CAPITOLO 25

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Alice PoV

Siamo a fine marzo, tra un paio di settimane ci sarà il concorso; io mi sento terribilmente impreparata anche se Claudio dice che sono mie paranoie. Lui mi aiuta a studiare; ogni sera mi ascolta e mi interroga su tutto quello che ho ripassato e io mi sento ancora come se fossi la sua allieva (tranne per il fatto che adesso non mi tratta male né mi sgrida ma è di una dolcezza unica). Stamattina mentre ero in pausa vicino alla macchinetta del caffè vedo da lontano la Wally e, nonostante le cose con lei siano molto cambiate da quando l'ho aiutata con il famoso progetto con l'UNHCR, mi sento ancora sempre sotto esame. 

Lei si avvicina e mi dice: "Allevi, allora siamo alla resa dei conti! Sta studiando o crede che solo perché è la moglie di Conforti e la cognata del Direttore, tutto le sia dovuto?"

Maledetta strega, non perde occasione per mortificarmi.

"Professoressa, ce la sto mettendo tutta. Stia tranquilla, non voglio favoritismi e credo che questo sia molto chiaro a tutti visto che mio marito non sarà in commissione. In quanto alla Manes, purtroppo, non potrà esimersi dall'esaminarmi visto che è il Direttore di questo Istituto"

Guardo inebetita il bicchierino del caffè quando la Wally va via e neanche mi accorgo che Claudio mi ha raggiunta. 

"A che pensi?" – mi dice; mi volto verso di lui (credo di avere uno sguardo che parla da solo) e non riesco a proferire parola – "Alice, cosa è successo? Non farmi preoccupare!"

"Non è successo niente, è solo che non dovevo partecipare a questo maledetto concorso"

"Ma che stai dicendo? Perché non avresti dovuto? È una grande occasione per te!" 

"Peccato che la Wally, e forse anche altri, pensano che lo supererò, se lo supererò, solo perché sono tua moglie nonché cognata del Direttore"

"Alice, non esagerare. Come ti viene in mente? Nessuno pensa una cosa del genere?"

"Ah no? Chiedi alla cara professoressa Boschi cosa pensa di me e del mio esame" e me ne vado lasciandolo solo davanti al distributore.

Vado nella mia stanza a studiare, non voglio vedere né sentire nessuno. Voglio dimostrare a quella megera che, se diventerò professore associato di questo Istituto, sarà per merito e non perché sono stata favorita in qualche modo. Mentre sono china sui libri entra mio marito, viene vicino a me e: 

"Vuoi che ti aiuti a ripassare? Vuoi che ti spieghi qualcosa che non è abbastanza chiaro?"

"No, grazie, non sono deficiente. Posso cavarmela da sola"

Claudio capisce che non è aria, mi carezza la guancia e mi lascia sola. Lo vedo rientrare nella mia stanza che è ora di pranzo: 

"Che ne dici di un break? Andiamo a pranzo a casa? Così stai un po' con Chiara?"

"No, prenderò un tramezzino al distributore, non voglio perdere tempo. Stasera mi dedicherò solo alla mia bambina, al diavolo i libri!"

"Solo a Chiara?" – mi dice inarcando il sopracciglio. 

"Solo a Chiara" ribatto io per provocarlo "lei è piccola e ha bisogno della sua mamma"

"Guarda che anche io ho bisogno di te" – mi dice CC con aria da seduttore – "inutile che cerchi di resistermi, so che non ci riuscirai. Ci vediamo più tardi" e mi bacia. 

Quando torniamo a casa, Cordelia ci dice che la bimba è stata buonissima, ha già mangiato e ora sta dormendo nella sua culla.

"Grazie Cordy, non so come faremmo senza di te" – le dico mentre sta andando via.

ALICE E CLAUDIO UN AMORE INDISSOLUBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora