CAPITOLO 31

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Alice PoV

Oggi è una noiosissima giornata di fine ottobre, sono in Istituto sommersa da una marea di scartoffie da firmare e ricerche da correggere; sono quasi le 11 e penso che ho proprio bisogno di una pausa caffè così scendo velocemente le scale e mi avvio verso il distributore. Mentre aspetto che quel liquido nero finisca nel bicchierino sento dei passi, mi volto e vedo lei, la persona che più mi ha ostacolato in questo Istituto, si, proprio lei: la Wally.

Da quando sono diventata docente, in seguito al concorso che ho superato, lei è l'unica che ha continuato a mantenere le distanze impedendomi di chiamarla per nome e di darle del tu. Un po' mi dispiace ma Claudio dice che devo fregarmene di lei che, in fondo, è solo invidiosa dei traguardi che sto raggiungendo.

"Allevi, vedo che ogni scusa è buona per non lavorare" – mi dice con la solita aria polemica.

"Buongiorno professoressa, avevo bisogno di un caffè ma torno subito nella mia stanza, ho tanto lavoro da sbrigare oggi". 

Faccio per andar via che la sento ancora che mi rivolge la parola ... 

"Domani arriveranno i delegati dell'UNHCR per il solito resoconto sul progetto, e siccome, mio malgrado, è un progetto a cui abbiamo lavorato insieme, dovrà esserci anche lei" – mi scruta come se stesse aspettando una mia reazione.

"Ma, veramente, professoressa, domani è sabato, io e Claudio non lavoriamo e avevamo pensato di portare la bambina al mare"

"Ma quale mare e mare, siamo quasi a novembre. La verità Allevi è che lei è sempre la solita. Lavorare non le piace e i sacrifici ancora meno. Non creda che, siccome Conforti è suo marito e la Manes sua cognata, lei può fare sempre di testa sua".

Non riesco a dire neanche una parola, riesco solo a depositare il bicchierino del caffè nel contenitore per la raccolta differenziata e scappare su per le scale per evitare che quella strega possa vedere le lacrime scendere lungo le mie guance. Mentre salgo come una furia mi imbatto in CC che, a sua volta, stava scendendo per prendere un caffè ... 

"Ehi, Alice, dove vai così di corsa?" – mi chiede. 

Io neanche gli rispondo (non voglio che mi veda piangere per la Wally) e vado di corsa nella mia stanza.

Claudio rinuncia alla sua pausa caffè e mi raggiunge di corsa nel mio studio. Quando entra mi trova con la testa appoggiata sulla scrivania e con un fiume di lacrime che riga le mie guance ...

"Alice, si può sapere cos'è successo? Mi fai preoccupare se fai così!" ... cerco di distogliere lo sguardo e gli dico: 

"Niente Claudio, lascia stare, niente di importante".

"Ma come niente di importante? Alice hai pianto, stai piangendo, non può non essere successo niente di importante" – mi guarda – "Alice, me lo dici o devo scoprirlo da solo?"

Gli racconto dell'incontro con la Wally e di tutte le cattiverie che mi ha rovesciato addosso ...

"Credevo che da un po' di tempo avesse iniziato a stimarmi, visto anche come si era comportata quando è nata Chiara, ma evidentemente mi sbagliavo. Mi considera ancora un'incapace".

"Ma questo è veramente troppo, adesso basta, devo assolutamente mettere fine a questa storia. Non può prendersela con te se non è diventata Direttore e non può prendersela con te se Andrea manda te ai congressi e non lei"

"No, Claudio, ti prego, se lo facessi penserebbe che te l'ho chiesto io perché non so cavarmela da sola e non la smetterebbe tanto facilmente di darmi fastidio. Facciamo così, domani tu e Chiara ve ne andate al mare e io me ne starò qui buona buona a sopportare quella strega e i suoi soprusi"

ALICE E CLAUDIO UN AMORE INDISSOLUBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora