C A P . 1 3

240 14 1
                                    

Ovviamente, Jungwon non perse tempo e raccontò tutto l'accaduto a Jake che però non sembrò per nulla sorpreso. Anzi, sembrava quasi che se lo aspettasse. Non c'era ancora nulla di ufficiale tra loro due, solo i sentimenti che provavano l'uno per l'altro e per il momento a Jungwon bastava.

Quel pomeriggio, dopo la scuola, lui e Heeseung avevano deciso di passare del tempo insieme, come nell'ultimo periodo facevano praticamente ogni giorno ma, quel giorno in particolare, Jungwon aveva in mente un qualcosa di diverso.

"Voglio farti conoscere una persona."

Parlò all'improvviso mentre, sul divano, se ne stavano accoccolati tra dolci baci e carezze. Heeseung lo guardò curioso, alzando il capo per guardarlo meglio "Chi?" chiese.

Jungwon si alzò a sedere e portò un dito alla bocca, come per simulare un sshh e poi esordendo con un "Sorpresa!" poi alla fine si alzò dal letto, lasciando un veloce bacio sulle sue labbra. Amava baciarlo, lo faceva sentire così vivo e amato.

Uscirono nel giro di un quarto d'ora e, dato che il posto non era molto vicino, avevano deciso di andare con l'auto.

"Non sapevo avessi la patente." disse, Jungwon, una volta seduto al posto del passeggero e mettendosi la cintura.

Heeseung, al suo fianco stava mettendo in moto e sistemando gli specchietti e posando saldamente le mani sullo sterzo "Non amo molto spostarmi in auto, lo faccio solo se è strettamente necessario." disse infine, mettendo la retromarcia e andando sulla strada, per poi partire verso la meta prefissata dal navigatore.

Non faceva caldissimo ma era una giornata meravigliosa, il cielo con qualche nuvola bianca e il sole che sembrava sorridere.

Arrivarono nel giro di dieci minuti e ciò che Heeseung poté vedere, una volta che ebbero parcheggiato poco lontano di lì, fu una grande struttura su quattro livelli ma non seppe dirsi effettivamente che tipo di struttura fosse. Un asilo? Un ospizio? Una casa famiglia? Forse una casa di cura. Oppure era una semplice clinica.

"Vieni, entriamo." disse prendendogli la mano e raggiungendo la grande porta dell'ingresso, di quelle a cui bastava avvicinarsi per farla scorrere di lato ed entrare.

Era un posto grande, luminoso e pieno di persone vestite col camice bianco che andavano qua e la e a Heeseung non ci volle molto per capire che si trattava di una clinica ma a giudicare dall'ambiente, doveva essere un qualcosa che si occupava di un determinato ramo della medicina. Sembrava molto sofisticato e di ultima generazione.

"Ciao caro, ben tornato." la voce apparteneva a una donna che, secondo Heeseung, non poteva superare i trent'anni. Aveva i capelli castani che cadevano mossi sulle spalle e indossava un vestito rosa con dei fiori sotto il camice aperto. DOTT. Lee Sungkyung lesse sul cartellino. Jungwon sembrava ben conoscere quella donna, infatti le sorrise e fece un inchino.

"Salve, dottoressa Lee." disse, sorpassandola e poi raggiungendo l'ascensore. Premette il bottone, selezionando il secondo piano.

"Questa è una clinica che ospita persone con malattie o allergie rare e spesso incurabili." disse, una volta che furono dentro il box e posando la guancia contro il suo braccio.

Heeseung poté captare lo stato d'animo di Jungwon, era agitato.

"Ci vieni spesso?" chiese.

Jungwon annuì "Almeno quattro volte alla settimana, Wooyoung tutti i giorni. La mia mamma è ricoverata qui." disse prima di uscire ed entrare subito nel corridoio, diretti nella stanza numero 78, proprio di fianco al banco delle informazioni al quale era seduto un ragazzo che avrà avuto poco più di vent'anni e stava scribacchiando al computer. Heeseung lesse sul cartellino INF. Park Seonghwa.

"Buongiorno Seonghwa hyung!" disse sorridendo Jungwon mentre il giovane tirocinante gli regalava un caldo sorriso. "Lui è Heeseung." e lo presentò anche a lui. "Heeseung, lui è Seonghwa un carissimo amico di mio fratello."

Seonghwa sorrise a Heeseung, facendo un piccolo inchino e lo stesso fece Heeseung. Seonghwa poi si rivolse a Jungwon "Il dottore è già in stanza e la sta visitando, disinfettatevi le mani prima di entrare." disse indicando il dispencer al fianco della porta.

I due fecero come detto, era di procedura data la malattia della donna ricorverata in quella stanza: doveva stare attenta ad ogni cosa che veniva dall'esterno e non poteva toccare nulla a mani nude, i germi non erano molto benvenuti.

Entrarono.

Era una stanza molto ampia e luminosa. Al muro un termostato che teneva sempre i 23 gradi e al fianco un idiometro, per controllare l'umidità. Su un angolo un letto, di fianco una poltrona, attaccato al muro un televisore e molti macchinari sparsi qua e la per l'ossigeno, la saturazione del sangue e il battito cardiaco. Sul letto, una donna. Era molto magra e con lunghissimi capelli neri, la cannula nasale che la aiutava a respirare. Di primo impatto, a Heeseung sembrò di vedere la fotocopia esatta di Wooyoung ma con i capelli lunghi.

Poi si ricordò che lei effettivamente fosse sua madre.

Il dottore la stava visitando, la donna sembrava molto stanca, come se avesse corso una maratona.

"Salve dottore, come sta oggi la mia mamma?" chiese Jungwon, mentre l'uomo si girava. DOTT. Gong Yoo lesse Heeseung. Sembravano tutti usciti da un kdrama, erano bellissimi.

Sicuri che non fossero in Grey's Anatomy versione coreana?

L'uomo accennò un debole sorriso verso Jungwon.

"Oggi sta bene, ma deve riposare quindi non fatela sforzare troppo, d'accordo?" chiese e Jungwon annuì con un inchino mentre l'uomo lasciava la stanza.

La donna accennò un sorriso a Heeseung per poi guardare Jungwon.

"Ma che bel ragazzo che vedo, è un tuo amico?" chiese la donna a Jungwon, che annuì.

Aveva una voce flebile, quasi come se faticasse a parlare.

"Si chiama Heeseung. Hee, lei è la mia mamma." disse.

"È un piacere conoscerla, signora Jung." disse Heeseung con un inchino.

La donna sorrise "Chiamami pure Jiseul." disse.

Heeseung capì subito che era gravemente malata, anche se Jungwon glielo aveva già accennato qualche giorno prima ma non pensava che stesse così, quasi impossibilitata a muoversi. Quella donna sembrava così dolce e premurosa e Jungwon sembrava adorarla. Di certo non meritava ciò che le stava accadendo e Heeseung sapeva in cuor suo che probabilmente da quella clinica non ci sarebbe mai uscita.

"Frequentate la stessa scuola?" chiese, poco dopo, e Heeseung annuì.

"Ma sono al terzo anno." aggiunse mentre Jungwon gli prendeva la mano e giocava dolcemente con le sue dita, quasi fosse un bambino.

Tale azione lo sorprese, ma lo lasciò fare. La madre li guardava con un sincero sorriso, convinta di non aver mai visto il proprio figlio minore in un momento del genere.

"La verità è che ho voluto presentartelo perché per me è una persona molto importante." disse Jungwon guardando sua madre mentre continuava a giocare con le dita del maggiore. "E non sono molte le persone che ti presento." aggiunse. Ed era vero. L'unico amico che Jungwon aveva portato, era Jake.

Passarono quasi tutto il pomeriggio in quella stanza e quella donna, osservandoli mentre parlavano della scuola e del tempo passato, si rese conto fin da subito che ciò ciò c'era tra Heeseung e il suo bambino non era solo amicizia. La luce che emanavano gli occhi di Jungwon e il modo in cui lo guardava Heeseung, con quel sorriso e quello sguardo così intenso; la donna capì che tra loro sarebbe nato qualcosa di ancora più profondo, qualcosa che li avrebbe legati ancora di più. E fu felice, anche se la vita la stava lasciando, perché i propri figli stavano bene e poté vedere con i propri occhi, finalmente, la felicità sul volto di entrambi.

◇ ◇ ◇

Questo capitolo non mi ha ispirato molto e non è tra i miei preferiti tbh but, ok!

Alla prossima, vi voglio bene♡

Mission {Heewon}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora