinandolo via e sbattendo la porta di casa uscendo.

Feci un respiro profondo chiudendo gli occhi.
"Possiamo andare da te Hyung?" Chiesi senza aprirli.
Sta volta fu lui a prendermi il polso e a portarmi verso la moto.
"Pensi davvero quello che hai detto a mio padre?" Chiesi mentre mi sistemava il casco.
Lui non rispose.
Gli facevo pena? Perché mi aveva difeso?
"Tieniti" disse.
Lo feci e lui partì.
Mi strinsi forte a lui, nascondendo la faccia sulla sua schiena, cercando di non pensare a quello che era successo e di godermi il giro in moto.

Quando arrivammo neanche me ne accorsi.
"So che ho un bel petto, ma scollati" borbottò.
Probabilmente diventai rossissimo.
"S-scusa Hyung" abbassai gli occhi, ancora sulla moto.
Lui abbassò gli occhi sulle mie gambe facendomi sentire ancora più in imbarazzo.
"H-hyung?"
Lui sbattè le palpebre per poi tornare con l'attenzione sul mio viso e togliermi il casco.
"Quei pantaloni..." disse dandomi le spalle mentre camminava verso la porta "non metterli più"
Mi accigliai.
"Eh? Perché?" Mi guardai le gambe.
Avevo dei jeans chiari molto aderenti, mi piacevano molto e Lix mi diceva che mi stavano bene.
"Non mi piacciono" disse senza guardarmi.
"Ma..." feci il broncio "allora dammi dei pantaloni tuoi" borbottai.
"Okay"
Sgranai gli occhi.
"Davvero Hyung?" Chiesi euforico.
Aprì la porta ed entrammo.
"Ciaooooo" mi abbassai per salutare i bellissimi gattoni di Minho Hyung.

Lo vidi entrare in camera sua per poi uscire con dei pantaloni della tuta.
"Tieni" me li buttò quasi addosso.
Erano grigi e sicuramente mi sarebbero stati enormi.
"Cambiati dove vuoi" disse prima di buttarsi sulla sua poltroncina.
Annuii e mi avviai in camera sua.

||Stay away|| MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora