9-12-21
Dopo le mie lezioni decido di rimanere come sempre, ormai, agli studi. Oggi in particolare ho finito abbastanza presto, dopo aver fatto merenda ed ovviamente le mie lezioni, precisamente sono le sei e mezza. Sono anche in compagnia di Christian che avevo trovato proprio qui al mio ingresso in sala, mi sono riscaldata e dopodiché uso qualche attrezzo o almeno ci provo. In questo preciso instante mi sembra di rivivere i momenti con la mia maestra di modern che mi faceva allenare tutto il giorno perché voleva avessi gli addominali. "Stai bene? sei leggermente sudata" mi prende in giro lui, "divertente" non sono così orgogliosa da negare il mio affaticamento, "perché decido di fare queste cose!" mi ammonisco da sola, parlando tra me e me, Chri mi sente ma continua il suo allenamento, "prima o poi credi ci faranno ballare la coreografia?" gli chiedo dopo minuti di silenzio, "credo di sì...anche se come sai non sto molto bene ma voglio tenermi informa...come vedi" finisce fermandosi e alzandosi la maglietta per asciugarsi il viso, facendo uscire così i suoi addominali accennati, notando il mio sguardo le sue labbra formano un ghigno compiaciuto, "bello il panorama?" "bello dai!" mi arresi, imbarazzata, sotto il suo sguardo e ritornai al mio allenamento. Appeno finito mi alzo e vado a bere dell'acqua, "credo dia il caso di fermarsi Chri" lo richiamo, so che non può provare ma non deve ridursi uno straccio per mantenersi informa, mi volto per prendere la borsa e mi fermo davanti allo specchio e mi osservo, non mi sono mai piaciuta e non credo mai lo farò, ho troppe imperfezioni che si notano e mi rendono insicura, soprattutto i fianchi, che non mi permettono di vestirmi come voglio, perché mi vedrei anche peggio con uno di quei vestiti striminziti e aderenti, soluzione? mi vesto sempre con i vestiti più grandi di una taglia ma per il modo appariscente in qui mi vesto nessuno a mai notato queste insicurezze, meglio così. E in questo momento che tocco proprio i fianchi mi viene un groppo alla gola e se non fossi registrata e non ci fosse Chri starei piangendo come una fontana. "Non farti paranoie ok?" sento Chri da dietro che mi prende per i fianchi e cerca di abbracciarmi, cosa che riesce a fare per il mio stato di trans, quando poi riguardo lo specchio mi accorgo che mi sta abbracciando, "hai capito?" mi dice guardandomi nel riflesso, "mh?" dico non avendo più parole, questo contatto è piacevole ma spero non si sia fatto un'idea sbagliata di me se lo lascio fare, è solo un amico per me e nulla di più...almeno per ora. "Non farti paranoie" mi dice, "devo farmele quando non sono la "ragazza bella" " dico acida, facendo le virgolette, "bè parleremo dopo quando ti sarà passato l'effetto di aver mangiato pane e frustrazione" mi dice lui uscendo dalla sala con un broncio ben visibile. Quando esco mi rendo conto che non ha provato nemmeno a calmarmi ma è anche colpa mia...che stronza che sono, voleva solo aiutarti, Noemi che cazzo fai?!
Mentre sono fuori dalla sala incamminandomi verso l'uscita, mi fermo improvvisamente sentendo della musica, i piedi sembrano essersi incollati al suolo ed i miei problemi e le insicurezze di qualche minuto fa sembrano scomparire, mi lascio trasportare e mi immergo nel mondo del ragazzo che canta e suona , riesco a percepire quello che vorrebbe dire tramite i suoi testi, ciò che non riesce a dire ma ciò che non riesce a tenersi dentro il suo faro nell'immensità del mare, la sua musica lo esprime. Ha decisamente trovato la sua strada. Tutte queste emozioni e questi pensieri contrastanti come la gioia e la tristezza, amore e odio, solo una persona mi ha fatto questo effetto con la sua musica...lui. Naturalmente suona un pianoforte, è il suo strumento; come un mago con la sua bacchetta. La musica è molto soave, tranquilla ma potente... è sogni al cielo. Senza pensarci un momento metto la giacca per coprirmi dal top sportivo e continuo il percorso seguendo quella melodia armoniosa e senza errori. Arrivata alla porta scorgo la sua forma sullo sgabello del piano a coda, che lui preferisce perché dice di sentire più le sue canzoni, "il suono è più profondo e la sento di più". Decido di aprire la porta ma lui troppo immerso nel suo mondo non sente neanche la porta chiudersi, fin quando non mi posiziono davanti al piano e mi nota alzando lo sguardo su di me, fa una faccia leggermente sorpresa ma continua, mi fa cenno verso di lui e mi siedo, in imbarazzo, di fianco a lui, fin quando non finisce la canzone pigiando gli ultimi tasti sul piano. "Allora?" mi chiede voltandosi verso di me, siamo molto, troppo, vicini e riesco persino a sentire il suo corpo che sfiora il mio, "allora cosa?" gli chiedo inclinando la testa, "ti è piaciuta?" "molto" dico arrossendo per il suo sguardo persistente ma piacevole, "vorresti su-" neanche finisco che inizia a suonarne un'altra, tra silenzi, io la canticchio e alza le sopracciglia per incitarmi a cantare con lui, prendo coraggio e lo seguo, sapendo il testo a memoria ormai. Quando finisce si scrocchia le mani e poi sorride, "bella versione" gli dico ridacchiando ,guardando i tasti per evitare di guardarlo in quegli occhi che potrebbero sembrare semplici occhi marroni mentre per me, che ormai ho creato una dipendenza, sono lo specchio della sua anima, molto scuri, sembra che si confondano con l'iride nera, ma che hanno un luccichio tutto loro, e che come ogni qual volta che li guardo ne rimango ipnotizzata, come in questo preciso istante a quella vicinanza. "Hai scritto nella lettera che suonavi la chitarra-" non lo lascio finire che mi alzo e prendo lo strumento mettendolo sulle gambe, lui mi guarda ridendo, "che aspetti?!" gli dico con un tono molto elettrizzato, "gli spartiti? non ti servono?" mi chiede con fare ovvio, "beh..." non avrei mai potuto dirgli che a casa avevo imparato la sua canzone con la versione acustica, ma lui sembra averlo già capito e abbassa lo sguardo imbarazzato, io scuoto la testa maledicendomi mentalmente per un ennesima figuraccia, "non dire niente" lo ammonisco puntandogli un dito contro, "è un gesto bellissimo e mi fa piacere...allora quale canzone del mio repertorio hai imparato a memoria?" "qualche volta innamorati..." dico facendo i primi accordi, guardandolo e sorridendo, poi abbassa lo sguardo e inizia di nuovo con sogni al cielo. Durante tutta l'esibizione non abbiamo staccato gli occhi dall'atro, è stato magico e non ho mai avuto con nessuno questa... chimica? "Fantastica..." dice sussurrando facendo poi un colpo di tosse toccandosi la gola, tutto ciò guardandomi. Ho sentito bene?. No! ho sentito male di sicuro.
N.A
Eccomi tornata! scusate per l'assenza ma come sapete non avevo né il computer né connessione ma sono riuscita ad arrangiarmi, spero come sempre vi piaccia.
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𝘛𝘳𝘢 𝘚𝘪𝘭𝘦𝘯𝘻𝘪 // 𝘈𝘭𝘦𝘹
FanfictionNoemi Volpe, sembra sicura di sé senza paure di quel che fa e dice ma quando non riesce ad affrontare le batoste della vita per la sua scarsa autostima e per la paura di non farcela, si butta giù. Prende tutto troppo con il cuore e alla fine viene...