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I tavoli della mensa erano veramente sovraffollati e non era una grande notizia per me visto che soffrivo di ansia nei luoghi con troppa gente.

Cercai Lee Minho con lo sguardo, senza una reale ragione, volevo solo sapere se fosse lì, ma non lo vidi in nessun tavolo, tantomeno in quello del suo compagno di banco.
"C'è troppa gente per te?" Chiese Felix esaminando la mia espressione.
Non volevo rovinargli il pranzo, quindi scossi la testa lentamente e provai a focalizzarmi su altro e non su tutta quella quantità di gente che si scontrava l'una con l'altra.
Tutti erano attaccati gli uni agli altri e mi sembrava di poter vedere come il loro sudore interagisse.
Deglutii provando a non pensarci e presi qualcosa da mangiare.
"L'anno scorso non c'era così tanta gente" la voce di Seungmin che ci aveva appena raggiunto mi era arrivata come un eco lontano.
"Perché hanno tolto la possibilità di uscire da scuola per mangiare grazie a quello che Lee Minho ha fatto lo scorso anno" spiegò Jeongin accanto a lui.
Cosa aveva fatto di così grave Lee Minho?
Avrei voluto chiederlo, ma la voce non usciva dalla mia bocca.
"Jis?" La voce di Felix rimbombava nella mia testa.
La testa mi girava.
Un ragazzo mi venne addosso facendomi cadere in ginocchio per terra, poi buio.
-
-

Appena aprii gli occhi due braccia mi strinsero euforiche.
"Porca puttana Jisung, ci hai fatto morire di paura" piagnucolò Jeongin stretto a me.
"Oh..." dissi semplicemente "è successo di nuovo..."
"Scemo" Felix si sedette sul lettino dell'infermeria "quante volte devo dirtelo di non forzarti e di dirmelo subito appena stai male?"
"Scusa" abbassai la testa "non me ne sono reso quasi conto"
"Va bene" mi sorrise Seungmin "resta qui a riposare un altro po' la mensa è sempre più piena"
"Ah giusto voi non avete ancora mangiato per colpa mia" notai.
"Tranquillo Jis, voi che ti porti qualcosa?" Mi sorrise Felix.
"Ehm..."
"Ti porto un dolce" disse senza aspettare la risposta, perché tanto lo sapeva già.
"L'infermiera non so che fine abbia fatto... te la senti di restare qui solo?" Mi chiese Jeongin.
"Si certo sto bene, c'era solo troppa gente di là" gli sorrisi.

I miei amici se ne andarono a mangiare mentre io mi rigirai sul lettino sbuffando.
"Stupido" mi dissi da solo "perché ti succede tutte le volte? Sono solo persone"
Iniziai a scalciare sotto le coperte e a urlare.
"Potresti smettere di fare tutto questo casino?"
Mi girai di scatto a quella voce che sembrava minacciosa e fredda, non riuscivo a capire da dove provenisse.
"Perfetto ora sento anche le voci" borbottai incrociando le braccia.
In quel momento la tendina del lettino vicino al mio si aprì facendomi sobbalzare per lo spavento.
"Stupido, sono io"
Sgranai gli occhi.
Davanti a me c'era Lee Minho, con lo sguardo freddo e impassibile su di me.
Arretrai d'istinto e finii per cadere dal letto in un tonfo non indifferente.
Lui alzò le sopracciglia e intravidi alzandomi la sua bocca ripiegarsi un po' verso l'alto.
"Hyung..." provai a dire qualcosa.
"Fammi dormire in pace" disse prima di sdraiarsi e girarsi dal lato opposto rispetto al mio.
Sbattei le palpebre un paio di volte.
"Stai bene?" Chiesi sedendomi sul letto.
Lui non rispose.
"Hyung..."
"Cosa di 'fammi dormire in pace' non capisci?" Disse senza girarsi verso di me.
"Scusa ero solo curioso" ammisi.

Passarono un paio di minuti, poi il castano so girò nella mia direzione.
"Hai intenzione di fissarmi ancora per molto?"
Non mi ero neanche accorto che lo stavo guardando.
"S-scusa Hyung..." probabilmente arrossii un pò.
Mise un braccio sotto la guancia.
"Anche i tuoi amici prima hanno fatto un sacco di confusione"
"Scusa"
"Sai dire qualcos'altro oltre Hyung e scusa?" Disse neutrale.
"Scu..." poi mi tappai la bocca con le dira.
"Stupido" disse con un leggero sorriso.
Restai pietrificato nel vedere quel piccolo lineamento. Sembrava rilassato, ma durò solo qualche istante, poi tornò normale.
"Posso chiederti cosa fai qui Hyung?" Chiesi
"Non mi piace stare in mezzo agli altri, mi infastidisce" disse con gli occhi fissi nei miei.
"Oh" dissi "io non posso invece" gli sorrisi "soffro di ansia sociale, in una versione molto brutta"
"Non te l'ho chiesto" disse lui guardando il soffitto.
"Volevo dirtelo" continuai a sorridergli.
"Perché?" Chiese disinteressato.
"Perché abbiamo qualcosa in comune"
"Io e te non avremmo mai nulla in comune" disse divertito.
"Questo si"
Lo vidi sgranare gli occhi e girarsi verso di me sorpreso.
La sua bocca si aprì per dire qualcosa, ma fu interrotto dalla porta che si apriva di scatto.

Felix era davanti alla porta con un sacchetto in mano e uno sguardo che avrebbe potuto uccidere.
"Jisung usciamo da qui" disse serio.
"Ma..."provai a replicare
"Ho detto di sbrigarti ad alzarti"
Annuii e sorrisi a Minho.
"Ciao Hyung" mossi la mano in cenno di saluto.
Lui non ricambiò ne il gesto ne il saluto, ma tenne gli occhi fissi su di me per tutto il tempo.
Felix mi prese per la manica e mi portò fuori velocemente.

"Ma cazzo Jisung cosa ti avevo detto?" Mi sgridò "stai lontano da Lee Minho, non è così difficile e tu che fai?" Urlò una volta in corridoio
"Scusa Lix, era lì in infermeria e poi..."
"E poi cosa?" Era ancora molto nervoso.
"E poi non sembra una persona così brutta" dissi abbassando lo sguardo.
"Ti sei cieco Jisung! Sei un cazzo di cieco che non si accorge di nulla, ogni volta siamo sempre io e gli altri a dover badare a te, cazzo cresci un po'"
Le lacrime cominciarono a scendere da sole e vidi subito l'espressione di Felix addolcirsi.
"Ei scusami ho esagerato" mi strinse tra le sue braccia "mi dispiace tanto"
Mi strinsi a lui ancora ferito dalle sue parole.
"Lo sai che ti vogliamo bene e non ci pesa stare attenti a te, ma è per te che lo dico lo sai vero?" Sussurrò.
Annuii e lui sospirò.
"Tieni mangia il tuo dolce" mi porse la bustina.
Sorrisi spontaneamente, come se non avessi mai pianto e aprii la bustina per poi iniziare a mangiare.
"Iniziano le lezioni" mi sorrise il biondo porgendomi la mano.
Iniziammo a camminare per dirigersi in classe.

Minho non tornò per le lezioni successive.
Chissà dov'era.
La mia testa tornava sempre a quella domanda.
Mi chiedevo se stesse davvero dormendo in infermeria o forse fosse salito sul tetto.
Perché non seguiva le lezioni? Era importante...
"Jis" la voce di Felix mi riportò alla realtà.
Mi girai verso di lui "ti ha chiesto l'esercizio b"
Risposi subito e sorrisi.
"Grazie"
"A cosa pensi?" Chiese il biondo.
"Sono un po' stanco, forse sono ancora un po' scosso" dissi cercando di risultare credibile.
Felix si infuriava ogni volta che sentiva il nome Minho e non ne capivo la ragione.
Cos'è che tutti sapevano e io no?

Una volta finita la lezione raccolsi le mie cose e andai con Felix a prendere il pullman.
"Bhe è stato movimentato come primo giorno" mi stiracchiai le braccia.
"Puoi dirlo forte, ci hai fatto prendere un infarto" si lamentò il biondo.
Sorrisi imbarazzato.
Il mio sguardo andò casualmente dietro Felix dove notai la figura di Minho, con il cappuccio alzato di una felpa nera che saliva sulla macchina sportiva di un ragazzo muscoloso con i tratti tendenti a quelli occidentali.
Neanche due secondi e i due erano già lontani dalla mia vista.
Dove stavano andando?
Chi era quel ragazzo?
Minho era scorbutico solo a scuola?
Non sapevo perché fossi così curioso di sapere quelle cose.
"Jis? Jis mi senti?"
La voce profonda di Felix mi riportò alla realtà.
"No scusa" ammisi.
Lui sospirò massaggiandosi le tempie.
"Non fa nulla, tanto non dicevo nulla di importante"
Teneva gli occhi bassi ed evitava il contatto visivo con me.
"Sicuro? Puoi ripeterlo se vuoi" gli sorrisi.
Lui scosse la testa.

Durante tutto il percorso in bus sentimmo la musica dal suo telefono, come sempre quando tornavamo insieme.
"Ci vediamo domani Lix" gli sorrisi alzandomi dal posto.
"Si certo" ricambiò il sorriso, in quel modo radioso che solo lui sapeva fare.
Non c'era una reale ragione, ma quando Felix sorrideva tutti cadevano ai suoi piedi.
Avrebbe potuto dirti che stava per ucciderti mentre sorrideva e tu avresti solo annuito e sorriso a tua volta come uno stupito per quanto era ammaliante.

Una volta entrato dalla porta di casa, sentii l'odore della cucina di mia madre che mi fece dimenticare tutti gli avvenimenti movimentati di quella giornata.

"Ehi mamma" sorrisi abbracciandola.
"Ei Jis" mi sorrise accarezzandomi i capelli "tutto bene? Come è andata?"
"Bene" le sorrisi "mi sono sentito un po' male a mensa perché c'erano troppe persone" dissi guardando in basso.
"Davvero amore mio?" Prese il mio mento tra le mani "stai bene ora?"
"Tranquilla mamma, devo solo mangiare da qualche altra parte" le feci un sorriso ampio.
Guardai quello che stava cucinando e mi allontanai leggermente.
"Papà fa tardi di nuovo?" Chiesi notando le porzioni.
"Già" disse semplicemente "ora vai in camera e cambiati, è ancora presto per mangiare"
Le annuii e salii in camera.
Mi feci una doccia e con lasciavamo ancora tra i capelli mi buttai sul letto.
Alzai lo sguardo sui poster dei pokemon e delle principesse sirene e pensai a quello che mi aveva detto Felix, non riuscendo a capire cosa volesse dire.
Dovevo crescere.
In che senso?
Sbuffai e presi il Nintendo e iniziai a giocare.

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Jisung jisung

||Stay away|| MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora