43 - Tears.

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(T/N)'s Pov

Sono passate solo alcune ore da quando ringraziavo di essere viva, solo per poter incontrare ancora una volta le braccia di Bakugou. Sono passate solo poche ore da quando, desidero poter morire, poter sparire da questa vita che non fa altro che umiliarmi, privandomi ogni volta di qualcosa di importante. La mia dimissione dall'ospedale ha reso molte persone felici, ma mi ha spinta un po' più vicino ad un baratro, al quale cercavo di sfuggire con attenzione; ora sto camminando su quei bordi frastagliati, cercando con tutta me stessa di caderci dentro ad ogni passo che faccio. 

E' tarda sera, tengo la testa appoggiata al finestrino e gli occhi puntati sul vuoto. Le iridi cremisi del biondo accanto a me, sono fisse sulla strada, non ha detto una sola parola da quando mi hanno dimessa, probabilmente sa che direbbe la cosa sbagliata, quindi rimane in silenzio e non posso che essergliene grata, non sopporterei una litigata con lui. Questa mattina sembrava non aver capito la gravità delle sue parole. In realtà ancora adesso, non mi capacito di quello che ha detto, o per lo meno la mia mente si rifiuta di accettarlo, perché dall'immagine di me stessa che si sta riflettendo flebilmente sul vetro al quale sono poggiata, mostra una mia versione che non avevo mai conosciuto; i capelli sono in disordine, gli occhi sono arrossati e gonfi, le mie labbra sono dritte, ho perso tutto. 

Pensavo finalmente di avere tutto sotto controllo, ma mi rendo conto che non è mai stato così: c'è sempre stato qualcuno ad aiutarmi nei miei problemi, non me la sono mai cavata da sola, anche se credevo d'averlo fatto. La mia vita non è altro che una menzogna, alla quale non riesco a sfuggire, alla quale non riesco a mettere fine. Mi sento così... Come mi sento? 

<<Siamo arrivati.>> mi fa notare il biondo, stringendo delicatamente la mia coscia. Lo guardo, annuisco e scendo dalla vettura. Lo seguo in casa, non appena varco la soglia mi sembra di essere finalmente arrivata in un posto sicuro, ma questa sicurezza svanisce immediatamente dalla mia mente, regalandomi per un breve momento le immagini di me e Dabi sdraiati sul divano di casa mia. Sento le lacrime ripresentarsi agli angoli dei miei occhi, o forse no, bruciano in maniera così dolorosa che non riesco a capire. Rimango in piedi affianco a quel divano. Bakugou torna dalla camera da letto, dove era andato a posare le mie cose, mi guarda in modo apprensivo, scorgo una nota di compassione nei suoi occhi sempre così duri con tutto e tutti, che quasi mi viene da vomitare. E' a questo che sono arrivata? Sono arrivata a fare pena alle persone? Probabilmente me lo merito. 

<<Hai fame? Posso preparare la cena.>> mi dice facendo un passo verso di me. Non rispondo, lui si avvicina sempre di più portando una mano verso al mio viso, ma non appena la sua pelle viene a contatto con la mia, mi ritraggo istantaneamente. Non voglio essere toccata. Al mio indietreggiare, lo sguardo di Bakugou si amareggia sempre di più, mi rivolge un sorriso smorzato e va verso la cucina <<Preparerò la cena anche per te, se avrai voglia di mangiare, sarò contento di cenare in tua compagnia, se non volessi farlo, beh, vuol dire che domani ti preparerò il pranzo.>> 

Rimango spiazzata dalla sua gentilezza, ma non me ne importa più di tanto, ho un peso che grava su di me e non so come liberarmene. <<Vado a fare una doccia.>> mi stupisco di quanto sia basso e debole il mio tono di voce, ma Bakugou sembra sentirmi e annuisce. Provo ad avviarmi verso il piccolo bagno, ma le mie gambe sono così pesanti, sembrano intrappolate da una morsa, ad ogni movimento sento una scarica di dolore allucinante, ma continuo a pensare che non è niente a confronto del dolore che sto vivendo dentro di me, dentro alla mia anima che si è spezzata nell'esatto momento in cui mi hanno detto... quello. Chiudo la porta alle mie spalle, mi privo dei miei vestiti, ripiegandoli con cura ed appoggiandoli sul lavandino, - solitamente avrei buttato tutto alla rinfusa, rifugiandomi poi sotto l'acqua calda - accendo l'acqua calda, ed entro in doccia prima che questa abbia il tempo di scaldarsi. Ho bisogno di togliermi questo schifo di dosso, mi sento sporca, ricoperta da una melma appiccicosa e puzzolente. Non appena la mia pelle entra a contatto con l'acqua fredda mi sembra di poter tirare un sospiro di sollievo, sapendo che di li a poco avrei fatto scivolare via lo schifo dal mio corpo, ma più l'acqua scorre, più mi sento ricoperta da tutto quel viscidume. Mi affretto a prendere la spugna, la riempio di bagno schiuma, il mio preferito, quello che sa di caramello e che mi ricorda vagamente l'odore di Bakugou, inizio a sfregarmi l'oggetto giallo sulle braccia, ma niente, la sensazione non cambia, il disagio inizia ad aumentare, il dolore è schizzato alle stelle. Provo a versare altro liquido sulla spugna, sperando che il bagno schiuma di Bakugou, riesca a togliermi quella sensazione, tanto quanto toglie la fuliggine dal corpo del ragazzo. Niente. L'unico risultato che sono riuscita ad ottenere è la pelle arrossata, sono sicura che se continuassi ancora a sfregare, arriverei a farmi uscire del sangue. L'aria inizia a farsi sempre più pesante e difficile da inalare, mi appoggio con una mano alle fredde piastrelle nere che contornano l'interno della doccia.

Let Me Be Your Super Hero.|BAKUGOU XREADERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora