CAPITOLO 6

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Alice PoV

Siamo arrivati a fine settembre, il settimo mese di gravidanza è iniziato da poco, io sto benissimo e non avrei nessuna intenzione di andarmene già in maternità anche perché a casa mi annoierei e starei tutto il giorno da sola. Qui in Istituto, anche se faccio poco ormai, mi sento utile, sto nel mio habitat naturale e poi non mi stanco a fare lezione e gli esami sono terminati per ora; restano le sedute di specializzazione di ottobre e proprio non vorrei perderle.

Ho sfoderato tutte le armi di seduzione che possiedo (poche ormai, anche se Claudio dice che mi trova eccitante con il pancione) ma non sono riuscita a far cambiare idea al mio maritino ... è testardo e antipatico quando vuole avere ragione per forza.

L'unica speranza che ho è la mia ginecologa; oggi pomeriggio ho il controllo mensile e cercherò di capire se ho qualche speranza di convincere Claudio. La dottoressa, conoscendo gli orari di CC, ci da appuntamento alle 18. Mi visita, fa la solita eco per farci vedere Chiara mentre si diverte nella mia pancia (ultimamente si diverte un po' troppo ... devo dire al suo papà di essere ancora più delicato altrimenti verrà fuori una bimba iperattiva) e anche stavolta dice che va tutto a meraviglia. Chiara sta crescendo, sta raggiungendo un bel peso e anche io sto benissimo.

Non volevo sentire altro.

Mi faccio coraggio e le chiedo se posso posticipare la data del mio congedo per maternità ed ecco che, immediatamente, arriva un'occhiataccia di Claudio che mi fulmina con lo sguardo ... "Per me non ci sono impedimenti" – dice la dottoressa – "a patto che non ti stanchi con autopsie o attività di laboratorio che potrebbero essere pericolose per te e per Chiara".

Finalmente le mie orecchie sentono una musica piacevole, guardo Claudio e gli dico: "visto che si può fare? E poi dovresti essere più tranquillo, almeno in Istituto mi potrai controllare meglio".

 Usciamo dallo studio e, questa volta, sono io che ancora non voglio tornare a casa, ho voglia di camminare (strano per una che ha sempre odiato l'attività fisica) e Claudio, anche se è stanco da morire, come al solito mi accontenta ma mi dice che dopo si aspetta una ricompensa speciale.

Dopo cena, mi butto sul divano (comincio ad essere troppo pesante e le gambe la sera sono sempre gonfie e fanno male) ma CC non sembra affatto aver dimenticato la ricompensa ... si avvicina e, mentre mi bacia sulla bocca e poi sul collo, mi sussurra: "hai dimenticato la ricompensa speciale! Anche se sono tuo marito, le promesse vanno mantenute" ... il divano è troppo piccolo ora e soprattutto troppo scomodo per me e allora non ci resta che andare in camera nostra e mentre facciamo l'amore lui mi ripete che sono l'unica e sola donna che ha realmente amato in tutta la sua vita.

Il giorno dopo arrivo in Istituto con un entusiasmo superiore al solito, devo consegnare la richiesta per il congedo per maternità ma, fortunatamente, grazie alla dottoressa, alla fine Claudio ha ceduto. Verrò a lavorare non più fino al 26 ottobre (quando entrerò nell'ottavo mese) ma per altri quindici giorni, almeno fino ai primi giorni di novembre sarò qui.

Consegno la documentazione e vado nel mio ufficio, ho tre bozze da revisionare e voglio farlo presto perché dopo il 15 ottobre sono previste le sedute di specializzazione e gli studenti che seguo devono avere il tempo di stampare la tesi e consegnarla alla Suprema per l'ok finale. Sono concentrata sul mio lavoro quando sento bussare alla porta e, dopo un attimo, vedo entrare una ragazza che chiede se può avere un colloquio con me. Io le dico che non è giorno di ricevimento ma posso comunque dedicarle un po' di tempo. La sua richiesta mi spiazza ... vuole che sia io la sua relatrice per la tesi di laurea. 

"Mi dispiace" – le dico ma "io non sono autorizzata a seguire i laureandi nel loro lavoro di tesi, semmai posso aiutare il dottor Conforti con gli specializzandi. Devi chiedere a lui". 

La ragazza mi dice che non vuole essere seguita da Claudio ma preferisce me e allora, siccome non so come farla uscire dal mio ufficio, le dico di chiedere l'autorizzazione al Direttore e al dott. Conforti e, se loro daranno l'ok, io non avrò problemi.

Lei va via e io torno al mio lavoro.

Passano meno di dieci minuti e la porta del mio ufficio si apre di nuovo, questa volta senza che nessuno abbia bussato. 

"Come ti è passato per la testa di mandare quella pazza esaltata nel mio ufficio?" – mi dice Claudio con un tono che mi ricorda tutte le sfuriate del mio primo periodo in questo Istituto. 

"Ma io non ti ho mandato nessuno!" – rispondo.

"Ah no? E allora quella che è venuta da me dicendo che sono uno sfruttatore che si approfitta di te chi l'ha mandata? Quella che mi ha detto che se tu non fossi stata incinta (facendo intendere che anche questo è colpa mia) l'avresti seguita chi l'ha mandata? Dimmi Alice, come ti è venuto in mente?"

Riesco solo a farfugliare qualche sillaba sconnessa che subito scoppio a piangere a dirotto (maledetti ormoni mi tradiscono quando avrei più bisogno di restare lucida). Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, quando Claudio mi diceva che non potevo fare questo lavoro, che facevo solo guai e che dovevo considerare seriamente l'idea di cambiare specializzazione ... mi sono sentita morire e, a giudicare dalla faccia spaventata di Claudio, non dovevo avere proprio un bell'aspetto.

Lui si avvicina, mi abbraccia e ... 

"Scusa, scusa, scusa, amore mio, scusami, scusami, non volevo farti stare male ma quella mi ha riempito di insulti dicendo che era passata da te e tu le avevi detto che, a causa del tuo stato interessante (e lì è partito il suo sguardo accusatorio nei miei confronti – della pazza esaltata – intendo), doveva rivolgersi a me perché tu non avresti potuto seguirla. Scusami amore mio, dovevo capirlo subito che era una pazza e che tu non potevi aver detto una cosa simile. Scusami, ti prego, e non piangere. Mi fa troppo male vederti così".

Mi bacia teneramente sulle labbra, mi asciuga le lacrime e mi stringe talmente forte che quasi mi manca il respiro. Chiara, intanto, per colpa mia si è agitata parecchio, ha cominciato a scalciare così forte che ho avuto paura che potesse nascere oggi stesso ... anche Claudio si è spaventato, tanto che abbiamo chiesto ad Andrea se domani posso starmene a casa ... mi farà bene.

Claudio, dopo quello che è successo, non si fida a lasciarmi da sola, così annulla tutti i suoi impegni e prende un giorno di ferie per stare con me ... Chiara si è agitata tutta la notte, io non ho chiuso occhio e neanche Claudio che cercava di calmarla con le sue amorevoli carezze sul mio pancione ma ... niente da fare, non ha voluto saperne. Mi addormento che è quasi mattina, stretta tra le braccia del mio amato CC, annusandolo il più possibile sperando, così, che il suo odore possa calmare anche la nostra piccolina.

ALICE E CLAUDIO UN AMORE INDISSOLUBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora