"AAAHH! GAMMON! Ho vinto di nuovo!"
Se c'era una cosa in cui Jungwon era molto bravo, erano i giochi da tavolo e di carte. Riusciva sempre a chiudere e vincere ogni singola partita, sembrava proprio un dono il suo, puro talento.
Ma se c'era un gioco in cui era una schiappa, quello era proprio il Backgammon. Quando giocava a Backgammon, perdeva rovinosamente ogni volta.
"Dai Sannie. Uffa, ma perché vinci sempre..?" piagnucolò, lasciandosi a peso morto sullo schienale della sedia e osservando le proprie pedine che ancora non erano del tutto rientrate, mentre quelle di San sì. C'era uno stacco di quasi venti punti.
Non era una cosa nuova che San passasse giornate intere in quella casa, a Jungwon a volte sembrava di vivere con i genitori quando si lui che Wooyoung erano in casa. Ma in ogni caso, la compagnia di San gli piaceva. A volte sperava davvero che il fratellone e il ragazzo potessero convivere, vivere tutti e tre insieme come una famiglia.
"Guarda che già il fatto che sai giocarci, è notevole. È un gioco molto difficile. Ma non ti auguro mai di giocare contro tuo fratello. Credo di non aver mai vinto contro di lui." disse cautamente San, riposizionando le pedine per avviare un'altra partita, in attesa che Wooyoung tornasse dalle commissioni che era andato a fare giusto una mezz'ora prima.
"Uhm, Sannie. So che è una domanda strana e forse anche invasiva ma.. uhm.." Jungwon aveva iniziato a parlare, una volta che ebbe tirato i dadi e spostato le proprie pedine. San, dopo che ebbe fatto lo stesso, alzò lo sguardo su di lui con curiosità.
"Dai, spara." disse tranquillamente ed era una calma che a sua volta tranquillizzava Jungwon. Giurò di non averlo mai visto nervoso o arrabbiato.
Per qualche istante, Jungwon cercò le giuste parole da dire, ovviamente invano "Una coppia, prima di quella cosa che inizia con la S, cosa deve fare?" fu diretto nel parlare, anche se omise la parola che realmente riguardava quel discorso.
San si intenerì. Conosceva Jungwon praticamente da quando era arrivato in casa Jung e aveva assistito alla sua crescita, al suo cambiamento e sentirlo parlare di queste cose gli faceva intendere che oramai non era più quel bambino che correva per tutta la casa e che se ne stava perennemente attaccato al fratello maggiore.
Mosse le pedine, poi guardò Jungwon "Stai per farlo?" chiese.
Jungwon scosse la testa "No, non credo. Nel senso, per ora ci sono solo bacini e coccole." rispose e per non guardarlo a causa dell'imbrazzo, tirò facendo dadi doppi e spostando così il doppio delle pedine.
"Preliminari, Wonnie. Sono importanti, dovete imparare a conoscervi prima di arrivare ad un punto così importante soprattutto se è la prima volta. Andate piano, tanto non vi rincorre nessuno." spiegò.
"Io non lo so se è la sua prima volta." ammise.
"Allora dovete parlarne, la conversazione è molto importante." disse semplicemente il maggiore.
Continuarono a giocare, senza più parlare di quell'argomento. Jungwon aveva le idee piuttosto chiare: non era pronto ad un passo così grande ma senza dubbio era pronto a condividere la propria intimità con Heeseung che riusciva a farlo sentire sicuro nonostante le proprie insicurezze generali. Quel ragazzo aveva come un vero e proprio potere, era grato di averlo nella sua vita.
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.Quella sera, Jungwon era andato a casa di Heeseung e sarebbe rimasto lì fino al mattino dopo dato che non aveva minimamente voglia di sentire Wooyoung e San fare cose nella stanza di fianco. E poi anche perché voleva passare del tempo con lui e godersi ogni piccolo istante.
"Qual è stato il primo pensiero che hai avuto quando mi hai visto per la prima volta?"
Avevano appena cenato e in quel momento erano sul divano, Jungwon rilassato contro lo schienale e Heeseung con il capo posato sulle sue cosce mentre il minore gli accarezzava dolcemente i capelli.
Heeseung pensò un attimo alla sua domanda. "La prima volta che ti ho visto realmente, oltre che alla presentazione delle matricole, fu quando i primi giorni del tuo primo anno, cadesti dalle scale. Eri proprio di fronte a me e il tuo urlo fu talmente acuto che mi sono venuti i brividi. Ho pensato 'mamma questo quanto è cretino' ma ho pensato fin da subito anche che tu fossi molto tenero." rispose.
Jungwon rise, ricordandosi quel giorno quando stava facendo il giro della scuola con le altre matricole e si era perso. Era il giorno specifico del tour del campus e i ragazzi più anziani, come da default, facevano spesso degli scherzi ai ragazzi più piccoli. Jungwon aveva beccato in pieno quella della saponetta che era sul sesto scalino della scalinata dell'ala nord. E aveva fatto un volo di almeno due metri ed era atterrato di schiena proprio davanti al ragazzo.
"Mi ero fatto malissimo, avevo pensato seriamente di essermi rotto una costola. In infermeria mi ricordo che mi ci accompagnasti tu." disse ridacchiando e poi guardandolo. "Sei stato gentile, potevi anche far finta di nulla come avevano fatto praticamente tutti quelli che passavano di li. Invece mi hai aiutato."
Heeseung sorrise e si girò in modo da abbracciarlo per la vita, poi lasciò un piccolo bacio sul suo ventre, per poi stringerlo ancora.
"E ti aiuterò tutte le volte che ne avrai bisogno." mormorò per poi alzarsi leggermente in modo da lasciare un lungo bacio sulle sue labbra. Stava bene, quando lo faceva. Si sentiva vivo, amato e sentire le sue labbra a contatto con le proprie gli faceva battere forte il cuore. Poi si alzò completamente dal divano, porgendogli la mano. Erano le undici e il divano stava iniziando ad essere scomodo.
Heeseung lo osservò, da quando era arrivato Jungwon sembrava pensieroso.
Erano stesi sul letto, in quel momento, sotto le coperte mentre si coccolavano come facevano oramai da qualche giorno a quella parte.
"Jungwonie, tutto ok? Ti vedo pensieroso fin da quando sei arrivato. Qualcosa non va?" chiese.
Jungwon alzò lo sguardo, soffermandosi su quegli occhi che lo facevano innamorare ogni volta e accennò un sorriso, scuotendo la testa e lasciando un piccolo bacio sul suo petto.
"Sto bene." mormorò.
Heeseung gli accarezzò dolcemente i capelli, lasciando un bacio tra di essi e poi lo strinse maggiormente contro il suo corpo.
"Sei stato l'unico che fin da subito è riuscito ad avere la mia fiducia." mormorò, accarezzando dolcemente il suo petto con i polpastrelli, sentendo il battito del suo cuore che era leggermente accelerato rispetto al solito.
"Sono felice di questo." mormorò, accennando un debole sorriso. Heeseung amava profondamente Jungwon, lo amava praticamente fin da quando lo aveva conosciuto -anche se in modo inconscio, inizialmente- e sentirgli dire quelle parole, gli scaldava il cuore.
"Voglio stare con te." mormorò, pochi istanti dopo, Jungwon.
Heeseung lo guardò confuso, alzando un sopracciglio. Jungwon alzò il capo, poco dopo anche il corpo sedendosi sul materasso e guardandolo.
"Voglio stare con te." disse di nuovo.
Heeseung, come lui, si sedette sul materasso e continuò a guardarlo.
"Anche io voglio stare con te, ma non devi sentirti obbligato a fare nulla che non vuoi, mh?" allungò una mano, Heeseung, accarezzandigli il viso.
Jungwon annuì e sorrise lasciando intravedere quella fossetta sulla guancia sinistra che Heeseung amava tanto.
"Allora, Jungwonie. Vuoi essere il mio ragazzo e lasciare che possa prenderti per mano quando passeggiamo per il campus?" chiese, aggiungendo poco dopo una risata.
Jungwon rise di conseguenza e annuì, abbracciandolo forte.
Si baciarono, ancora e ancora, per sigillare quel nuovo passo che avevano appena fatto.
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NON VEDEVO L'ORA CHE ARRIVASSE QUESTO CAPITOLO 🤏😭😍
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Mission {Heewon}
FanfictionDal capitolo 1: [...]"Se ti sta sulle scatole, non significa che deve stare sulle scatole pure a me. Mi piace Jay, non Heeseung." [...] "E allora chiedigli di uscire, porca miseria!" [...] "E va bene. Vado a chiedergli di andare a prendere un caffè...