"Hyung la carne è pronta"
Feci sbucare la testa all'entrata del salone dove Lee Minho stava guardando la tv dalla sua poltrona, con tutti e tre i suoi gatti in braccio.
Erano così carini.
Si girò verso di me.
"Arrivo"
Mise in pausa e fece scendere i gattoni prima di raggiungermi.Era sabato e come ormai quasi tutti i giorni mi era venuto a prendere, avevamo studiato un po' e gli stavo preparando da mangiare.
Mi piaceva farlo sembrava felice quando mangiava il cibo che gli preparavo.
Inoltre questi giorni di studio erano molto produttivi visto che aveva recuperato quasi tutte le materie, rendendomi davvero fiero."Perché mi guardi?" Chiese sedendosi al suo solito posto in cucina.
"No stavo solo pensando" ridacchiai imbarazzato.
"A che?" Mi fissava mentre gli passavo il piatto.
"Al fatto che stai migliorando tanto a scuola"
Lui annuì distrattamente.
"Hai da fare oggi?" Chiesi poi.
Scosse la testa "vieni con me e i miei amici al bar ti preeego" sorrisi "nessuno dirà di te, puoi fidarti"
"Perché dovrei?" Chiese mangiando.
"Perché... se non ti va non fa nulla" non volevo obbligarlo "era solo che mi avrebbe fatto piacere" presi il mio piatto e lo misi nel lavandino.
"Non è così facile Ji..."
Feci un piccolo sorriso per il soprannome che mi aveva dato, tanto ero di spalle e non avrebbe potuto vedermi.
"Lo so" mi girai verso di lui "era solo una cosa stupida" ridacchiai.
Prese il telefono e iniziò a comporre un numero.
"Chan?"
Ma perché doveva chiamarlo proprio ora?
Ci rimasi in pò male...
Stavamo parlando.
Quella situazione mi scaturì una sensazione strana nel petto, come un buco che faceva molto male, volevo andare via.
Presi il suo piatto e misi anche quello nel lavandino, poi presi le mie cose e mi misi le scarpe.
"Dove vai?" Mi raggiunse Lee Minho.
"Al bar" dissi semplicemente.
Si accigliò stranito.
"Stai bene?" Chiese.
"Si" misi la giacca "ci..."
"Aspetta vengo anche io" disse sorprendendomi.
Cosa?
"Cosa?" Chiesi sgranando gli occhi.
"Hai sentito" si mise le scarpe e il giacchetto di pelle "quindi andiamo?" Disse prendendo le chiavi della moto e di casa.
Un sorriso spontaneo nacque sul mio volto e annuii.
"Aspetta Hyung..." dissi una volta fuori.
"Mh? Non vuoi più che venga?" Chiese alzando un sopracciglio.
"Oh... No..." guardai il cielo "solo è un po' presto" dissi imbarazzato.
Lui mi guardò strano, poi mi raggiunse e mi diede un piccolo colpetto in testa.
"Cosa passa per la tua testolina? Perché sta volta non me lo dici come al solito?"
Perché non lo capisco neanche io...
"No... è che volevo fare due passi" dissi ancora senza guardarlo.
Lui sospirò.
"Tocca vedere chi sarà tra noi due la rovina dell'altro" sussurrò, ma non ero sicuro di aver capito bene.
"Cosa?" Alzai finalmente gli occhi verso di lui.
"Niente" si girò incamminandosi verso la moto.
"No dai che hai detto?" Lo seguii piagnucolando.
"Se sali facciamo un giro in moto" disse facendomi completamente dimenticare di quello che avevo appena sentito.
Mi porse il casco.
"Ce la fai ormai no?" Chiese.
Si ce la facevo, ma mi piaceva quando lo faceva lui.
"Puoi farlo tu?" Chiesi cautamente.
Roteò gli occhi, ma mi prese il casco dalle mani, sfiorandomi le dita, mettendomelo poi in testa e allacciandolo.
"Vuoi andare da qualche parte in particolare?" Mi chiese accendendo il motore.
Mi strinsi a lui.
Ci pensai su.
"Non saprei Hyung, tu vuoi andare da qualche parte?"
"A che ora devi essere al bar?" Chiese.
"Tra due ore e mezza più o meno"
"Reggiti"
Lo stavo già facendo, ma lo feci ancora di più e lui partii.
Andò ancora più veloce rispetto alle altre volte, e mi venne spontaneo accoccolarmi alla sua schiena per paura di cadere.
Adoravo il fatto che lì, potessi toccarlo, sempre e lui non si lamentasse come al solito, anzi.
Sorrisi appoggiando la mia guancia alla sua schiena.Quando Minho Hyung iniziò a rallentare eravamo fuori da Seul, ma non capii dove, c'erano scogliere e si sentiva odore di mare.
Si fermò in un punto vicino a delle panchine.
Mi guardai intorno curioso, senza accorgermi che lui si era già voltato verso di me, mi prese la testa tra le mani da sopra casco per slacciarlo.
"Grazie" gli sorrisi tornando poi a guardarmi intorno "dove siamo?" Chiesi.
"Vieni" scese dalla moto iniziando a camminare.
Dopo le panchine c'era una ringhiera che co separava dagli scogli e abbassando lo sguardo c'era il mare.
Sorrisi, mi era capitato pochissime volte di andare al mare nella mia vita.
"È bellissimo questo posto Hyung" commentai.
Lui annuì e mi girai verso di lui per ammirare il suo profilo mentre una leggera brezza gli accarezzava i capelli.
"Venivo qui... sempre quando ero piccolo" disse piano.
Mi avvicinai ancora di più per ascoltarlo.
"Davvero?"
Lui annuì.
"Pescavo con mio nonno" fece un piccolo sorriso "non ero male" guardò il cielo.
"E poi?" Chiesi curioso.
"Poi lui è morto e non ci sono più venuto" si voltò verso di me.
"Non avevi voglia di tornarci da solo?" Chiesi.
Lui non rispose, ma tanto ormai sapevo come comunicava.
Sorrisi ancora e lo abbracciai.
Era la prima volta che mi parlava un po' di se e mi fece sentire davvero felice.
"Se vuoi tornarci Hyung posso venire con te tutte le volte che vuoi"
Non disse nulla, ma le sue braccia si poggiarono sulla mia schiena, ricambiando la mia stretta.

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||Stay away|| Minsung
Fiksi PenggemarJisung è come un bambino, vivace e costantemente felice. Quando però nella sua classe arriverà Minho, un ragazzo che è l'opposto rispetto a lui le cose inizieranno a farsi più complicate.